Tutti i cambiamenti Gabetti, Isola e un mago dei suoni per «rispettare il progetto originale» di Maurizio Lupo

mg Tutti i cambiamenti Gabetti, Isola e un mago dei suoni per «rispettare il progetto originale» A TORINO I primi d'ottobre, data prevista per la riapertura, pavimento e interni del Regio saranno foderati in faggio rosso scuro. La platea apparirà appena ristretta, con pareti ondulate. I posti sranno ridotti da 1513 a 1431. Le poltrone, restaurate con imbottiture più dense, avranno schienali e sottosedili in legno, per aumentare la «coda acustica» della sala. Il boccascena ovale di Mollino, poi squadrato da uno schermo nero voluto dal regista Luca Ronconi, sarà accostato da un proscenio in legno scuro. Si riplasmerà anche la fossa dell'orchestra, per rialzare i posti dei musicisti. Si comincerà a lavorare dal 7 luglio, per opere che comportano un impegno di 4 miliardi e 200 milioni. La Sovrintendente Elda Tessore ha affidato il progetto acustico al tedesco Helmut Mùller, che ha già curato l'allestimento dell'Auditorium del Lingotto. Roberto Gabetti e Aimaro Isola sono responsabili del restauro architettonico e della direzione artistica dei lavori. «L'intervento - spiega Gabetti - è nato dopo forti sollecitazioni di grandi interpreti della lirica. Helmut Mùller ha rilevato che la sala è carente rispetto ai più apprezzati teatri lirici del mondo. Un punto dolente è il rapporto fra cantante sul palco e orchestra. Stentano a sentirsi bene reciprocamente. La fossa d'orchesta è troppo incassata. I professori che suonano sotto il palco e ai fianchi hanno disagi. E l'insieme del can¬ to e della musica giunge in platea con carenze di quantità e qualità. I suoni si concentrano nelle parti alte della sala, sopra il pubblico. Le più penalizzate sono le prime file di poltrone e quelle laterali di parete. Chi siede ai bordi della platea ha una percezione asimmetrica. Sente più forte dall'orecchio rivolto verso il centro sala. Un fenomeno ancora più evidente nei palchi. Hanno pareti e soffitti totalmente assorbenti, perché rivestiti di moquette». Quali i correttivi? «Mùller ha proposto innanzitutto di togliere la moquette da pareti e pavimento, nel rispetto della sala, tutelata dalla Soprintendenza». Perciò sì è anche chiesto all'architetto Benedetto Camerana a esaminare i progetti di Mollino, per identificare eventuali mutamenti durante la costruzione del Regio. «Si è scoperto - spiega Gabetti un discostamento dal progetto iniziale, dovuto forse a esigenze acustiche o distribuitive o per aumentare i posti. Mollino all'inizio concepì la sala come un grande vaso con l'orlo in corrispondenza del boccascena. Dove però oggi la sala risulta molto più larga». «Per correggere i difetti avremmo potuto agire su tutto l'ambiente» dice Aimaro Isola. «Ma interverremo solo su palchi e platea. Lasceremo intatti il grande vaso, soffitto e lampadario. La sala verrà solo ristretta, secondo gli schemi originari di Mollino. I posti aboliti saranno quelli meno felici». Maurizio Lupo

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