Un inglese al timone della Gancia

Un inglese al timone della Gancio Mark Butterworth, nominato ieri dal consiglio, guiderà il gruppo vinicolo Un inglese al timone della Gancio Vittorio Vallarino lascia gli incarichi operativi TORINO. Sul castello di Canelli la bandiera dei Gancia sventola alta, ma, in azienda, la famiglia fa un passo indietro. Ieri sono state confermate le notizie della vigilia, quelle che davano per certo il cambio della guardia, al vertice della «Fratelli Gancia», la società operativa del gruppo. Confermato anche il nome: Mark Butterworth, fino a meno di un mese fa responsabile dell'area Sud-Est asiatico della Allied Domecq, il colosso anglo-spagnolo dei supralcolici, secondo soltanto alla Idv-Grand Metropolitan. Butterworth prende il posto di Vittorio Vallarino Gancia, che diventa presidente onorario e cede il timone dell'azienda. «A 63 anni uno può anche la¬ sciare che se la sbrighino gli altri», diceva poche settimane fa Vittorio Gancia e, a chi gli chiedeva se era vero che avesse cercato una candidatura al Senato, rispondeva, con il suo stile burbero e sbrigativo: «Balle dei giornali». Nessuna vocazione politica a sostituire quella che, per 38 anni, il «dottor Vittorio» ha avuto per l'azienda fondata, a metà Ottocento, da Carlo Gancia e da cinque generazioni guidata dalle famiglie Gancia-Vallarino. «Continuerà ad essere così - affermano dal quartier generale di Canelli -, la proprietà resta completamente alla famiglia». In effetti però, con le decisioni di ieri, a rappresentare il nome del fondatore nella cabina di regia del gruppo rimane solo Lorenzo Vallarino Gancia, cugino di Vittorio, che ricopre la carica di presidente della holding. La poltrona di amministratore delegato della società di Canelli è infatti stata confermata ad un altro manager al di fuori della famiglia: Giancarlo Roncaglio. Nell'organigramma il nome Gancia torna a livello di direzione generale, incarico retto «in tandem» da Lamberto e Massimiliano, figli di Vittorio. Ma le voci degli ambienti vinicoli commentano, a proposito dell'uscita di scena di Vittorio Gancia, che il bilancio '95, approvato ieri, presenta cifre meno ricche di quelle del '94: fatturato di 76,8 miliardi, contro 80 e utile a 165 milioni, contro 212. E si fa anche notare che il nome di Butterworth, grande conoscitore dei mercati asiatici verso cui il gruppo di Canelli ha messo la prua, è stato scelto da Lorenzo, che aveva pochi giorni fa firmato l'accordo «parallelo» di distribuzione Gancia-Rémy Martin. Insomma una Gancia che pensa sempre di più all'estero. «In tutti i sensi», aggiunge qualcuno. Vanni Cornerò Vittorio Vallarino Gancia lascia la presidenza dell'azienda di famiglia

Luoghi citati: Canelli, Torino