CERNOBIL SCENE DI UN DRAMMA di Emanuele Novazio

MASSIMO TRE MASSIMO TRE CERNOBIL, SCENE DI UN DRAMMA Film e documentari dal 24 aprile dieci anni dopo il disastro nucleare CINEMA e nucleare, in ricordo di un dramma. Si apre mercoledì 24 aprile al Massimo Tre (via Montebello 8) la rassegna «10 d. C. (dopo Cernobil). Cinema e nucleare» organizzata in occasione del decimo anniversario della tragedia della cittadina russa. In cartellone, trentacinque film realizzati per il cinema e la televisione, opere d'autore, documentari: gran parte dei lavori proposti sono in prima visione per il nostro Paese. Spiccano «Le campane di Cernobil» di Rollan Sergienko, le cui riprese avvenute nei momenti successivi al dramma hanno portato alla morte, per contaminazione radioattiva, dell'aiuto regista e di due cameramen e «Public-shelter», il cd-rom della statunitense Joane Loader (di cui ricordiamo l'eccellente «Atomic Cafè») comprendente quaranta minuti di video, 400 fotografie, 10 ore di trasmissioni radiofoniche e 1400 testi di documentazione contro il nucleare. Sono inoltre previste proiezioni mattutine per le scuole al Centrale d'Essai (si comincia il 24 con «Silkwood»), un seminario, una serie di incontri sul disastro di Cernobil. La rassegna si apre il 24 con un pomeriggio imperniato sulla tragedia di Hiroshima (in cartellone «Hiroshima, la preghiera di una madre» e «Hiroshima Mon Amour» di Alain Resnais) alle 16,30, seguito dal documentario «Superphenix: Histoire folle d'un monstre» sul generatore nucleare francese alle 18,30. In prima serata, da non perdere gli inediti «L'ombra del sarcofago» e «Cernobil. Gli anni e i destini» diretti entrambi dall'ucraino Georgij Shkljarevskij, ospite in sala. Ingresso libero. L'inglese Peter Watkìns è l'autore di «The war game» e «The journey», in cartellone dalle 22,30. Nella giornata di giovedì spicca alle 20,30 in ante¬ prima italiana «Half life» dell' australiano Dennis O'Rourke. L'iniziativa, in programma sino.al 1° maggio, è organizzata da Pervisione, Aiace, Pro Natura Torino, Centro Studi Domenico Regis con il contributo di Comune, Provincia e Regione. Daniele Cavalla L'IMMAGINE NEGATA Dieci anni dopo, un'immagine resta impressa soprattutto - della tragedia di Cernobil e della rappresentazione che essa ispirò nei mass media sovietici. Un elicottero, un gigantesco elicottero verde con le insegne dell'Urss che volteggia sul reattore devastato e spande un denso rivolo di sabbia, si allontana e torna, vuota il suo carico e si allontana un'altra volta. Ma ci vollero giorni, perché l'immagine dell'elicottero entrasse nelle case sovietiche e dominasse gli schermi tv, da Vladivostock a Minsk: concentrando i segni più vistosi del dramma, l'insipienza dei controlli, la superficialità dei soccorsi, l'insostenibile ritardo dell'informazione. Ci volle un tempo che, misurato col metro di un osservatore occidentale in Urss, sembrò prima di tutto un insulto, un'aggressione alla dignità e all'intelligenza degli abitanti di quel Paese. Ma se l'intera informazione ritardò, fu ^immagine» a soffrire soprattutto: l'ammissione verbale del disastro dovette attendere «soltanto» 72 ore. E alla piena assunzione di responsabilità davanti alla popolazione sovietica da parte di Michail Gorbaciov, allora segretario generale del pcus, occorsero tredici giorni. L'«incontro visivo» con la tragedia fu più faticoso: l'Urss, e il mondo, dovettero abituarsi un po' alla volta alla straordinaria enfasi di case abitate soltanto dagli spettri del recentissimo passato, villaggi dove tutto era rimasto com'era al momento della fuga, vasi alle finestre, panni al balcone, piatti pieni a metà. E donne anziane che guardavano l'obiettivo senza dir niente; e cataste d'auto ammassate nei campi perché contaminate. Dieci anni dopo, a qualcuno tutto questo sembrerà forse bizzarro. Ma se per il primo film attendibile e «completo» su quanto era avvenuto al reattore dovettero passare due anni, la domanda che si impone ancora riguarda la tremenda forza dell'informazione e dell'immagine. Anche da questo punto di vista, Cernobil è stato purtroppo una lezione. Emanuele Novazio

Persone citate: Alain Resnais, Daniele Cavalla, Dennis O'rourke, Domenico Regis, Loader, Michail Gorbaciov, Peter Watkìns

Luoghi citati: Hiroshima, Minsk, Torino, Urss