Un pugno a Gorbaciov: «Mi hai rovinato» L'Ex presidente accusa Ziuganov,«è lui il mandante»

sAi L'expresidente accusa Ziuganov, «è lui il mandante» L'attacco durante un comizio a Omsk, l'aggressore è un disoccupato. Si è temuto un attentato Un pugno a Gorbociov: «Mi hoi rovinato» L'expresidente accusa Ziuganov, «è lui il mandante» MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un pugno in faccia, in mezzo alla gente, sotto gli occhi di tutti. Dev'essere stata una vera umiliazione per Mikhail Gorbaciov, primo presidente dell'Urss e candidato alla Presidenza russa. E' stato questo il modo, brutale, con cui un ragazzo di Omsk, Siberia, ha espresso ieri quello che pensava della perestrojka e di colui che l'aveva iniziata. L'incidente è avvenuto in una sala della città siberiana, dove Gorbaciov era arrivato per un comizio elettorale. Stava passeggiando nella hall. All'improvviso un giovanotto - «un omone enorme», secondo la definizione dello stesso Gorbaciov - è balzato verso di lui e, gridando qualcosa come: «Per colpa tua ho perso tutto», l'ha colpito mirando alla faccia, ma il pugno è finito sull'orecchio. «Non sono caduto - ha poi raccontato Gorbaciov a La Stampa - ma ho visto scintille negli occhi e la testa mi duole ancora». La cosa si è svolta così rapidamente che le guardie del corpo che stanno sempre alle spalle di Gorbaciov - quegli ufficiali superaddestrati dell'ex Kgb che non l'hanno abbandonato durante la prigionia di Foros, nell'agosto '91 - non hanno fatto in tempo a intervenire. Subito dopo si sono buttate sull'aggressore e, dopo averlo im¬ mobilizzato, l'hanno consegnato alla polizia. Il giovane non ha nascosto il suo nome e nemmeno i motivi che lo hanno spinto: Mikhail Malkov, nato nel 1967, licenza media conseguita in una scuola tecnica, e oggi, dopo varie disavventure, disoccupato. E dà la colpa della sua sfortuna al padre della perestrojka. «E' stato per colpa delle sue riforme che mi sono ridotto così», ha spiegato prima di chiudersi nel silenzio. Un'amara ironia della sorte, visto che nel 1985, all'inizio della perestrojka, era proprio nella generazione di Malkov - che all'epoca aveva 18 anni - che Gorbaciov riponeva le sue speranze per un futuro migliore dei russi. Chissà che cosa gli sarebbe successo se avesse pensato di aggredire il Presidente sovietico una decina d'anni fa. Ma la reazione di Mikhail Sergheevich e del suo entourage all'incidente - certamente spiacevole - è stata drammatica. Mentre a Omsk la polizia invadeva il luogo dell'aggressione per garantire la sicurezza dell'ex Presidente, a Mosca la Fondazione Gorbaciov inviava alle agenzie un fax «urgentissimo» di drammatica laconicità: «Ha avuto luogo un attentato a Gorbaciov, non ci sono vittime». Una notizia che ha messo sottosopra le redazioni di mezzo mondo, fino a che l'Itar-Tass - il cui corrispondente a Omsk è stato testimone oculare dell'aggressione - non ha fornito i dettagli dell'accaduto. Una portavoce della Fondazione ha più tardi spiegato: «Il nostro collaboratore che ci ha telefonato per darci la notizia probabilmente aveva perso la testa». E ha aggiunto che alla Fondazione sono «mortificati» per l'equivoco: «Ci abbiamo fatto brutta figura, tutti stanno già ironizzando sulla nostra paranoia». Ma lo stesso Mikhail Sergheevic l'ha presa molto sul serio. All'arrivo a Mosca ieri sera, dopo aver abbracciato la preoccupatissima Raissa che lo stava aspettando all'aeroporto, ha ripetuto la parola «attentato». Secondo Gorbaciov, l'aggressore aveva un coltello in tasca, ma non ha fatto in tempo ad usarlo. E aveva intenzioni serie: «Un colpo da professionista, da para». Gorbaciov, che non mostrava segni evidenti dell'attacco subito, ha esplicitamente accusato dell'incidente Ghennadij Ziuganov e il comunista fondamentalista Viktor Anpilov. Infatti a Omsk era stato accolto da una manifestazione dei loro seguaci, che gridavano «Gorbaciov giuda, fuori di qui». Ora l'ex Presidente chiede un intervento personale di Boris Eltsin per indagare e garantire la correttezza della campagna elettorale. Ma una cosa è certa: che sia stato un «attentatore» o solo uno squilibrato, l'incidente dimostra quanto poco i russi amino l'uomo che li ha resi liberi. Anna Zafesova sAi Boris Eltsin all'arrivo a Pechino passa in rassegna la guardia d'onore insieme con il presidente cinese Jiang Zemin Una visita di tre giorni destinata a rilanciare il ruolo della Russia in Asia

Luoghi citati: Mosca, Pechino, Russia, Siberia, Urss