Messner: la mia vita riparte dal Polo Nord

Messner: la mia vita riparte dal Polo Nord L'alpinista prepara nuovamente l'«impresa impossibile» in cui l'anno scorso rischiò la vita Messner: la mia vita riparte dal Polo Nord NUOVA SFIDA Al GHIACCI NATURNO (Bolzano) DAL NOSTRO INVIATO Levissima, purissima. La tv l'ha preso così. Lui che è un uomo così lontano dalla televisione, con il suo barbone folto, i suoi boccoli, gli occhi di cobalto, e le sue imprese impossibili dove non può arrivare neanche l'occhio di una telecamera. L'ultimo rimasto. Reinhold Messner, 52 anni, è l'ultimo degli avventurieri, nell'era dei computer e dei grandi spazi. E parte da qui per conquistare altre vette o va sui ghiacci per raggiungere il Polo Nord. Quella volta, al Polo, ha perso e adesso promette di riprovarci: sarà tutto pronto fra due anni. Perché lui è di quelli che non s'arrendono mai, e questo in fondo è il loro segreto. «Quelli come noi muoiono durante le loro imprese», dice. «Se non è la prima volta, sarà la terza. Di sicuro, l'ultima». Lo dirà per scherzarci sopra. Ci sono altri modi per perdere. Come quella volta, al Polo Nord. Quel giorno, il ghiaccio si spezzò e lui e suo fratello finirono con la testa nell'acqua. Quando si perde bisogna solo pensare a vivere o a sopravvivere. E' l'unico modo per restare in gara. «Mi devo rimettere a posto, e poi ci tomo», dice. Ci vuole un cuore speciale. Quaranta battiti al minuto pulsa quello di Messner. E ci vuole una testa speciale, come la sua. «Io quando sono sotto la tenda nei ghiacci sogno il mio letto e la mia donna. Quando sono con lei, sogno il posto più lontano e più diffìcile. Sono un po' schizofrenico, è vero, però sto bene così». Noi non possiamo sapere come si fa a essere come lui. Fra gli sportivi, non è dei più famosi. Però, è fra i più amati. Lui fa quello che noi non sogniamo neanche di fare, e dev'essere per questo che lo invidiamo. Ha 52 anni, tutte le volte sfida il suo cuore e la sua testa, ma dice così, semplicemente così: «Io sono un montanaro, non ho la capacità, non ho il tempo di essere altro. E vorrei nella mia vita rimanere sempre nelle montagne». Le montagne sono la cosa più forte della natura. Se le vinci, ti puoi sentire imbattibile. Poi ci sono anche le montagne sacre. In Australia, gli aborigeni venerano l'Ayers Rock. E quando arrivarono i bianchi chiesero loro perché adoravano quel posto come un luogo simbolico. In fondo era solo ima roccia. Loro risposero che era proprio per questo, «perché non ha mente». Dissero i bianchi: ma se non ha niente, perché non la date a noi? «Perché il niente è il più grande valore che c'è», risposero gli aborigeni. Non sforziamoci di capire. La verità è che il niente probabilmente esiste solo per gli altri. E le montagne non sono mai niente. Ma cosa c'entrano il Polo Nord e i ghiacci infiniti con Reinhold Messner, l'uomo delle montagne? «Il Polo è la zona più lontana da me, ma è anche la più matta, perché non esiste terra, non esistono albe ri, non esiste niente di niente. Esiste solo l'acqua che per me è la cosa peggiore. Eppure dev'essere questo che mi affascina, questa diversità, questa lontananza». E qual è il segreto per affrontare le imprese dell'impossibile? «L'entusiasmo dev'essere la prima cosa che ti porti dietro. In queste spedizioni, arriva sempre a un certo punto lo sfinimento, la stanchezza fisica e spirituale e in quel momento tu devi avere lo zaino pieno delle cose di ieri, perché solo così riesci a resistere e a superare le difficoltà». Ma hai dei trucchi da insegnarci? «Io ho trucchi molto semplici. Quando devo partire per una spedizione, la sogno per molto tempo e questa idea diventa la mia compagna da letto, poi mi alzo con lei, la seguo, mi piace, dimentico tutto il resto e vivo così intensamente con lei che alla fine lei diventa un'energia che ti cresce dentro. Diventa una ruota che metti in movimento e quando tu la metti in movimento è difficile frenare, questa è una legge fisica. Devi farla crescere in te sempre più grande, sempre più forte». Tu sei un verde, no? «Sono un ecologista e lotto per quello. I verdi fanno un mucchio di parole, troppe parole per me. E non guardano la realtà». Credi in qualche religione? «Sì». Sei buddhista? «No». Sei cristiano? che cosa sei? «Sono panteista». Per chi voti? «L'Ulivo mi ha chiesto di candidarmi, ma ho detto di no». Hai detto una volta: è più difficile avere 20 anni adesso che ai miei tempi. Perché? «Perché noi abbiamo vissuto alla grande per due generazioni e abbiamo sfruttato il mondo in modo estremo. Il mondo è diventato molto più veloce. Oggi è più difficile stargli dietro». Quand'è che sei diventato alpinista? ((Avevo cinque anni. Passeggiavo con mio padre e salivo a Casnago e uscendo dal bosco c'era im prato e in fondo le Odle, le montagne più belle che ho mai visto. Anche adesso che ho salito tutte le montagne del mondo, per me quelle restano ancora le più belle. Mi sono fatto una casa lì, in quel punto, quando si esce dal bosco. Avevo 20 anni e pensavo: "Vivo qui tutta la mia vita".». Hai perso molte volte? «Qualche volta sì». E cosa pensi in quei momenti? Hai mai pensato, ma chi me lo fa fare? «Ma sì. Però questo pensiero ti viene prima di partire o subito dopo la grande paura. Mai nel momento più drammatico». Qualche rimpianto ce l'hai? «E' troppo tardi per averli. Per i rimpianti è sempre tardi. Non bisogna averne. Uno soffre, accetta la sconfitta e guarda avanti». Hai paura della vecchiaia? «No La vecchiaia è tranquillità. A gente come me questa è una cosa che fa bene». Quanti di noi possono diventare come te? «Non lo so. Devi avere dentro questa voglia che è una malattia. Io non so quanti di voi sono così malati». Pierangelo Sapegno «Io sono un uomo di montagna, ma là esiste solo l'acqua E' questa diversità che mi affascina» Sotto l'alpinista Messner «Ho 52 anni ma la vecchiaia non mi fa paura» «Quelli come me sono malati e muoiono durante le loro imprese» 1986 LHOTSE

Persone citate: Ayers Rock, Messner, Pierangelo Sapegno, Reinhold Messner

Luoghi citati: Australia, Bolzano, Naturno