Patti, la dea degli «scoppiati» un nuovo disco e, in luglio, tour italiano

Torna dopo un lungo silenzio la Smith, cantante «maledetta» negli Anni 70 Torna dopo un lungo silenzio la Smith, cantante «maledetta» negli Anni 70 Patti, la dea degli «scoppiati» Un nuovo disco e, in luglio, tour italiano ROMA. La moda dei revival non sempre è cieca e insensata; non sempre serve solo a riciclare il passato in mancanza di materia prima fresca e convincente. E benvenuto il revival degli Anni Settanta, se si porta dietro il ritorno di alcuni sacerdoti della musica e del costume che hanno fatto arte e tendenza in quel periodo cosi discusso, con tutta la loro carica intenzionale di provocazione. Per esempio, toma Patti Smith, che se n'è rimasta a lungo così lontana e appartata da provocare nei meno informati confusione con la sexy vocalist degli «Scandal» Patty Smyth, due ipsilon in più e 11 anni in meno. La Patti doc, classe 1946, era nata artisticamente nel vivaio di Andy Warhol, fra le esperienze dissipate metropolitane della New York primi Settanta, ormai stufa marcia degli hippies. Adesso, sta tornando fra noi con un disco, «Gone Again», in uscita il 4 giugno, e con un tour nel torrido luglio rock italiano: debutto 11 giorno 8 a Roma, ultima data il 12 al Festival di Villa Arconati. E in mezzo, tutto ancora da decidere. Poetessa, cantautrice, persino sceneggiatrice con Shepard, la Smith fu nel '74 autrice di quello che è considerato il primo disco punk, «Hey Joe». Ma molte altre ragioni spinsero a considerarla un personaggio chiave dell'epoca: fu lei ad aprire la strada a tutte le riot girls che vennero dopo, dalla businesswoman Madonna fino a Courtney Love, scellerata vedova di Kurt Cobain dei Nirvana. Usava il clamore e lo stravizio come bandiera oltraggiosa, dimostrando per prima che la rockstar poteva essere anche femmina; la sua poetica guardò a Mick Jagger ma anche a Bob Dylan, superando entram- bui. Patti, invece, diventò normale. Si sposò con un padre della contestazione musicale Usa, Fred «Sonic» Smith degli Mc5, e cominciò una vita segregata ed anonima nei dintorni di Detroit. Da patita dell'eroina, diventò vegetariana e salutista: «Io posso soltanto cambiare me stessa ed è l'unico modo per dare qualcosa agli altri», spiegò. Poi, qualche anno fa, il ritorno, con un disco e con un libro di poesie: ma non era ancora il momento giusto. Ci sono personaggi che hanno bisogno di un'epoca, di un clima particolare, per poter essere compresi fino in fondo. Questa volta, infatti, pare la volta buona: nella colonna sonora del film «Dead Man Walkin'» si ascolta la sua voce nel brano «Walkin' Blind», e il barometro segna bel tempo artistico per Patti negli Stati Uniti, dove l'ex star ha già cominciato a scaldarsi le tonsille con riveritissimi concerti in piccoli club. Chi l'ha vista cantare, l'ha raccontata con rispetto: «Usa Today» parla della sua autorevolezza sulla scena; il «Los Angeles Times» si spinge ancora più in là: «Non torna al rock solo come una voce preziosa dai Settanta, ma come una star convincente dei Novanta». E' rimasta vedova e si è pure messa con il tennista John McEnroe; sul palco porta il figlio tredicenne che suona la chitarra. Canta l'inedita «About a Boy» in omaggio a Kurt Cobain, cita «Not Fade Away» di Buddy Holly; l'accompagna una band di vecchi amici dei Settanta fra i quali Tom Verlaine. La vita ricomincia, la vita continua, anche per le poetesse maledette del rock. H Courtney Love, la vedova di Kurt Cobain dei «Nirvana»

Luoghi citati: Detroit, New York, Patti, Roma, Stati Uniti, Usa