Dramma nel centro di Mestre: lui doveva restituire cento milioni e non aveva un lavoro S'impiccano al balcone per debiti Suicidi ex carabinieri e la convivente

Dramma nel centro di Mestre: lui doveva restituire cento milioni e non aveva un lavoro Dramma nel centro di Mestre: lui doveva restituire cento milioni e non aveva un lavoro S'impiccano al balcone, per debili Suicidi ex carabiniere e la convivente VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per patibolo, la terrazza di un condominio. Come quinta, via Verdi, una delle arterie centrali di Mestre. Impiccati, penzoloni a venti metri da terra, con il cappio agganciato al parapetto della terrazza del quinto piano e le gambe che sfioravano le finestre del terzo. I vigili del fuoco li hanno trovati così, alle 6 del mattino, dopo che i vicini di casa avevano dato l'allarme alla centrale di polizia. L'uomo e la donna si erano lanciati insieme nel vuoto, con quella corda da traino legata al collo: uno strappo, un tonfo contro il muro, un rumore sordo, come quello provocato da un operaio che avesse cominciato a demolire la palazzina. Quando le pattuglie sono arrivate sul posto, i due cadaveri dondolavano ancora contro la parete color salmone. Sono rimasti appesi per tre ore, avvolti ciascuno in un lenzuolo bianco, prima che il magistrato ne autorizzasse la rimozione: sotto gli occhi della folla che si era radunata e dei bambini che andavano a scuola, verso i tre istituti del quartiere. La coppia abitava in affitto in un appartamento del terzo piano. Lui, Orazio Viti, 49 anni, originario di Castellina in Chianti, ex carabiniere, aveva accumulato debiti per un centinaio di milioni. Lei, Patrizia Vittori, di 36 anni, nata a Udine, da cinque anni maitre d'hotel all'albergo Metropole di Riva degli Schiavoni, uno dei più eleganti di Venezia, si era intestata una parte di quei debiti. La motivazione principale del suicidio viene dunque attribuita alla situazione finanziaria divenuta ormai insostenibile, aggravata dallo stato di depressione nel quale l'uomo negli ultimi tempi era caduto. Lui si sarebbe ucciso per disperazione, la compagna lo avrebbe seguito fino in fondo. Ma c'è un'altra strada nell'inchiesta, che non viene trascurata e che ha messo in moto anche gli uomini della Digos, la squadra politica della polizia. Viti era un acceso sostenitore della destra, aveva in casa il ritratto di Mussolini, potrebbe forse esserci un risvolto politico dietro le quinte. 1 due vivevano insieme da quindici anni ma nessuno dei condomini o dei negozianti della zona aveva mai avuto occasione di approfondire la loro conoscenza. Apparivano a tutti come una coppia distinta, educata e riservata, che mai e poi mai avrebbe fatto prevedere un dramma cosi imminente. Anzi, una vicina ricorda che il marito li aveva visti e salutati giusto la sera prima, mentre rincasavano. Tranquilli come sempre. Ma la tranquillità doveva essere solo apparente. In passato l'ex carabiniere aveva collezionato una serie di denunce per reati contro il patrimonio, dall'emissione di assegni a vuoto alla truffa. Proprio per questo sarebbe stato allontanato dall'Arma. Al bar sotto casa lo chiamavano «professore», perché aveva raccontato che faceva il lettore di inglese all'università di Padova. Dall'ateneo, però, non arrivano conferme. Sulla carta d'identità, che porta la data del '94, risulta in attesa di occupazione. Stando agli investigatori, in questi due anni sarebbe vissuto di lavori precari. Quanto al suicidio, dai primi risultati delle indagini si arguisce che Viti, anche in tempi recenti, avrebbe continuato ad accumulare debiti. Non sono stati lasciati biglietti di spiegazione. Non sono stati ancora esaminati tutti i documenti trovati in casa. Per ora non ci sono elementi che avvalorino uno scenario più agghiacciante, quello che ha fatto da sfondo agli ultimi suicidi per questioni di denaro: una drammatica, estrema «fuga» dagli usurai. E resta inspiegabile la scelta di un gesto tanto teatrale nella sua tragicità. Mario Lollo I corpi sono rimasti penzoloni per 3 ore sotto gli occhi della folla e dei bimbi che andavano a scuola I due suicidi Accanto: Orazio Viti, 49 anni. A sinistra: Patrizia Vittori, 36 anni A destra: il condominio teatro della tragedia Sotto: la terrazza da dove si sono gettati i coniugi

Persone citate: Mario Lollo I, Mussolini, Orazio Viti, Patrizia Vittori, Viti

Luoghi citati: Castellina In Chianti, Padova, Udine, Venezia