D'Alema esulta pds primo partito

vt Entusiasmo nella Quercia, Berlinguer: «E' da 40 anni che aspettavo questo mpmento» D'Alami esulta, pds primo partile «E ora togliamo falce e martello dal nostro simbolo» ROMA. Domenica 21, metà pomeriggio: da Botteghe oscure e dall'Unità partono le telefonate ad alcuni quotidiani e ai giornalisti «amici». La Quercia ha fatto «exit poli» in proprio, gli unici di cui si fida, e ne dà notizia. Secondo questi dati la vittoria dell'Ulivo è sicura (forse, addirittura senza Rifondazione) e il pds è il primo partito. Domenica 21, ore 22,10, Luigi Berlinguer - occhiali appannati, aria di stralunata felicità - si affaccia nella sala stampa del «Bottegone», subito dopo i primi sondaggi Abacus. «L'Ulivo ha vinto - esulta - e ci gustiamo questo risultato. E' da 40 anni che stavo aspettando questo momento: noi siamo sempre stati fuori e ora stiamo per entrare». Qualcuno, in sala stampa, si stupisce della frettolosità con cui Berlinguer commenta i risultati: non è nello stile di Botteghe oscure. Ma al secondo piano del palazzo che ospita la Quercia non si sorprende nessuno. I dati in possesso del partito sono anche migliori di quelli dell'Abacus e Massimo D'Alema è su di giri. «Tutto come previsto - dice rivolto ai suoi - siamo il primo partito e abbiamo vinto: mi ero stufato di perdere sempre». Domenica 21 aprile, ore 23: poco più di un centinaio di militanti si assiepa sotto Botteghe oscure. Bandiere, slogan, commenti. Più tardi, il segretario si affaccerà dal balcone per salutare, e poi scenderà tra la folla. Annuncia che Veltroni ha battuto Mancuso, e dice, riferendosi alla falce e martello: «Ora non avrà più senso avere quel mar¬ chio che sta alle radici della quercia. Dopo aver vinto credo che potremo cambiare più serenamente, insieme». Domenica 21 aprile, due minuti dopo mezzanotte: Massimo D'Alema scende in sala stampa. Cammina a due metri da terra, sorride, ride, è felice ma infastidito, come al solito, con i giornalisti («Se si potesse essere più civili, sarebbe meglio per tutti», li redarguisce). Il segretario del pds commenta i dati dell'Abacus, però ha la mente rivolta a quelli del pds, che ha lasciato sulla sua scrivania al secondo piano di Botteghe oscure. Secondo quei numeri accuratamente riportati sui fogli che circolano al piano nobile del palazzo l'Ulivo ha buone probabilità di farcela anche senza Rifondazione. Commenta D'Alema: «L'Ulivo ha vinto con un margine significativo. Sì, è una vittoria netta e indiscutibile. Non sappiamo ancora come si tradurrà in seggi anche se abbiamo una percezione più positiva, grazie ai nostri dati, di quella ricavata dai sondaggi Abacus: la notte è ancora lunga e vedrete che ci riserverà qualche sorpresa. Questo risultato ha un grande valore politico: ha prevalso l'idea di rinnovamento, di un nuovo patto di solidarietà tra gli italiani ed è stata repinta l'aggressività della destra che, con la sua virulenza ha allontanato da sè i moderati. E a Berlusconi voglio dire che ha sbagliato, che ha fatto molti errori: rispolverando lo spettro del comunismo ha parlato ad un'Itaba che non c'è più e non ha saputo rivolgersi alla nuova Italia». Continua a ridere, Massimo D'Alema. E' emozionato? Commosso? Visto il tipo è piuttosto arduo capirlo. «L'Ulivo ha conquistato il consenso sul campo, soprattutto in questi ultimi dieci giorni. La nostra vittoria - dice - è garanzia di serenità, è garanzia del fatto che le riforme si faranno con il dialogo e non con la prevaricazione, e, soprattutto, è garanzia di governabilità». Inevitabile, giunge la domanda su Rifondazione: non sarà difficile governare con Bertinotti? D'Alema non risponde e lascia intendere che, secondo i sondaggi di Botteghe oscure, i voti dei neocomunisti potrebbero non essere indispensabili: «Debbo dire - replica all'interrogativo - che noi al pds abbiamo una percezione migliore del risultato dell'Ulivo. Del resto alle regionali noi, al contrario degli exit poli, abbiamo visto giusto. Le cose stanno così: l'Italia ha detto «no» alla destra; l'Ulivo ha vinto le elezioni, intende governare il paese, e domani mattina (stamattina n.d.r.) si vedrà che ha anche i numeri». E se le previsioni di Botteghe oscure si dovessero rivelare errate? Il governo si farà lo stesso, con i voti di Rifondazione. E in vista di questa eventualità con buona pace di Giorgio Napolitano che nega il ruolo di ago della bilancia alla Lega, al pds c'è già chi pensa di andare a vedere le carte di Umberto Bossi. Maria Teresa Meli vt

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