Fazio-Abete, braccio di ferro sui tassi Prodi: subito la lira nello Sme, Stet sul mercato già '96

Vi Bankitalia ribadisce: prima deve calare l'inflazione. Gli industriali: così si frena l'economia Fazio-Abete, braccio di ferro sui tlissi Prodi: subito la lira nello Sme, Stet sul mercato già nel '96 MILANO. Spiacenti, ma la Banca d'Italia non fa sconti a nessuno: nemmeno all'Ulivo. Romano Prodi s'adegua, almeno per ora; Luigi Abete, in una delle sue ultime uscite da presidente della Confindustria, no. E attacca a testa bassa. La battaglia del costo del denaro si riaccende quando, da Washington, Antonio Fazio spegne gli entusiasmi ripetendo il messaggio solito: il tasso di sconto verrà tagliato solo quando l'inflazione scenderà al 4%. Quando? «Spero - risponde -, e sono abbastanza sicuro, che nel corso di quest'anno la media possa scendere sotto il 4%». La formidabile risposta dei mercati alla vittoria del centro-sinistra, insomma, non cambia la «linea dura» del governatore. «La politica monetaria sempre più restrittiva nel '95 - aggiunge - ha avuto il merito, assieme agli aggiustamenti del bilancio pubblico, di consentire il pieno recupero della lira...». Romano Prodi prende atto di questa prudenza, ben attento a evitare la prima polemica dopo la vittoria, anche se, con tatto e diplomazia, dà appuntamento a Fazio tra un mese o giù di l'i: «Non so cosa farà Banca d'Italia - commenta il futuro premier ma non vedo perché, se il nostro si dimostrerà un governo stabile, non debba esserci un segnale sul fronte dei tassi». Per ora, insomma, va bene così. Ma, tra qualche settimana, anche le autorità monetarie dovranno fare la loro parte: «Se i tassi non vanno giù ha dichiarato il professore in un'intervista a "Le Figaro" - non s'intacca il debito pubblico ed è così inutile sognare di far parte della moneta unica...». E alla moneta unica Prodi ci pensa per davvero. Anzi, tanto per cominciare «la mia priorità - spiega - è di far rientrare subito la lira nello Sme. Dovremo impiegare al massimo qualche settimana». E le privatizzazioni? «Rispetteremo tutte le promesse», sottilinea il Professore. E allora, innanzitutto, la prima tranche di Stet privata entro il '96 e poi una cessione per gradi, nonostante già arrivino i primi mugugni sindacali. La polemica vera contro Fazio, però, arriva dall'emisfero australe, addirittura da Johannesburg. Qui Luigi Abete guida, assieme al ministro delle Finanze Augusto Fantozzi, la missione della Confindustria. Ad Abete viene riferita la posizione di Fazio e lui, incurante delle differenze di fuso orario, replica subito duro la governatore. Ecco «l'invito» del leader degli im¬ prenditori («l'ultimo - promette che gli faccio»). «Fazio ha avuto dice - più occasioni per riflettere. Una gliel'ha offerta la Bundesbank, l'altra le elezioni. Se lui pensa che tutto ciò sia necessario ma non sufficiente e ribadisce che sia necessario raggiungere un valore nominale dell'inflazione, se ne deve assumere tutte le responsabilità». Non gli va proprio giù, la «quota Fazio», ovvero lo zoccolo del 4%.. «E perché - infatti aggiunge - non il tre o il due? Io resto convinto che nel corso di un processo di inflazione calante, una politica di discesa dei tassi contribuisca ad accentuare il movimento, mentre la strategia inversa possa ri¬ tardare gli effetti positivi, magari accentuando le disparità tra Nord e Sud». Più che un invito, insomma, un vero e proprio sfogo. Anche sul fronte della finanza, del resto, la frenata di Fazio ha avuto l'effetto di rallentare la corsa dei titoli di Stato. Ma alla City, però, il malumore non c'è. Basta sentire da Londra Helene Ilmayer, economista per l'Italia di Mms (finanziaria controllata da Standard and Poor's, l'agenzia di rating): «Certo - dice - l'economia rallenta e c'è spazio per un taglio. Ma Fazio, aveva detto che i tassi sarebbero scesi solo con l'inflazione al 4%. E lui vuol tener fede alla parola data». Ed ai mercati, dopo tante sorprese, piace chi rispetta gli impegni. Eppoi ai mercati, più che il calo dei tassi, interessa la prossima manovra. «L'ideale - aggiunge sempre da Londra Andrea Delitala di Morgan Grenfell - sarebbe un aggiustamento da 10 mila miliardi subito, magari varato dal governo Dini e poi approvato dalle nuove Camere...». Che fretta, quella della City. E intanto le imprese devono aspettare Fazio. Perché le banche, prima di un segnale di Bankitalia, non faranno di certo calare il costo del denaro per la piccola e la media impresa. Altro che la City... Ugo Bertone Vi

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