Rauti, rivincita «Gianfranco ha sbagliato tutto» di F. G.
Hauti, rivincita Hauti, rivincita «Gianfranco ha sbagliato tutto» ROMA. La vendetta di Pino Rauti, uscito con fragore da Alleanza nazionale, si chiama Isabella. La figlia del leader della Fiamma tricolore, terza incomoda nel collegio Roma-centro tra Walter Veltroni e Filippo Mancuso, secondo i primi sondaggi si aggiudica il 7 per cento dei voti. Risultato: passa Veltroni, al candidato di centrodestra vengono a mancare voti preziosi. Ma proiezioni e sondaggi, in complesso, portano grandi soddisfazioni al msi-Fiamma. Al Senato, Rifondazione missina avrebbe il 2,5 per cento. Anche se non scatta la magica soglia del 4 per cento al proporzionale, qua e là si registrano notevoli picchi. Rauti può cantare vittoria. Si lamenta invece Gianni Alemanno, esponente An, genero di Rauti avendo sposato la terribile Isabella: «Chi ha votato Fiamma, potrà valutare il danno che è stato fatto». «La media del 2,5 per cento - è l'esordio di Rauti, immancabilmente tendente al teorico - senza zone popolose come Liguria e Piemonte dove non eravamo presenti, significa che abbiamo preso più del 3 por cento. E' un risultato buono che può diventare ottimo». Non ci credevano nemmeno loro, all'inizio. Poi la campagna elettorale li ha incoraggiati. La soddisfazione per i risultati, ovviamente, si trasforma in grandi frecciate agli ex camerati. «Fini ha sbagliato tutto - dice Rauti con aria trionfante - è chiaro che lo zoccolo duro del tnsi ha finalmente deciso di riconoscersi in noi. Fini non ha neppure tentato un approccio con noi. Se qualcuno siibsse ricordato di interpellarci, forse avremmo anche potuto decidere di presentarci soltanto nel proporzionale senza interferire nel maggioritario». Già, perché le «interferenze» del msi-Fiamma significano diversi collegi persi dal Polo. «Ma sappiamo anche di qualche nostro successo locale - dice ancora Rauti vedi Siracusa, dove il candidato Caruso dovrebbe aver vinto sul radicale che aveva di fronte». Intanto dal salotto di Raiuno, il telegenico Tomaso Staiti di Cuddia, ex deputato di lungo corso, maramaldeggia: «Berlusconi può dire addio definitivamente ai suoi sogni di gloria. Ma già vedo tornare all'orizzonte l'inciucio». [f. g.]
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