«3 giorni per la verità» con la Huston Grande Nicholson per un brutto film

«3 giorni per la verità» con la Huston PRIME CINEMA «3 giorni per la verità» con la Huston Grande Nicholson per un brutto film BRAVO attore, brutto film. Jack Nicholson, alla sua maniera, è grande. Nell'interpretare una sofferenza ossessiva, adotta la fragilità e il disfacimento, con repentini scatti d'ira e sussulti di dignità, con torpori invincibili, con scoppi dell'atona voce arrochita ed energie disperate dell'attuazione di un programma mortifero: l'intensità espressiva della sua faccia sciupata, devastata come una città dopo un terremoto, è ammirevole. La sua bravura è tradita da un film pretenzioso che lo riporta a recitare accanto alla sua ex compagna Anjelica Huston, che lui ha accettato d'interpretare perché conosce Sean Penn da quando era bambino e perché il giovane regista ex marito di Madonna pur di realizzare questo progetto era rimasto due anni senza recitare e s'era persino venduto la casa (ora infatti abita in una roulotte). Storia drammatica: una bambina è stata uccisa incidentalmente da un automobilista ubriaco e Nicholson, suo padre, non può accettarne la morte. Per la feroce incancellabilità di quel dolore ha perduto la moglie, che tende ad affrontare la sciagura con maggiore pragmatismo e vitalità; ha perduto gli altri due figli; ha perduto il senso della propria vita. Dopo aver scontato sette anni di prigione, l'uccisore torna in libertà; Nicholson vuole vendetta, spera di trovare sollievo nell'ammazzarlo; lo avverte della sua intenzione, gli concede un rinvio di tre giorni. L'uccisore è un buon uomo, ha patito e patisce profondamente per il rimorso di quanto ha fatto. In quei tre giorni, il padre cerca stordimento nella volgarità dei bar con ragazze topless, nel bere, negli abbracci delle prostitute. L'uccisore è lacerato tra il desiderio di tornare a vivere e la spaventata fatalità del morire. Alla fine i due uomini si ritroveranno sulla tomba della piccola morta, e si prenderanno per mano. Un film americano che analizzi il dolore della perdita è raro. Di solito Sean Penn è capace di creare atmosfere intense e toccanti, ma stavolta non c'è riuscito: soprattutto nel finale sfiora la melensaggine e la sua lenta solennità, che si vorrebbe nobilmente eloquente, risulta soltanto pomposa. Lietta Tornabuoni 3 GIORNI PER LA VERITÀ' di Sean Penn con Jack Nicholson, David Morse, Anjelica Huston, Robin Wright Drammatico. Usa, 1995. Cinema: Vittoria, Torino; Adriano, Ambassade, America, Atlantic 1, Broadway 1, Capito!, Paris, Roma Jack Nicholson è un padre che vuole vendicarsi: un automobilista ubriaco gli ha ammazzato la figlia

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