Ma a aprile il carovita non cala

Ma a aprile il carovita non cala Ma a aprile il carovita non cala Nelle città-campione prezzi tra il 4,4 e il 4,5% ROMA. Scenderà, non scenderà? L'ipotesi più probabile è che l'inflazione, ad aprile, resti al 4,5 per cento registrato in marzo. A ridimensionare le aspettative sulla frenata del costo della vita è la seconda ondata delle rilevazioni sui prezzi nelle grandi città: venerdì, ai primi riscontri, sembrava che l'inflazione, su base annua, dovesse planare al 4,3 per cento, ma il più massiccio blocco di dati arrivato ieri dalle località-campione fa pensare che il calo non ci sarà o, tuttalpiù, la discesa si fermerà a quota 4,4. Per tutto ciò, comunque, il condizionale è ancora d'obbligo fino al 6 maggio, quando i calcoli dell'Istat scioglieranno dubbi e riserve. Restando alla cronaca dei numeri le indicazioni complessive delle città-campione danno, nel confronto tra marzo e aprile, un incremento dei prezzi al consumo pari allo 0,5-0,6 per cento, contro l'aumento dello 0,3 registrato in marzo rispetto a febbraio. Perché questa leggera scivolata? Su aprile hanno pesato i rialzi, non indifferenti, delle bollette dell'acqua pota¬ bile, la pressione sui listini dei prodotti petroliferi, l'adeguamento periodico degli affitti. A Milano, intanto c'è un piccolo «giallo»: il dato sull'inflazione, che era stato quantificato in un aumento mensile dello 0,7 per cento sarebbe sbagliato. A dirlo è l'assessore all'ambiente, Walter Ganapini, annunciando per oggi i risultati di un nuovo calcolo sui prezzi. Che cosa è successo? I tecnici del Comune hanno attribuito il balzo dell'inflazione nel capoluogo lombardo soprattutto al capitolo abitazione, acqua, energia e combustibili: «Senza questo commentavano - il trend dei prezzi avrebbe continuato a registrare un beve rallentamento». In particolare la colpa dell'aumento era fatta ricadere su un rincaro, quasi un raddoppio, delle tariffe dell'acqua, dovuto all'applicazione di una legge sulla depurazione. In serata però l'assessore Ganapini ha smentito, asserendo che «l'aumento non si è mai verificato». In attesa di sciogliere il dubbio su Milano, dove al momento il trend dell'inflazione su ba¬ se annua risulterebbe pari al 5,2 per cento, dai dati delle città campione emerge un aumento al 4,3 per cento dal 4,1 precedente a Bologna e una stabilità sul 2,9 per cento a Palermo. Negli altri Comuni si è registrata invece una discesa, anche se inferiore a quella di marzo. A Torino e Napoli si sono avuti i cab più consistenti, con il tasso di inflazione su base annua sceso rispettivamente dal 4 al 3,6 per cento e dal 5,2 al 4,8. Anche a Venezia, la città con il costo della vita più alto d'Itaba, il tasso è lievemente sceso dal 6,1 al 5,9 per cento. Riduzioni pure a Firenze, dal 3,9 al 3,8; a Genova, dal 4,4 al 4,2 e a Trieste, dal 5 al 4,9 per cento. In serata l'ipotesi di un'inflazione meno leggera del previsto ha parzialmente raffreddato lira e future dei Btp che, sull'onda dei risultati elettorali, avevano vissuto una giornata di successi. Così nel cambio col marco la nostra moneta è passata a 1024,75, dalle 1022 precedenti. Vanni Cornerò DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' deficit record per Eurotunnel, la società che gestisce la galleria sotto il canale della Manica: 925 milioni di sterline nel 1995, circa 2200 mihardi di lire. Un deficit massacrante, sebbene da settembre la società abbia sospeso il pagamento degli interessi sul colossale debito - 8 mihardi di sterline, | circa 19 mila mihardi di lire - con il consorzio di 226 banche che ha finanziato la faraonica impresa. Eppure il presidente della società, sir Alastair Morton, ha accolto i dati con grande ottimismo: «Forse abbiamo fatto abbastanza bene». Poco importa che il tunnel stia perdendo denaro al ritmo di 2,7 miboni di lire ogni minuto: l'importante, per l'imperturbabile sir Alastair, è che la società abbia conquistato il 45% del traffico fra Dover-Folkestone e Calais e abbia messo in difficoltà gh operatori di traghetti. Le banche creditrici sbuffano e dietro le quinte minacciano di provocare il collasso della Eurotunnel, per appropriarsi del pacchetto azionario; ma nella sede della società è come se tutto filasse liscio. E' vero che l'Eurotunnel sta conquistando quote sempre più vistose nella «battaglia della Manica»; ma gh operatori dei ferry - i principali sono la P & O e la Stena - non mollano e anzi aumentano il numero dei servizi e riducono le tariffe. Morton promette «ambiziose iniziative commerciali» entro l'estate, anche se nessuno capisce come possa ridurre i prezzi quando la sua società non è neppure in grado di pagare le banche (i soli interessi ammontano a quasi 5 mihardi ogni giorno). La quadratura del cerchio richiederebbe - è quello che auspica Eurotunnel - una ristrutturazione del debito, magari con megasconto. Ed è su queste linee che ci sarà battaglia. Intanto i conti (in rosso) dicono che 3 milioni di passeggeri e 1,3 milioni di tonnellate di merci sono passati l'anno scorso nel tunnel, che quest'anno saranno rispettivamente 5 e 4 milioni, che i problemi tecnici sono stati risolti, che l'utile operativo (debito a parte) è incoraggiante. Tutto, insomma, per ignorare quel buco di bilancio più profondo della Manica. [f. galv.] RISPARMIO Una nuova iniziativa dell'istituto torinese

Persone citate: Alastair Morton, Ganapini, Vanni Cornerò, Walter Ganapini