Marilyn, molto più che la bellezza; Priebke e la terra di Pinocchio

Marilyn, molto più che la bellezza; Priebke e la terra di Pinocchio Marilyn, molto più che la bellezza; Priebke e la terra di Pinocchio lei. Qualcosa che la gente vedeva e riconosceva nelle sue interpretazioni e con cui si identificava». Pasquale Grillo, Aosta Dalla Tunisia l'Italia è la tv Io non ho il televisore e mi ritenevo indifferente alle polemiche televisive. Recentemente però mi sono recato spesse volte a Tunisi per motivi di lavoro. Dalla tv dell'hotel si ricevono bene Raiuno e Raidue. Non ho ùidagato per altre reti italiane. Comunque l'immagine che molte persone che vivono in Paesi prossùni a noi possono farsi del nostro Paese dipende totalmente da quanto vedono dalle nostre tv. Come italiano non posso quindi più essere indifferente alla qualità dei nostri programmi. Nel poco tempo che ho dedicato al video, sono rimasto allibito dalla quantità di ricchi premi in palio non già per prestazioni spettacolari come ai tempi in cui seguivo la tv (ricordo le vincite del dottor Inardi che indovinava domande terribili di musica sinfonica!). No, ora è premiato chi risponde a indovinelli cretini o chi gira il cartellone giusto. Che idea possono farsi di noi, i nostri vicini? Roberto Bera, Torino Un mercato sulle ossa dei caduti In questi momenti di revisionismo storico e addirittura di negazionismo dei crimini nazifascisti, in questa Italia, già «terra dei morti» di medievale memoria ed ora «terra di Pinocchio» secondo Newsweek, Toaff asserisce che «dovrebbero essere le vittime delle violenze naziste a perdonare gli aguzzini» perché il perdono non può venne che da quella parte, e poi invece si sostituisce agli unici aventi diritto e al tribunale sostenendo che «non si devono dare pene detentive ad un uomo di ottanta anni». Egli è subito sostenuto dal vescovo ausiliare di Roma; per il quale «le parole di Toaff so- ì LA LETTERA DI O.d.B. Caro O. d. B.; lo so che le elezioni erano importanti e, forse, decisive per l'Italia dei Poli, ma in questi giorni la cosa che mi ha più tormentato è stata una coincidenza drammatica. Come considerare la rappresaglia di Israele contro i profughi del Libano, che è andata oltre all'offesa subita, rispetto alle proteste di parte della comunità israelitica a Roma contro il rabbino Toaff accusato di moderazione nella sua richiesta di condanna di un capo della rappresaglia nazista all'attentato di via Rasella? Ciro Pozzi, Milano GENTILE signor Pozzi, lei non scrive spesso, ma tutte le volte che scrive è per proporre una domanda imbarazzante. Ha vero desiderio di ottenere una spiegazione consistente oppure le basta pensare che mi toccherà scervellarmi per risponderle? A ogni modo, se lei pretende un giudizio sui due fatti, con relativo raffronto e contrapposizione, non può contare su di me. Perché la mia posizione è schematica e irreversibile, e già mi è costata delle polemiche con i lettori. Io rispetto il quinto comandamento che dice di non uccidere. E il ragionamento finisce qui. Mi rifiuto di giudicare l'atto di uno o più assassini secondo le loro idee e le loro opinioni politiche, uccidere è sempre peccato. Tutte le cause che implichino uno spargimento di sangue e la Non uccomandirreve soppressione di una vita umana diventano automaticamente per me ingiuste. cidere amento rsibile Sbaglierò, me lo dicono in tanti. Anche lei, in fondo, anticipa il suo dissenso a quanto io posso dirle, quando scrive: «Non sarebbe ora di revisionare tutta la Storia più recente, mettendo sottosopra le versioni ufficiali troppo spesso insoddisfacenti, ristabilendo un poco di verità; ridistribuendo colpe e innocenze? Si potrebbe partire proprio da una traumatica incongruenza quale quella che le ho segnalato all'inizio. Ma scommetto che lei anche se mi risponderà non mi risponderà a tono, cercherà di divagare. Perché tutti cercano di evitare di esporsi chiaramente quando si toccano argomenti così scabrosi e si preferisce il quieto vivere o le proteste retoriche di prammatica. E lei deve comportarsi, come si dice, diplomaticamente per non scontentare troppo i suoi lettori...». Gentile signor Pozzi come vede, ho cercato, invece di risponderle sinceramente e drasticamente a costo anche di scandalizzare i più. Pazienza. Ci sono certe convinzioni a cui non riesco a rinunciare. che, a milioni, mai ottennero giustizia e provocare l'ira dei parenti, così offesi nei loro più sacri sentimenti, i quali, nella maggioranza dei casi, neppure hanno, in sia pure minima parte, ricevuto un qualsiasi risarcimento per gli incommensurabili danni sofferti. Mi associo infine a Silvano Sammarco, plaudendo a Ferdinando Camon e al giornale, nel chiedere collaborazione per istituire anche in Italia un'Associazione Figli dei Deportati e delle Vittime del nazifascismo, forse l'unica maniera per porre termine, da parte di terzi estranei, allo sfruttamento della memoria dei nostri morti, perdurante da sempre, spesso in antitesi con gli ideali per cui si sanificarono. Umberto Fusaroli Casadei Bertinoro (Forlì) l'interno dell'ordinamento provvedimenti di polizia (art. 7 bis), non può più essere tollerata. In uno Stato che si vuole di diritto non possono esistere, per gli stessi reati, due ordinamenti differenti: uno per i cosiddetti cittadini normali (con tutte le garanzie processuali); l'altro per gli stranieri (con l'abnorme rico noscimento giuridico nel diritto processuale stesso della misura di sicurezza pubblica). Una necessaria politica di re golamentazione dell'immigra zione non può consentire uno stravolgimento simile del diritto, ignoto persino alle Costituzioni più autoritarie e razziste di questo secolo. Franca Archibugi Valeria Albanese Argia Mariano Baino, Roberto Barbieri, Francesco Bellofatto Ginevra Bompiani, Giuseppe Cantillo, Cesare Cases, Gianni Celati, Collettivo 33 (Gennaro Carillo, Carmelo Colangelo, Francesco Fusillo, Bruno Moroncini, Rosanna Petrillo. Francesco Piro, Giuseppe Russo, Maurizio Zanardi) Pasquale Coppola, Pappi Corsicato, Daniele Del Giudice, Antonietta De Lillo, Ettore De Lorenzo, Andrea De Rosa, Ma ria Pia De Vito, Giuseppe Di Costanzo, Bruno Di Pietro Roberto Esposito, Gabriele Frasca, Goffredo Fofi, Nadia Fusini, Jannis Kounellis Nino Longobardi, Valerio Magrelli, Giuliana Martirani Mario Mattone, Eugenio Mazzarella, Enzo Moscato Renato Nicolini, Monsignor Nogaro, Nico Orengo, Mimmo Paladino, Angela Putino Antonio Prete, Elisabetta Rasy Vieri Razzini Ernesto Tatafiore Cesare Segre, Daniele Sepe Adriana Tocco, «Comunità di Capodarco», «Dentro Napoli;. 'lb d LETTERE AL GIORNALE