Micheli: me ne vado Finarte cambia nome di B. G.

Micheli: me ne vado Finente cambia nome Micheli: me ne vado Finente cambia nome MILANO. Finarte ha i giorni contati. Francesco Micheli lascia il timone della società, che cambierà nome, e vende la sua quota. Lo ha annunciato ieri all'assemblea. L'accordo con i nuovi soci «è in fase avanzatissima»: quando tutto il 16,8% (o una quota consistente) che costituisce il pacchetto del finanziere avrà cambiato mano, partirà l'Opa su una quota pari alla quota ceduta. Micheli, enfant prodige di Piazza Affari, allievo prediletto insieme con Sergio Cusani di «Aldone» Ravelli, ha motivato la sua decisione con le difficoltà di operare sul mercato con una società quotata: «Per come è configurato il mercato finanziario italiano non è economico, dovendo ricostituire gli strumenti operativi, investire in attività legate all'intermediazione di valori mobiliari». Il «raider» di Bi-Invest (tentò la scalata contro Bonomi per conto della Montedison di Schimberni), non esce dalla scena: «Non andrò, riprenderò la mia attività, ma non con una società quotata perché i costi sono eccessivi. Basti vedere la crisi delle Sim che hanno costi operativi molto forti, ma che d'altra parte non hanno soddisfazione nell'humus operativo perché il mercato borsistico italiano non ha spessore». Micheli attenderà la conclusione dell'operazione Interbanca: Finarte uscirà dall'istituto {il che permetterà di accrescere la liquidità di circa 150 miliardi), quindi porrà la società nelle mani dei nuovi azionisti (i nomi sono ancora segreti, è stato precisato soltanto che non svolgono attività finanziaria pura): un'operazione che dovrà passare dal mercato, con la conseguente Opa. il iiFrancesco Mich g pMicheli ha inoltre anticipato che si dimetterà anche da presidente della Finarte Casa d'aste: «Avendo ormai ceduto le azioni, non vedo il motivo di continuare Francesco Micheli ad essere presidente». eli In relazione all'uscita di scena del presidente e amministratore delegato, l'assemblea ha provveduto a nominare un nuovo consiglio di amministrazione composto da 7 professionisti, che dovrebbe facilitare il passaggio ai nuovi azionisti che avranno il compito di integrare il consiglio ed annunciare i nuovi programmi della società. «Ho condotto la nave in porto - ha detto Micheli agli azionisti -, ma ora la società cambierà, i nuovi soci le daranno un nuovo indirizzo». Micheli aveva rilevato Finarte all'inizio degli Anni Ottanta quando la società aveva 500 milioni di capitale (oggi è di oltre 200 miliardi), quotandola in Borsa a giugno dell'86. Finarte è stata il braccio operativo del finanziere che ha al suo attivo alcune tra le più importanti operazioni borsistiche dello scorso decennio. Tra queste la scalata alla Bi-Invest, la holding della famiglia Bonomi poi passata alla Montedison, e il passaggio della Ras dal grup po Pesenti ad Al lianz. La società ha però sofferto la battaglia per il controllo di Interbanca in condominio con Bna, fino all'accordo del gennaio scorso con la Banca di Roma che ha portato le risorse (233 miliardi) per azzerare i debi ti e ricostituire una rilevante liquidità. Intanto Micheli aveva già ceduto agli olandesi della Ing l'attività di intermediazione della Sviluppo finanziaria. L'assemblea di ieri ha approvato il bilancio '95 chiuso con 11,7 miliardi di perdita (coperta, su decisione dei soci, tramite l'integrale utilizzo della riserva legale e altre riserve) e nominato i consiglieri tecnici. Alla famiglia Micheli resteranno piccole quote, e una partecipazione (2,9%) rima ne anche ad Anna Basso, prima moglie di Micheli. [b. g.]

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