Di Pietro: più umiltà, a destra«Ulivo aiuto dagli errori del Polo»
L'ex magistrato corteggiato dalla Lista Dini. Stajano: è con noi, deciderà presto L'ex magistrato corteggiato dalla Lista Dini. Stajano: è con noi, deciderà presto Pi Pietro: più umiltà, a destra «Ulivo aiutato dagli errori del Polo» MILANO. Antonio Di Pietro come Franco Baresi ai mondiali d'America: torna in campo subito dopo l'operazione al menisco. Ma se il capitano aveva scelto la finale con il Brasile, l'ex magistrato rientra in una tribuna periferica. Lasciato ieri l'ospedale di Varese dove gli hanno rimesso in sesto il ginocchio, già oggi si lascia andare a un commento sulle elezioni. Per farlo ha scelto un giornale svizzero, la Regione Ticino, che gli ha concesso l'editoriale e che ieri ne ha anticipato il testo alle agenzie di stampa. E' un Di Pietro duro con la destra, quello che scrive sul giornale di Lugano: l'ex leader del pool mani pulite parla di presunzione, di errori, di pericolosi cedimenti verso l'estremismo. Un Di Pietro che fa appello ai moderati di centro, e che viene corteggiato dai centristi di Dini. «Per il Polo - scrive - si impone un bagno di umiltà attraverso un'opposizione, serena e costruttiva, libera e liberata dai facinorosi che hanno imperversato in questi due anni di ubriacatura da potere». L'Ulivo, invece, ha cambiato la sinistra, liberandola dai legami inquietanti con la falce e martello. Quella di Prodi e Veltroni, spiega Di Pietro, è una «maggioranza eterogenea e composita» che però ha consentito alla maggioranza degli italiani di «essere di sinistra senza essere etichettati come comunisti. E le urne hanno dimostrato che la maggioranza degli italiani non ha più paura del comunismo». Quello dell'Ulivo, comunque, è stato un successo «aiutato inconsapevolmente da taluni errori dei suoi avversari. Costoro hanno improntato la loro campagna elettorale su una contrapposizione personale che, a volte, ha rasentato il disprezzo e la spocchiosità». Di Pietro ha poi lanciato un appello ai «moderati del Polo» affinché «riprendano i remi e allontanino la barca del loro partito dalle secche della pubblica diffidenza in cui loro stessi si sono cacciati. Di uguale umiltà ha bisogno anche chi dovrà assumersi l'onere di governare. Non sarà semplice né facile. Soprattutto perché - continua Di Pietro - non tutti i componenti della coalizione la pensano allo stesso modo su alcuni punti fondamentali del programma di governo: riforme istituzionali, fiscalità, scala mobilie, privatizzazioni per citare alcuni punti». L'ex leader del pool afferma ancora che la crescita economica, sociale e democratica di un Paese «non si misura dal livello di scontro e dalla litigiosità dei propri rappresentanti. Non si può teorizzare l'avvento di uno Stato talmente liberista e libertario da far sospettare, a torto o a ragione, che l'obiettivo finale fosse lo smantellamento dello Stato sociale. E' certamente necessario dare un taglio all'attuale assistenzialismo "peloso" che ha pervaso la società italiana, ma non si può smantellare tutto dalla sera alla mattina in nome di un prete¬ so efficientismo». Soprattutto, «non si può stare dalla parte di chi viola la legge e considerare la magistratura come un gruppo di sovversivi da mettere alla sbarra». Per Di Pietro, «c'è da fare per ridare efficienza e certezza del diritto né vi è dubbio che è possibile, anzi doveroso, criticare le sentenze dei magistrati se non si è d'accordo sulle loro conclusioni. Tutt'altra cosa è invece l'attacco personale e scriteriato all'intera categoria dei giudici». Il nome di Antonio Di Pietro, intanto, è rimbalzato nei corridoi di Montecitorio. «Sta guardando verso di noi con una simpatia che potrebbe preludere decisioni importanti - ha detto Antonio Stajano, neo eletto nella Lista Dini e amico personale dell'ex magistrato -. Tra qualche giorno potrebbe prendere decisioni importanti. E questo anche in prospettiva delle prossime elezioni regionali siciliane. Cosa che potrebbe creare qualche problema a Forza Italia» Di Pietro candidato? «Non voglio dire questo - spiega Stajano -. Sottolineo solo come con una sua scesa in campo a favore di una coalizione o di mi partito piuttosto che un altro, potrebbe condizionare il voto in una Regione dove la presenza di Forza Italia è per il momento consistente». Perché il centro? «Perché difficilmente Di Pietro potrà ancora guardare a destra soprattutto per la presenza di personaggi come Berlusconi, se non altro per un fatto di rivolta morale». [r. i.] Antonio Di Pietro
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