I metalmeccanici verso il contratto

Un appello ad Abete: «Niente sconti salariali, al Sud c'è già troppo lavoro nero» Un appello ad Abete: «Niente sconti salariali, al Sud c'è già troppo lavoro nero» I metalmeccanici verso il contratto P ; Tra le richieste 262 mila lire di aumento al mese | e un Fondo nazionale di previdenza per la categoria Il leader della Uilm Luigi Angeletti ROMA. Decisa la piattaforma del milione e mezzo di metalmeccanici per il rinnovo contrattuale del secondo biennio. Dalla riunione degli «esecutivi» di Fiom, Firn e Uilm a Roma è scaturito il ventaglio di richieste che saranno presentate ufficialmente il 2 maggio a Federmnecanica, Intersind e Confapi. 11 capitolo principale riguarda l'incremento salariale mensile medio fissato a 262 mila lire. I sindacati sono arrivati a questa cifra calcolando in 97 mila lire il recupero della differenza tra inflazione reale e quella programmata dal governo relativamente al biennio giugno '94-'95. Questo aumento dovrebbe scattare dal prossimo primo luglio '96. P A questa cifra, secondo Fiom, Firn e Uilm, dovranno ancora aggiungersi 165 mila lire mensili come incremento per l'inflazione programmata, sempre secondo le previsioni effettuate dal governo e relative al prossimo biennio '96-'97. Un altro capitolo importante della piattaforma riguarda la realizzazione concreta del Fondo nazionale di categoria per la previdenza complementare, definendo sia il contributo delle aziende sia quello dei lavoratori. Un terzo flusso finanziario deve provenire da una percentuale del trattamento di fine rapporto. Completano il «pacchetto» sindacale le richieste relative all'apprendistato, quella sui lavori usuranti e sul trattamento di trasferta. «Le nostre richieste rappresentano la legittima applicazione ai metalmeccanici dell'accordo del luglio '93 - sostiene il leader della Uilm, Luigi Angeletti -. Non ci sono sorprese né nuove rivendicazioni. Intendiamo così dimostrare ai lavoratori che la via contrattuale è migliore della via legislativa e della stessa scala mobile per tutelare i loro salari». In questa riunione, i sindacati hanno espresso anche la loro opposizione alla riduzione dei minimi contrattuali proposta dalla Confindustria per attirare nuovi investimenti nelle zone depresse come nel Mezzogiorno e incrementare così l'occupazione. «Al Sud c'è già una larga evasione contrattuale - sostiene Gianni Italia, leader della Fim-Cisl -. Quindi c'è già una flessibilità data dall'elusione, ma che non ha portato benefici. E' sbagliato quindi pensare che tutto si possa risolvere legalizzando condizioni di sottosalario. Piuttosto seguiamo l'esempio adottato a Melfi», [p. pat.] LA RIVOLUZIONE DELLE TLC La società Erutto dell'intesa avrà un valore di 50 miliardi di dollari e sarà seconda solo alla At&t

Persone citate: Gianni Italia, Luigi Angeletti

Luoghi citati: Melfi, Roma