NON SARA' UN DUELLO MORTALE di Ezio Mauro

I seggi aperti dalle 7 alle 22. Quasi 49 milioni di elettori per il nuovo Parlamento NON SARA' UN DUELLO MORTALE NONOSTANTE qualche robusto tentativo di cercare la mischia nelle ultime settimane, l'Italia che oggi va al voto è un Paese più consapevole, meno lacerato e impaurito di quanto sia stato negli ultimi anni. Un Paese disilluso, anche: ha imparato che la politica e la scheda elettorale non sono le armi improprie per rivoluzioni e cambi d'epoca improponibili in questo Occidente di fine secolo, soprattutto in un Paese dove non ci sono uomini nuovi e nessuno arriva dall'esilio della prima Repubblica. Dunque le elezioni tornano ad essere, finalmente, soltanto le elezioni. Non l'anno zero di chissà quale nuova era, e nemmeno la chiave per la conquista del potere. I poteri restano diffusi, distribuiti e persino bilanciati, com'è giusto in una società democratica. Il voto decide soltanto chi guiderà la politica che deve organizzarli, attraverso gli strumenti di uno Stato moderno. Tutto questo non significa che i due schieramenti principali che si sfidano oggi non siano diversi, anche profondamente, e profondamente ostili tra di loro. Ma è il Paese, sfibrato da due anni di scontro senza approdo, che non sente più i richiami all'ultima spiaggia, così come non legittima ipotesi di sfondamento e non è più sedotto dalla semplificazione del radicalismo. Abbiamo la fortuna - in un Paese che politicamente non ne ha avuta mai troppa - di poter almeno contare su due ipotesi politiche nettamente distinte, riconoscibili e riconosciute come alternative tra di loro. Ma tutte le fortune si fermano qui. Perché le due ipotesi politiche faticano a produrre due identità precise per il Polo e Ezio Mauro CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA

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