«Da genitori non ci si dimette»

«A mio padre preferisco l'amore» «Da genitori non ci si dimette» Gli esperti: la legge impone il mantenimento DALLA PARTE DEL CODICE ICIAMO subito una cosa: divorziare dai figli non si può». Lo dice Chiara Saraceno, docente di Sociologia della famiglia, e lo ribatte, codice alla mano, Clotilde Calfa, avvocato civilista, specializzata in diritto di famiglia. «La legge infatti dice che i genitori sono tenuti a mantenere i figli, e stabilisce lo stesso principio per i figli, per generi e nuore, suoceri e suocere, fratelli e sorelle, e viceversa. Sono persone "obbligate a prestare gli alimenti", sempre che la persona in questione non abbia di che vivere». Tanto che, quando qualcuno chiede un sussidio al Comune, la prima domanda che gli viene fatta è: «Lei ha dei famigliari tenuti agli alimenti?». E se sì, a loro toccherà mantenere chi non è in grado di farlo da solo. «I genitori hanno un dovere in più - spiega l'avvocato Calfa - quello di mantenere i figli fino a quando non saranno autosufficienti». Ma mettiamo il caso di un figlio scioperato, che non ha alcuna intenzione di lavorare e di mantenersi da solo, e non studia nemmeno. E mettiamo il caso che il genitore decida «che così non si può andare avanti». «La giurisprudenza recente concorda sul fatto che i genitori devono mantenere i figli fino a quando non siano in grado di farlo da soli, ma s'intende che il figlio deve fai-e qualcosa, studiare (seguendo un regolare corso di studi) o dimostrare di cercare seriamente un lavoro. Spesso i genitori tollerano certe situazioni, altre volte no, e ciò emerge soprattutto dalle cause di divorzio, dove talvolta si arriva a versare al figlio solo gli alimenti, cioè il necessario per vivere». «Questo padre di Bolzano dice la professoressa Saraceno - ha cercato di "radiare" la figlia dalla famiglia, ma le sue responsabilità rimangono. Il modo in cui procede è curioso: sembra voglia garantirsi dal punto di vista anagrafico. In fondo mi fa un po' pena, questo povero padre». Ma una spiegazione c'è, per una decisione così bizzarra come il «divorzio» dalla figlia: «Esistono ormai queste famiglie con figli adulti che vivono con i genitori, che si fanno mantenere, e fanno contemporaneamente valere il diritto ad essere sostenuti, e quello di essere autonomi. E allora diventa più difficile conciliare stili di vita diversi, regole, valori. I genitori - oggi che non valgono più le regole di autorità di un tempo - non sanno come fare a mediare, ad accettare cose che non capiscono. Spesso scoppiano delle guerre, perché tutti hanno diritti, tutti fanno valere le proprie priorità, la propria definizione della realtà». Spezziamo una lancia in favore dei genitori? «Che strumenti ha un genitore per esprimere il proprio disagio? Di soli to si parla di quello giovanile ma i padri e le madri, dovi : I mettiamo? Se un padre fa vait re le proprie regole, subito vii ne accusato di autoritarismo. E quando non ne può più, come penso sia successo a Bolzano, si arriva a questi gesti tremenui la "radiazione". E poi c'è un elemento in più, che ho capiti leggendo di questa vicenda. Un retaggio che viene da lontano, un uomo che dice: chi è del mio sangue e mi disonora, allora non deve essere più del mio | sangue. Io lo cancello, lo ripudio Ma le sue responsabilità, ripeto, restano tutte lì». [bru. gio.] «Sempre più frequenti i conflitti padri-figli» La sociologa Chiara Saraceno

Persone citate: Calfa, Chiara Saraceno, Clotilde Calfa, Saraceno

Luoghi citati: Bolzano