Gerusalemme morte di un kamikaze

In divisa da soldato israeliano, un Corano in tasca. La polizia Olp arresta il n° 2 di Hamas In divisa da soldato israeliano, un Corano in tasca. La polizia Olp arresta il n° 2 di Hamas Gerusalemme, morte di un kamikaze Esplode poco prima della strage TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Strage mancata a Gerusalemme. Un kamikaze è «esploso» ieri all'alba, due ore prima del previsto, nel giorno in cui israeliani e palestinesi hanno voltato una nuova pagina con le decisioni del Consiglio nazionale palestinese di emendare i riferimenti alla distruzione di Israele dalla Carta nazionale e del partito laborista di non opporsi più alla nascita di uno Stato palestinese. Al momento della deflagrazione - avvenuta a un km dai quartieri ebraici di Talpiot e Arnona - l'attentatore suicida indossava la divisa di lavoro dell'esercito israeliano e aveva in tasca un Corano. Secondo la polizia, voleva mischiarsi ai soldati per non destare sospetti: con sé aveva un ordigno di 10 chilogrammi di tritolo che, in un posto affollato come un autobus, avrebbe potuto provocare decine di morti. Sempre ieri i servizi di sicurezza palestinesi hanno annunciato di aver catturato a Dir el Ballali (Gaza) Adnan al-Ghul, il n. 2 di Ezzedin alQassam - braccio armato di Hamas - e uno degli organizzatori degli attentati suicidi di Gerusalemme e ad Ashqelon avvenuti due mesi fa. Braccati, ma ancora in grado di agire, restano il comandante Muhammed Dif e due suoi stretti collaboratori, Hassan Salameli e Muhi aDin al Sharif. Poche ore dopo la morte del kamikaze - avvenuta mentre innescava l'ordigno - Hamas ha accusato Arafat di aver compiuto «un odioso crimi ne» decidendo di emendare la Carta nazionale palestinese e ha giurato di continuare la Jihad, la guerra santa. Sempre ieri un euforico Shimon Peres ha trascinato il Congresso del partito laborista verso l'eliminazione dal programma elettorale della storica opposizione alla Costituzione di uno stato palestinese indipendente. Su sua richiesta migliaia di mani si sono sollevate per sostenere il suo progetto politico: «Vogliamo raggiungere una pace generale entro i prossimi quattro anni - ha dichiarato il premier - vogliamo estirpare le radici del conflitto con i palestinesi». Fra Peres e Arafat c'è stata una telefonata di congratulazioni reciproche. Anche Benyamin Netanyahu, il leader dell'opposizione di destra, ha riconosciuto che Arafat ha mantenuto fede agli impegni assunti. «Prima di fargli i complimenti - ha proseguito - vogliamo però leggere la nuova edizione della Carta nazionale palestinese e vogliamo che Arafat mantenga fede ad altri impegni, come quello di smantel¬ lare le infrastrutture di Hamas». Queste dichiarazioni hanno suscitato l'ira dei «puristi» del partito che considerano ancora gli accordi di Oslo come un colossale inganno ordito dai palestinesi ai danni di Israele. «Con la banda dell'Olp non si può fare la pace», ha proclamato Benyamin Begin, figlio dell'ex premier conservatore, in un articolo sul «Maariv». In Libano l'Operazione Furore prosegue ormai da 15 giorni e - secondo un generale israeliano - «durerà ancora a lungo». Ieri l'aviazione israeliana è tornata ad agire nella valle della Beqaa, dove ha colpito un magazzino di razzi katiusha del Fronte popolare Comando generale di Alimed Jibril. I razzi erano destinati agli Hezbollah. Le trattative per il cessate-ilfuoco sembrano essersi bloccate proprio mentre erano entrate in dirittura di arrivo: se non ci saranno sviluppi positivi, il segretario di Stato Warren Christopher potrebbe decidere oggi di rientrare a Washington. Aldo Baquis E' la vendetta degli ultra contro Arafat per la revisione della Carta Il partito laborista, come annunciato vota il sì a uno Stato palestinese Negoziati fermi sulla tregua in Libano | § A sinistra agenti israeliani esaminano il corpo dilaniato del kamikaze ucciso dall'ordigno che stava innescando per compiere un attentato a Gerusalemme probabilmente su un autobus La strage doveva avvenire poco dopo per rappresaglia contro la revisione della Carta palestinese A destra i danni provocati da un razzo katiusha lanciato da Hezbollah su un edificio in Galilea Il generale Michel Aoun ha lottato (senza successo) per cacciare i siriani dal Libano