Dovrà chiarire gli ultimi dubbi sul vero ruolo dei due giovani che hanno ucciso la pensionata Delitto di Ciriè, chiesta perizia del Dna di N. Pie.

Dovrà chiarire gli ultimi dubbi sul vero ruolo dei due giovani che hanno ucciso la pensionata Dovrà chiarire gli ultimi dubbi sul vero ruolo dei due giovani che hanno ucciso la pensionata Delitto di Ciriè, chiesta perizia del Dna Su un guanto e una tuta trovati nelle case degli imputati Una perizia sul Dna dovrebbe chiarire gli ultimi dubbi sul delitto di Teresa Pagliero, la pensionata di Cirié assassinata nella sua casa ai primi di febbraio. Sgozzata per pochi orologi, una collana e meno di 200 mila lire. I due giovani accusati dell'omicidio, Giovanni Misceo, 19 anni e Giuliano Yentrice, di 21, anche nell'ultimo drammatico confronto davanti al gip Silvana Podda e al pm Alberto Giannone, presenti i difensori Coluccio e Ginestro, hanno continuato ad accusarsi a vicenda. «E' stato lui ad accoltellare quella donna. L'ha colpita all'improvviso alla gola, senza che potessi fare nulla» ha raccontato Giovanni Misceo. «No, io non c'entro, ha fatto tutto lui. Io stavo prendendo i soldi e i gioielli in un'altra stanza. Quando sono tornato la pensionata era a terra» gli ha ribattuto con rabbia Giuliano Ventrice, arrestato un mese dopo il delitto in Calabria, dove pare avesse cercato rifugio presso un parente legato alla 'ndrangheta. Dopo il confronto ci sono state perquisizioni nelle abitazioni degli imputati e dei loro famigliari. In casa di Misceo è stato trovato un guanto sporco di sangue. «Mi sono ferito mentre ero al lavoro» ha detto l'imputato. Mentre in quella di Ventrice c'era una tuta da lavoro, con strisce particolari. «L'aveva Ventrice quel giorno e subito dopo il delitto è andato a casa a farla lavare» ha detto Misceo. Con acqua molto, molto calda, tanto che s'è accorciata di 20 centimetri. Sul guanto e sulla tuta è stata disposta ieri ima perizia sul Dna, affidata ai carabinieri del centro investigativo di Roma. Se venisse accertato che il sangue è quello della vittima, sarebbe una prova ri- W m I i quella signora per prendere un gatto». Una versione ridicola. Alla fine aveva ammesso, aveva indicato anche il luogo, un fosso alla periferia di Ciriè, dove avevano gettato il coltello. Aveva anche detto: «Siamo andati in quella casa perché Giuliano conosceva la donna». E Ventrice aveva ribattuto con decisione: «Non è vero, è stata una scelta casuale». Ora gli inquirenti hanno accertato che non raccontava la verità. Sono stati gli stessi famigliari dell'imputato a smentirlo: «La signora Pagliero? Certo che la conoscevamo. Abbiamo comprato anche del vino nella sua cascina». A trovare la pensionata in una pozza di sangue a pochi passi dalla porta era stata la figlia Bruna al ritorno dal lavoro. E a lei ha inviato nei giorni scorsi una lettera Misceo per chiedere perdono: «Sono dispiaciuto di quello che è accaduto», [n. pie.]

Luoghi citati: Calabria, Ciriè, Cirié, Roma