una ferita aperta
P P Duro scontro al parlamento palestinese per il progetto di emendare la Carta costituzionale danna del traditore, egli pianse quasi avesse perduto un figlio». La vita umana e politica -, di Arafat è piena di figli traditori, di fratelli serpenti, soprattutto di figliuoli prodighi. Anche la talpa che fece ammazzare Abu Jihad, il numero tre dell'Olp, al pari di Abu Iyad amico e compagno di una vita, era un figliol prodigo, perdonato da Abu Ammar. E' figliol prodigo dell'ultima ora il miles ghrìosus Abul Abbas, sciagurato capo dell'«azione Achille Lauro», infame oltre che inutile impresa, oggi ripudiata (sembra su disposizione di Saddam, patrono del gruppo di cui Abbas è capo). Paradossalmente il ritorno in patria, dopo lunghi anni amari segnati dalla delusione e dal tradimento, il ritomo addirittura nella terra natia sembra aver reso meno sentimentale Arafat. Il fatto è che Arafat ha deciso di accettare la pace con Israele perché «conveniva». Non certo per amore verso Israele e gli israeliani. Ed è qui, verosimilmente, il segreto motivo deU'inimmaginabile incontro psicologico fra Arafat e Rabin. Nutrivano una reciproca diffidenza, ma un certo giorno nacque una specie di neocameratismo da vecchi soldati. Anche Rabin aveva seppellito l'Uzi perché «conveniva». Se una volta «conveniva» assegnare a se stesso e ai combattenti della causa palestinese un obiettivo supre¬ mo, vale a dire la distruzione del nemico-colonialista, Israele, oggi quest'obiettivo «conviene» cancellarlo. In politica gli atti formali contano, non fosse altro perché fanno Storia. E infatti Israele ha posto come condizione ineludibile per una pace giusta l'abolizione dei passaggi della Carta nazionale palestinese senz'altro «inquietanti»; soprattutto dell'articolo 21. Questo perché nella Storia si dovrà scrivere che la pace, appunto, «conveniva» ad Israele. Mentre la revisione della Carta palestinese, la cancellazione dei paragrafi utopici si ma altamente simbolici, comporta non poche difficoltà per Arafat. Difficoltà che aiunentano il «rischio-vita». Non sappiamo se sia vera la notizia d'un attentato contro di lui sventato in extremis, ma è certo che la scommessa della pace Arafat l'ha fatta (come Rabin) con una duplice posta: un futuro sereno per i figli dei figli, la sua stessa vita. Si dirà che se non fosse stato sicuro di superare anche questo ostacolo, Arafat non avrebbe convocato il Parlamento per emendare la Carta dell'Olp. E' vero che Arafat ha avuto e mantiene una enorme fiducia in se stesso però non sarà facile, persino per un nego- UNA FERITA APERTA AGAZA BU Abbas ha chiesto pubblicamente scusa per il sequestro della nave Achille Lauro che portò all'omicidio dell'ebreo americano Leon Klinghoffer. Abbas ha definito l'accaduto «un errore». La conversione del capo del Fronte di liberazione della Palestina (fino a pochi anni fa uno dei movimenti palestinesi più attivi sul fronte del terrorismo anti-israeliano) è andata anche oltre e l'ha portato a esprimere il proprio appoggio per il processo di pace fra lo Stato di Israele e i palestinesi promosso da Yasser Arafat, del quale è stato un tenace oppositore. «Ci dispiace. L'abbiamo detto in passato e lo ripetiamo oggi. E' stato un errore. L'uccisione di quel passeggero è stato un errore, un errore seguito da altri errori», ha affermato Abbas durante
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