Unica traccia: una gamba amputata Tutti i misteri del giallo del cassonetto

Setacciati dai carabinieri oltre 600 contenitori di immondizia della zona per cercare altre parti del corpo Mantova, ecco le «tappe» della difficile ricostruzione di un delitto e dell'identità della vittima Unica traccia: una gamba amputata Tutti i misteri del giallo del cassonetto MODENA DAL NOSTRO INVIATO L'ossessione della dottoressa Fregni si materializza la mattina di domenica, intorno alle otto e mezza a Castiglione delle Stiviere, provincia di Mantova. Angelo Toninelli, pensionato, 58 anni, esce dalla sua villetta per fare, come ogni mattina, pulizia davanti a casa. Pochi metri più avanti c'è una paninoteca («Il Gazebo») e i ragazzi che ne escono durante la notte gettano sulla strada pacchetti di sigarette vuoti e fazzoletti di carta. Toninelli li raccoglie davanti al suo cancello e li va a gettare nel vicino cassonetto dell'immondizia. Solleva il coperchio e, chissà per quale istinto, guarda dentro. Adagiato sul fondo c'è un involucro insanguinato. E' contenuto in una scatola di cartone per patatine. Il coperchio è sollevato e mostra un sacchetto trasparente che contiene una gamba. Toninelli rientra in casa, chiama la moglie, i vicini. Si consultano. Alle 9 telefonano ai carabinieri. Quando un appuntato solleva il sacchetto, ne scende ancora sangue. Il reperto viene portato all'ospedale. C'è bisogno di un esperto per esaminarlo. Parte la telefonata all'istituto di medicina legale modenese. E' di turno la dottoressa Fregni. Ha esperienza di autopsie e omicidi. Mai tentato di ricostruire un delitto attraverso una gamba. Prima ancora, di identificare una vittima, attraverso una gamba. Non c'è scelta, una parte per il tutto. I carabinieri setacciano tutti gli altri cassonetti nel raggio di chilometri. Ne perquisiscono seicento: niente. Resta solo la gamba, dottoressa. Una gamba destra. Il piede è misura 37. Allora si consultano le tabelle antropometriche: l'altezza dovrebbe essere un metro e sessanta, circa. Sull'unghia dell'alluce c'è una traccia di smalto rosso. Non è recente. E' passato moho tempo da quando la donna si è seduta, ha appoggiato il piede sul letto o su una sedia e ha dipinto le unghie di rosso. Tenendo le dita separate con batuffoli di cotone idrofilo? Soffiando perché asciugasse più in fretta? Chinandosi per farlo? Si chinasse di più, ecco ancora un po' e si potrebbe vederne il volto. Ma è solo immaginazione, bisogna lavorare scientificamente, invece. Magari capire che tipo di smalto è, quale la marca, interrogare le commesse delle profumerie intorno a Castiglione delle Stiviere. Smalto rosso, fosse almeno un colore più inusuale. Tra le dita, invece, ecco, questo sì può servire: frammenti di terriccio e qualche filo d'erba. Possono dire qualcosa sul luogo dove è avvenuto il delitto. La pelle è chiara, dovrebbe appartenere a un'europea. Depilata da poco, eppure eccolo lì, un pelo scuro. Bruna, dunque. Poi bisogna salire ancora e arrivare dove finisce la gamba, all'altezza del ginocchio, sotto la rotula, dove l'assassino ha tagliato, con un coltello seghettato, a giudicare dai segni, non molto in profondità, all'inizio, dunque un coltello non grosso, forse da cucina, di quelli usati per il pane. Poi ha torto, inciso le cartilagini, staccato. Un lavoro da macellaio, non da chirurgo. Un gesto di spregio e ferocia. Toccherà ad altri interpretarlo. Il lavoro del medico legale, per adesso, si fer¬ ma qui. Scrive che la vittima è donna, razza bianca, età presunta 25-30 anni, altezza presunta un metro e sessanta, carnagione chiara, capelli bruni. L'identikit di eserciti di donne. Aggiunge che la mutilazione è avvenuta dopo la morte. Il resto, alle prossime analisi. Alla radiografia, pensa, che potrà rivelare il «passato» della gamba: se ha mai avuto fratture, ad esempio. Poi, sarà una scommessa. Quali segni può avere su una gamba, una donna giovane? Nessuna operazione, probabilmente: non si hanno le vene varicose a 25 anni. Niente calli: quali lavori giovanili li provocano più? E' un'mdagine con poche speranze, più che arrivare al bersaglio può permettere di far combaciare quel poco che si sa della proprietaria della gamba con qualche eventuale donna scomparsa nella zona. La prima ipotesi, però, cade subito. Si punta su una cinese di vent'anni (minuta e carina, dicono) rimasta senza lavoro, con il marito in servizio di leva, scomparsa da Castiglione da due settimane. Telefona da Firenze: «Sono qui e sto bene». Nell'ufficio del giudice mantovano Marco Martani, incaricato delle indagini, affluiscono gli incartamenti relativi a casi di donne scomparse nella zona. Li scorre tutti e scuote il capo: risalgono a quat¬ tro-cinque mesi fa e anche più. Il tempo, per la gamba e la sua proprietaria, di andare molto lontano da lì. Circola l'ipotesi che possa trattarsi di ima prostituta albanese al lavoro nella zona intorno al Lago di Garda punita dal suo protettore, magari una clandestina, quindi impossibile da identificare e della quale nessuno denuncerà mai la scomparsa. Si prova a spostare il punto d'osservazione. Anziché pensare alla gamba, immaginare chi l'ha tagliata. Il professor Francesco De Fazio, direttore dell'istituto di medicina legale di Modena e criminologo di l'ama, ci prova: «Se, come pare, l'assassino ha taglia¬ to la gamba dopo l'omicidio, possiamo trovarci di fronte a uno psicopatico che prova piacere nel farlo, oppure dobbiamo immaginare che mettendo il moncone in un posto dove poteva essere ritrovato, usando per di più il sacchetto trasparente, abbia voluto lanciare un messaggio di sfida, a cui potrebbero seguirne altri. La domanda infatti è: nel cassonetto c'era la gamba, dov'è ora il resto del corpo?». La risposta manca, in compenso nasce la psicosi. Nella giornata di lunedì numerose telefonate sono arrivate ai carabinieri e al municipio di Castiglione: chiamavano persone suggestionate che affermavano di aver visto qualcosa di «strano» o di «orribile» nel cassonetto dei rifiuti. Invece, con rimpianto degli investigatori, solo fantasie. Rimpianto perché da una gamba è difficile arrivare a capo del mistero. Due anni fa, a pochi chilometri di distanza, a Montichiari, ci fu un caso simile. Accanto al solito cassonetto furono trovati due sacchi di plastica contenenti i brandelli di un cadavere decapitato. La prima paite del giallo fu risolta grazie a una cicatrice sotto l'ascella, ricordo di un'operazione chirurgica che bastò alla moglie per riconoscere Bruno Tiraboschi. Era un giramondo, era stato in Libia, Arabia, Jugoslavia. Aveva fatto il gestore di night, l'ambulante, il muratore. Giocava d'azzardo e amava un'ex ballerina croata. Aveva perso trenta milioni in una sera e il suo cadavere fu fatto trovare a cento metri dalla casa della donna. Ma di tutta la sua vita spericolata, sul suo corpo era rimasto un solo segno rivelatore: quella piccola cicatrice sotto l'ascella sinistra. L'ignota donna a cui apparteneva la gamba può essere cresciuta in un cortile di Valona o nella campagna lombarda, aver attraversato il mare di notte su un motoscafo o aver semplicemente girato l'angolo di casa e incontrato il suo assassino, per saperlo bisogna chiederlo a crucila traccia di smalto e a quei fili d'erba tra le dita e sperare che qualcuno venga a chiedere di una donna giovane o bruna che si depilava spesso a portava i tacchi alti per sembrare più di un metro e sessanta. Se lo faranno, la dottoressa Fregni si libererà di un'ossessione, un giallo verrà risolto anche senza Key Scarpetta, un fantasma di donna avrà pace e la sua gamba uscirà dal gelo di una cella frigorifera e sarà riconsegnata al calore del ricordo di una vita. Gabriele Romagnoli E' di una donna alta non più di un metro e sessanta L'età presunta è di 25-30 anni carnagione chiara, capelli bruni L'assassino ha tagliato l'arto dopo aver ammazzato la ragazza Il medico legale: il suo può essere un gesto di sfida Setacciati dai carabinieri oltre 600 contenitori di immondizia della zona per cercare altre parti del corpo Nelle campagne cresce la psicosi La polizia: il killer ha fatto un lavoro da macellaio La vittima sarebbe una prostituta A sinistra, una scena del film «Nero» tratto dal romanzo di Sciavi Sotto, la scrittrice Patricia Cornwell. In basso, una vista di Castiglione delle Stiviere