Film con Gemma Kabaivanska un'attrice innamorata di M. O.

Film con Gemma Film con Gemma Kabaivanska un'attrice innamorata BOLOGNA. La «prima volta» di Raina Kabaivanska davanti ad una macchina da presa ha terrorizzato il grande soprano bulgaro: «Mi sembrava tutto così carico di melodramma», confessa con ima punta di ironia. A 62 anni, portati con grande disinvoltura, l'interprete pucciniana per eccellenza (ha replicato per almeno 430 volte «Madama Butterfly» e per 400 è stata Tosca), ha deciso di affrontare «quel grande gioco affascinante che è il cinema», con una produzione del giapponese Asao Kumada che sarà realizzata in alta definizione, tecnica avanzatissima ma ancora troppo costosa por l'Itaia, mentre in Giappone sta già diventando una realtà. «Un bel dì vedremo» si gira a Bologna, per la regia di Tonino Valerii e Akio Jissoa, nella casa di riposo per artisti «Lyda Boreili», l'unica esistente in Italia. Giulietta Masina invitò gli amici di Federico Fellini a fare donazioni per questa casa. Marcello Mastroianni, prima di andarsene da Bologna dopo aver recitato ne «Le ultime lune», ha voluto andare a trovare gli undici ospiti della Villa, immersa nel verde, ai piedi delle prime colline bolognesi. Il film, nato da un soggetto di Kon Ichikawa (il regista de «L'arpa birmana»), racconta la storia di una famosa cantante (Kabaivanska) che va a trovare la sua maestra in una casa di riposo, dove rivede un direttore d'orchestra suo vecchio amore (l'attore Massimo Girotti). Per trovare fondi, il direttore del ricovero (interpretato da Giuliano Gemma) organizza un'opera lirica con i cantanti ospiti. Dopo molti inconvenienti, l'opera sarà rappresentata, l'aria «Un bel dì vedremo» conquisterà il pubblico e la cantante, alla morte della maestra, deciderà di restare nella casa di riposo. Del cast fanno parte anche la figlia di Gemma, Vera, e il figlio di Kumada, Carlo. Ancora top secret, invece, l'interprete del ruolo del tenore sulla scena. Sarà Luciano Pavarotti? «No comment», è la diplomatica risposta del regista, cui fa eco la Kabaivanska: «Nel copione il tenore si chiama Michelotti, tanto perché non sia scambiato con Pavarotti, ed è il più grande tenore al mondo: può essere di buon auspicio». Dopo le riprese a Bologna, la troupe si sposterà a Roma e al teatro Verdi di Salerno, per un totale di sei settimane di lavorazione. Questi giorni a Bologna sono stati esaltanti un po' per tutti. Dice Giuliano Gemma, splendido cinquantottenne: «Sono felice di lavorare per la prima volta con Girotti, il primo attore atleta del cinema italiano. Con Valerii c'è tuia lunga consuetudine, sin dai film western». Girotti, clie di anni ne ha 79, si è trovato bene alla «Lyda Borelli»: «La conoscevo già, sono anche socio onorario della casa di riposo per artisti. Qui il clima è sereno, non triste». Raina, seduta al suo fianco, aggiunge spiritosa: «Quasi una tentazione per il nostro futuro». Oltre alle musiche originali di Stelvio Cipriani, per il playback del canto sarà utilizzata l'incisione discografica realizzata l'anno scorso dalla Kabaivanska per i suoi primi sessantanni. Il film uscirà all'inizio del 1997. In Giappone sarà proiettato sia in tivù che al cinema. Asao Kumada è un appassionato di melodramma: «Ho già realizzato tre film con la lirica. "Un bel dì vedremo" servirà a far conoscere ai giapponesi anche la meravigliosa realtà di questa casa di riposo. In Giappone sono brutte, le fanno solo per i poveri», [m. o.]