Nonni e borseggiatori Tre anziani smascherati a Roma

Nonni e borseggiatori Roma, bloccati alla Stazione Tiburtina: avevano rubato i soldi a un pensionato Nonni e borseggiatori Tre anziani smascherati a Roma ROMA. «Guardie e ladri» torna in scena alla stazione Tiburtina, fondale periferico e un po' cadente dove si accalcano turisti stralunati, guidatori di autobus cecoslovacchi e pendolari di provincia. Come nel celebre film con Totò e Aldo Fabrizi, vertiginoso tuffo negli Anni Cinquanta, domenica scorsa nel piazzale della stazione si sono misurati in antica furbizia tre anziani borseggiatori e due navigati ispettori della polizia ferroviaria. Un pomeriggio di finte, controfinte, astuzie. Ma sono stati più bravi i poliziotti. Domenico Panella, 81 anni, napoletano, detto «'0 Filosofo», insieme ai suoi due più giovani - si fa per dire - compari, di 68 e 63 anni, è stato arrestato in flagrante reato e ha passato la notte nelle camere di sicurezza della Questura. Una storia che è un trionfo della terza età. Dovrebbero già essere in pensione i tre ladri Domenico Panella, Salvatore Manfro, Carmine Limatola che invece si ostinano a battere treni e stazioni di mezza Italia per spennare i viaggiatori. Pensionato di fresco il borseggiato, a Roma per incontrare la figlia, e che nemmeno si era accorto del portafogli involato. Prossimi alla pensione i due ispettori della polizia ferroviaria, diretti da Gaudenzio Truzzi e da Filiberto Rossi. Le tecniche ricordano quelle di vecchio stampo. I tre - in trasferta a Roma - passeggiavano con impermeabili al braccio, valigie semivuote in similpelle e aria fintamente ingenua tra i pullman del piazzale. Erano alla ricerca di qualche vittima. L'hanno individuata in un si gnore di Reggio Calabria, con moglie al seguito e figlia che salutava. Mentre l'uomo caricava i bagagli, il terzetto di anziani lo ha circondato, una piccola spinta, un tramestio, e oplà, con destrezza quello che gli sta va dietro gli ha sfilato il portafogli dalla tasca dei pantaloni Mossa perfetta. Manolesta affinata con gli anni, tanto che il viaggiatore non s'è accorto di nulla. Peccato per il furfante vegliardo e i suoi due accompa gnatori, invece, che nel piazza le ci fossero due bravi ispettori di polizia, Antonio Di Lillo e Danilo La Manca, che avevano capito quello che era nell'aria e sono intervenuti all'istante. Raccontano gli ispettori che addirittura i tre borseggiatori hanno salutato mentre l'autobus per Reggio Calabria partiva. Probabilmente sfottevano. Ma l'entusiasmo è durato un momento. Il tempo di sentirsi battere sulla spalla. Portato di corsa al posto di polizia, 'O Filosofo l'ha presa con ironia. Prima ha provato a negare. Poi l'ha buttata sul patetico dei figli e dei nipoti. Poi ci ha riso sopra. «Vabbuò, ma lo facciamo senza violenza». A ot- tantun anni, e dopo una sfilza di arresti, non sarà certo quest'ultimo incidente a interrompere una lunghissima «carriera». Ieri, i tre sono stati processati per direttissima: in carcere è restato il giovane della compa- gnia, Limatola, che materialmente aveva in mano il portafogli della vittima. Gli altri due sono stati condannati, scarcerati e rispediti a Torre Annunziata con obbligo di residenza e di firma al commissariato. Per questa volta, insomma, al trio di terribili vecchietti è andata male. E per la verità erano stati fermati dagli stessi due ispettori già un anno fa, nella stessa area e per lo stesso reato. «E' una sfida a chi è più furbo», sintetizzano, trionfanti, i due ispettori. Anche domenica, forse perché insospettiti da qualche cosa, i tre veterani del borseggio avevano messo in atto tutte le loro tattiche. Sono entrati e usciti dalla piazza diverse volte. Hanno finto di andare via. Poi di partire. Poi di salire su un treno. Gli ispettori erano anche loro a far finta di aspettare un autobus che non arrivava mai. E li hanno visti tornare sui loro passi, guardinghi, ma sicuri di averla fatta franca. Solo dopo un'ora di queste finte e controfinte, hanno deciso che era arrivato il momento del colpo grosso. E c'è da dire che l'esperienza non li aveva traditi: avevano messo le mani su un portafogli ricco, con due milioni in contanti e carta di credito. Ci riproveranno. Se non per soldi, per restare giovani. Per gabbare il mondo e vivere alla grande nonostante gli acciacchi dell'età. «Il più anziano - racconta divertito Filiberto Rossi, vicequestore - sembra un vero professore. Si merita il soprannome di '0 Professore. La sua specialità, aiutato anche dall'aspetto, è chiacchierare sui treni, raccontare barzellette, consolare gli afflitti. E intanto i compari fanno razzia». Sembra che lo conoscano tutti i poliziotti delle stazioni d'Italia. Ma lui, sdegnoso, non ha mai accettato l'idea di mascherarsi. Francesco Grignetti Il capo della banda ha ottantun anni A caccia di vittime sui treni di tutta Italia Erano già stati fermati un anno fa dagli agenti della polizia ferroviaria «Il più vecchio distraeva i passeggeri Gli altri colpivano» Totò nel film «Guardie e ladri», una storia che ricalca quella dei nonni-ladri