Anche una falsa bomba tra i gioielli di Jackie di Paolo Passarini

Anche una falsa bomba tra i gioielli di Jackie Anche una falsa bomba tra i gioielli di Jackie UN «GIALLO» TRA I CIMELI WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Magico. C'è stato anche un momento magico l'altro giorno da Sotheby's all'apertura della mostra degli oggetti appartenuti a Jacqueline Kennedy. E' stato proprio quando un gruppo di visitatori prevalentemente dalla California e da Hong Kong sostava di fronte al tavolo su cui John Fitzgerald Kennedy firmò il trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari. «Una bomba, una bomba», ha sibilato qualcuno, mentre il personale delle tre differenti società ingaggiate per garantire la sicurezza cercava di spingere la gente fuori nel modo più ordinato ma anche più sollecito possibile. E così, per un attimo, una frazione di quella moltitudine che si era affollata alla casa d'aste della 74" strada per vedere in anteprima gli oggetti dei Kennedy, che saranno messi al- l'incanto da martedì sera, ha vissuto per intero l'incantesimo di essere nella storia. Per l'asta ci si aspettano partecipazione e incassi epici e, a giudicare dalla lunga fila che si è stesa su York Street da venerdì pomeriggio, l'aspettativa non dovrebbe andare delusa. Sotheby's pensa che raccoglierà circa 5 milioni di dollari dalla vendita di tutti o quasi gli oltre 4000 oggetti che saranno messi all'asta. Gli esperti pensano che il bottino sarà più grosso e che molti articoli saranno venduti a un prezzo dieci volte superiore a quello iniziale. C'è di tutto: dalla famosa sedia a dondolo del Presidente al cavallino a dondolo sul quale giocava Caroline durante gli anni della Casa Bianca. Ci sono le perle false di Jackie, ma anche il diamante di fidanzamento da 40 carati che Aristotile Onassis le regalò. C'è tanta di quella roba che la mostra è stata organizzata per sezioni che pretendono di raffigurare i «posti» dove l'unica regina americana ha vissuto: la casa al mare di Maitha's Vineyard, la Casa Bianca, l'appartamento di Manhattan sulla Quinta Strada. E dentro ciascuna sezione sono presentati gli oggetti pertinenti, inquadrati da luci mirate come dei Cézanne o protetti da bacheche di cristallo come gioielli aztechi. Sono in realtà le mazze da golf del Presidente, oppure alcuni dei suoi «livres de chevet». E la gente vuole tutto. Non è stato mica uno scherzo, per quelli che ci sono riusciti, arrivare fino a qui. Per essere ammessi all'anteprima degli articoli dell'asta era necessario comprare un catalogo di 584 pagine dal prezzo di 90 dollari (circa 150 mila lire) in copertina rigida e la metà in brossura e poi riuscire a venir sorteggiati da un computer. Circa 75 mila persone hanno comprato il catalogo per andare all'anteprima e solo 15 mila hanno avuto il diritto di mettersi in fila per visite di 60 minuti al massimo a un'ora prestabilita. Erano così 750 autentici eroi della caccia ai «memorabilia» quelli che hanno dato vita l'altro pomeriggio alla storica fila da Sotheby's, gente che non ha paura di niente e che, infatti, non ha fatto una piega quando un mitomane ha telefonato annunciando l'esplosione della bomba per le 3 del pomeriggio. Sono tutti sfollati con calma e con un solo pensiero nella testa: «Torneremo». Torneranno. Infatti, appena si è saputo che la bomba non esisteva, i dirigenti di Sotheby's hanno magnanimemente annunciato che chi aveva perso il turno dalle 3 alle 4 sarebbe potuto tornare quando voleva. Erano ancora tutti lì. Paolo Passarini Allarme dopo una telefonata anonima 1750 visitatori sono stati fatti allontanare dalla sala mostre Da martedì la storica vendita

Persone citate: Aristotile Onassis, Cimeli Washington, Jacqueline Kennedy, John Fitzgerald, Kennedy

Luoghi citati: California, Hong Kong, Manhattan