le cento anime dell'attore

le cento anime dell'attore le cento anime dell'attore Con «Riuscire a farvi ridere» si torna al fascino del varietà UN omaggio al varietà o una celebrazione del talento comico di Gino Bramieri? «Riuscire a farvi ridere» forse è l'una cosa e l'altra. Scritto da Italo Terzoli, Enrico Vaime e Dino Verde, inesso in scena da Pietro Garinei, è una specie di macchina del tempo che ci fa regredire ad una forma di spettacolo di cui si fa un gran parlare, ma del quale si sono perdute le tracce. Il teatro di varietà è diventato, nell'epoca del martellamento e delle adulterazioni televisivi, il Cameade di don Abbondio: una memoria quasi del tutto sfuggita e affidata a coloro che hanno ormai varcato la soglia degli anni bianchi. 1 giovani, allevati nel plancton catodico, ne sono del tutto ignari. E allora, per restituirci a un'epoca ormai svaporata, la ditta Garinei & Giovannini ha invertito il corso del tempo e ci ha paracadutati negli Anni 50, tra gli sfrigolìi di quei palcoscenici sui quali le girls facevano balenare sogni di tra- sgressione con un solo levar di gamba e il comico si infilava ilare e sfrontato nel tunnel dello battute a doppio senso. Per questa operazione nostalgia o, per dirla col sottotitolo, per questo revival in due tempi, Garinei ha chiamato Gino Bramieri, che di tale genere scintillante e baraccone è stalo il campione indiscusso. E Bramieri si tuffa nell'impresa con una generosità e un senso del divertimento che contagia e galvanizza la folta platea dell'Alfieri, dove lo spettacolo è in scena fino a mercoledì 24 aprile (con una pausa elettorale domenica I. Nella cornice scenografie;! sontuosamente funzionale di Uberto Bertacca (girevoli che, di volta in volta, evocano un ambiente diverso), con il contomo di un delizioso corpo di ballo istillilo da Gino Laudi, con l'apporto prezioso della «spalla» Enzo Garinei e con la partecipazione di Elena Berera, che garantisce il fascino della femminilità al quadrato, Bramieri pare avvoltolarsi nel miele di cui si è sempre nutrito. Si pone al crocevia di tutti i varietà e ce li restituisce in pillole gustosissime. Ed ecco le famose tirate comiche, che qui assumono i contorni della satira antitelevisiva e delle meditazioni affettuosamente derisorie sulla terza età; ecco gli sketch che hanno fatto la storia del teatro leggero italiano, come quello (irresistibile) del signore in fregola che, invece di andare a trovare una signorina molto disponibile, entra in uno studio dentistico. 0 come la scenetta del set cinematografico, in cui l'attore sempliciotto non riesce a capire le istruzioni del regista. Gli equivoci che la coppia si scambia si allargano in una sventagliata di assurdità dagli effetti irresistibili. E che dire eh Bramieri travestito da anziana signora che vuole apprendere da una celebre spogliarellista l'arte della seduzione e precipita nello sbaraglio di un corpo refrattario a tutti i segnali d'amore? Bramieri è straordinario, non si risparmia, non gioca al ribasso. Recita, canta (musiche di Berto Pisano) e balla con un'energia invidiabile. E quando, sul finale, affronta il suo cavallo di battaglia, ossia offre il campionario sgargiante delle sue barzellette, entriamo nell'apoteosi. In sala l'entusiasmo è grande. Gli applausi sono interminabili, le chiamate non danno tregua. Quando avrà l'Alfieri un aitra serata come questa? Forse al prossimo spettacolo dell'amatissimo Gino. [o. g.l