Muore per rifarsi il naso Il cuore ha ceduto durante l'intervento

Muore per rifarsi il naso Firenze: aveva 20 anni, sperava nella plastica per correggere un difetto Muore per rifarsi il naso // cuore ha ceduto durante l'intervento FIRENZE. Aveva deciso di migliorare il proprio aspetto, compromesso fin dalla nascita da una malformazione, ma è morto a 20 anni sul lettino di un ambulatorio di chirurgia plastica. Così è finii o il sogno di Fabio Pippa, giovane operaio di Bolzano che si era rivolto al professor Massimo Luccioli, con ambulatorio chirurgico nel centro storico di Firenze. La magistratura ha aperto un fascicolo sul caso ed ha disposto l'autopsia per verificare eventuali responsabilità nel decesso del ragazzo, morto subito dopo l'intervento di rinoplastica. Fabio Pippa aveva preso i primi contatti col medico a febbraio ed aveva fatto presente al chiururgo fiorentino di aver subito un intervento al cuore tre anni prima, in un ospedale di Verona, per una malattia congenita detta «dotto di Botallo». Secondo quanto ricostruito dal professor Luccioli, «Pippa presentava una malformazione che aveva colpito il massiccio centrale del volto e che aveva portato ad una deformazione degli zigomi, arretrati rispetto alla norma, e provocato un completo schiacciamento del naso». Lo specialista aveva accettato di condurre l'intervento e disposto, come lui stesso ha detto, tutta una serie di esami da compiere - come di norma - prima dell'operazione. Il giovane, arrivato a Firenze lunedì con la madre, aveva ultimato gli accertamenti sanitari nel capoluogo toscano, sottoponendosi a un elettrocardiogramma e ad una visita cardiologica nell'istituto privato di ricerche cliniche del professor Manfredo Fanfani. L'esito degli esami, eseguiti 15 ore circa prima dell'intervento, secondo quanto ha raccontato il chirurgo, aveva convinto l'anestesista dell'ambulatorio Luccioli a somministrare l'anestesia totale. «Avevo finito l'intervento ha spiegato il chirurgo - quando l'anestesista mi ha detto che il cardiografo rivelava segnali d'allarme. Il tracciato sul moni¬ tor era irregolare. L'anestesista ha praticato un'iniezione con una sostanza che ha lo scopo di annullare gli effetti residui dell'anestesia, ma il cuore del ragazzo è andato in fibrillazione. Abbiamo stimolato il muscolo con due scosse potenti, il cuore ha ripreso a battere, il colorito del volto era tornato normale, ma sul monitor le cuspidi del tracciato erano insufficienti. Il battito cardiaco era inferiore a quello necessario per una corretta irrorazione del cervello. Io e il mio collaboratore ci siamo quindi alternati in un massaggio cardiaco durato una ventina di minuti, mentre l'anestesista provvedeva a somministrare ossigeno». «Lo stimolo sembrava essere efficace - ha aggiunto il chirurgo - quando è apparsa una linea piatta sul monitor. Allora abbiamo capito che non c'era più niente da fare». Il professor Luccioli ha precisato che l'intervento è stato effettuato in un ambulatorio chirurgico di secondo livello, in regola con quanto previsto dalla normativa Cee del 1992, opportunamente controllato dalla Usi fiorentina e dotato di tutte le attrezzature necessarie per far fronte a un'emergenza del genere. Fabio Pippa sarebbe dovuto restare a dormire all'interno della piccola struttura sanitaria sotto controllo medico. Il cadavere si trova ora nell'istituto di medicina legale della clinica di Careggi. [Ansa]

Persone citate: Botallo, Fabio Pippa, Manfredo Fanfani

Luoghi citati: Bolzano, Firenze