Jackie, l'ombra di un fiasco sull'asta del secolo

«Ma sulla scena erano diverse» UN MITO IN VENDITA Oltre 700 persone hanno lavorato per valutare i cimeli, ieri è cominciato l'assalto dei rans Jqckie, l'ombra di un fiasco sull'asta del secolo Sotheby's ha dovuto sopportare enormi spese d'organizzazione NEW YORK ONOSTANTE il grande polverone di attese sollevato dalla messa in vendita, da ieri, di moltissimi oggetti appartenuti a Jacqueline Kennedy Onassis, l'asta dei cimeli dell'ex First Lady, nonché moglie dell'armatore greco Aristotele Onassis, potrebbe non rappresentare un grande affare per la Sotheby's, la prestigiosa casa d'aste che l'ha organizzata a New York. Secondo il «Wall Street Journal», è sicuramente vero che il grande interesse suscitato dai beni della donna diventata il simbolo di un'era è destinato a far salire il valore dei 1200 pezzi messi in vendita e superare alla grande i cinque milioni di dollari stimati del catalogo. Le stime parlano di almeno 25 milioni di dollari, anche se la realtà delle vendite potrebbe fare ampiamente superare questa cifra. Ma - avverte il quotidiano finanziario americano - «per la Sotheby's Holdings l'avvenimento, che è partito ieri sera e durerà quattro giorni, va inquadrato in un contesto preciso». E il contesto è il seguente: anche nella migliore delle ipotesi il totale delle entrate dalle vendite dei cimeli di Jackie sarà equivalente a quanto incassato lo scorso autunno da Sotheby's per la vendita di un solo dipinto di Vincent Van Gogh. Senza contare che dal reddito complessivo dell'asta vanno comunque sottratte le enormi spese di organizzazione. Tra le spese di organizzazio¬ ne va considerata, per esempio, l'enorme quantità di risorse umane (circa metà dei suoi 1500 dipendenti hanno lavorato al progetto) che è stata impiegata da Sotheby's per valutare le proprietà della Kennedy Onassis. Un lavoro lunghissimo e estremamente complicato, di cui la casa d'aste ha accettato la responsabilità per una parcella inferiore ai costi effettivi del progetto. Per mesi, poi, la società è stata impegnata in difficili trattative con gli eredi dell'ex First Lady per il diritto di mettere all'asta circa un decimo degli oggetti valutati. E mentre era oberata dall'enorme sforzo di organizzare l'asta più attesa dell'anno, Sotheby's ha perso in favore dei suoi principali concorrenti la corsa per i diritti di vendita di alcuni importanti capolavori. Adesso, la casa d'asta spera di rifarsi delle grandi spese e del¬ le altre occasioni perdute sfruttando la competizione destinata a essere scatenata dal grandissimo numero di potenziali acquirenti: all'asta, infatti, si calcola che parteciperanno via telefono oltre 65 mila persone. Le leggi che regolano il mondo delle vendite d'arte prevedono in genere che le case d'aste ricevano una commissione sia dal compratore (si tratta mediamente del 15 per cento), sia dal venditore (con una cifra che varia dal 2 al 20 per cento, con la percentuale in discesa a mano a mano che salgono i prezzi ricavati dagli oggetti). Ma, nel caso degli accordi che sono stati siglati con la famiglia Kennedy, è avvenuto esattamente il contrario: secondo quanto è stato stabilito, la percentuale accordata alla casa d'aste sale a mano mano che aumenta il prezzo spuntato dall'oggetto. [r. cri.] Un'immagine di Jacqueline Kennedy Onassis A New York vanno all'asta centinaia di cimeli dell'ex First Lady

Persone citate: Aristotele Onassis, Jacqueline Kennedy Onassis, Kennedy, Kennedy Onassis, Vincent Van Gogh

Luoghi citati: New York