la benzina non riaccende l'inflazione
Dalle prime città segnali di calo. Per il Fmi la nostra moneta sarebbe sottovalutata del 10% Dalle prime città segnali di calo. Per il Fmi la nostra moneta sarebbe sottovalutata del 10% la benzina non riaccende l'inflazione Borsa su, la lira balla ROMA. L'inflazione rallenta nonostante la benzina. I primi dati della città campione rivelano che ad aprile i prezzi sono aumentati più del previsto e, soprattutto, più di quanto non sia accaduto a marzo. Complessivamente, se la tendenza si rifletterà a livello nazionale, l'indice tendenziale calcolato su base annua dovrebbe comunque continuare a calare per assestarsi al 4,3 per cento contro il precedente 4,5. La conferma si avrà lunedì quando, nel rovente clima postelettorale, i grandi capoluoghi completeranno la lista delle rilevazioni. Il verdetto definitivo si avrà il 6 maggio. Fra le città che ieri hanno diffuso i loro dati, Trieste resta una di quelle coi listini più caldi: ad aprile l'indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,5% rispetto al precedente mese di marzo (quando l'aumento congiunturale era stato dello 0,3%) e il dato tendenziale è sceso al 4,9% (5% in marzo). Lievissimo incremento per Torino: nel mese i prezzi sono saliti dello 0,4 percepito (0,3 il dato precedente) e il risultato di tendenza è scivolato al 3/6 per cento (4 nei trenta giorni precedenti). A Grosseto l'indice è cresciuto dello 0,3 per cento portando l'andamento tendenziale al 3,7 per cento. A Udine, infine, i prezzi di aprile hanno mostrato una evoluzione dello 0,4 per cento; il dato annuale è pertanto arrivato al 5,4 per cento (da 5,7 per cento). Il segnale di fondo è dunque positivo, anche se numerose tensioni avvelenano l'atmosfera. Il brusco rincaro dei prezzi delle carni bianche, unito a quello della benzina, potrebbe aver avuto un effetto negativo per un'inflazione che da fine 1995 ha imboccato un cammino virtuoso. Dal 6% per cento di tasso tendenziale annuo di novembre si è gradualmente passati al 4,5 di marzo, grazie anche al rinnovamento del paniere. Aprile, pur confermandosi un mese positivo, sembra destinato a rompere la buona abitudine di avere un andamento dei prezzi che scende di mezzo punto ogni trenta giorni. L'obiettivo a cui tutti puntano è il 4 per cento, soglia alla quale la Banca d'Italia ha promesso di abbassare un costo del denaro fermo dal maggio del 1995 al 9 per cento. La benzina, che ha perturbato la prima parte di marzo, aiuta adesso a sperare. Ieri è proseguita la corsa al ribasso dei prezzi, su una tendenza esattamenta opposta a quella manifestatasi una settimana fa. Le compagnie petrolifere, aiutate dalle minori tensioni che stanno caratterizzando i mercati petroliferi internazionali, hanno annunciato un sostanzioso pacchetto di riduzioni e riportato la super sotto le 1900 lire al litro, 20 lire in meno rispetto alle punte raggiunte solo lunedì scorso. Le attese per un miglioramento della situazione non hanno amplificato la tendenza positiva della lira scatenata giovedì dalla riduzione dei tassi tedeschi. La moneta italiana, che secondo il Fondo monetario è attualmente sottovalutata del 10 per cento, ha perso ieri terreno sul marco (1043 lire il cambio contro le precedenti 1041) ma si è ripresa in serata a New York. Più debole il dollaro: nei confronti della lira, il biglietto verde ha raggiunto quota 1565,03 lire, rispetto alle 1570,91 di ventiquattro ore prima. In queste circostanze, la Borsa ha vissuto una giornata dal fondo decisamente positivo sino a chiudere la seduta con l'indice Mibtel salito di oltre 1' 1%. In deciso rialzo gli scambi. Molto l'interesse su Eni (+1,14% a 6298 lire) e Fiat (+1,47% a 5410 lire), Generali (+1,90%), Montedison (+0,46%) e tra i telefonici soprattutto sulle Stet (+2,69% le ordinarie), [r. e. s.]
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