«Ma quel Giuda in divisa era solo una mela marcia»

«Ma quel Giuda in divisa era solo una mela marcia» «Ma quel Giuda in divisa era solo una mela marcia» LA SORELLA DEL GIUDICE SONO addolorata. Mi ferisce sapere che attorno a Giovanni ci potesse essere anche chi poteva tradirlo. Talpa? Spia? Non lo so, forse la storia di quell'uomo della scorta si può limitare a qualche episodio di criminalità, di delinquenza comune». Maria Falcone, sorella di Giovanni, parla dalla sua casa di Palermo. Misura le parole, ma tradisce una forte emozione. Ricordi che ancora sanguinano, ferite che si riaprono. Timori e sospetti che affiorano, anche se non hanno contorni precisi. Che cosa ricorda? L'aveva mai visto? «Non ricordo quell'uomo. Forse ci siamo incontrati una volta a Mondello. Non conosco quindi bene la sua storia, Giovanni non me ha mai parlato. Per questo non voglio giudicare. Non voglio emettere sentenza, né di assoluzione, né di condanna. Ho fiducia nella magistratura, ho fiducia in quello che hanno fatto e faranno i giudici». Ma suo fratello aveva paura? Suo fratello che era così attento, così scrupoloso? «Ogni tanto mi raccontava le sue paure. Ricordo quando si parlò dell'attentato dell'89, all'Addaura. Quell'attentato che poi fallì. "Qualcuno - mi disse - aveva parlato, qualcuno aveva segnalato i miei spostamenti". Una talpa? Chissà. Lo stesso discorso me lo fece quando fu ucciso Cassare: anche allora si parlò di una talpa». Il problema riguarda proprio il rapporto di Falcone, di suo fratello, con gli agenti della scorta. Non ha mai avuto dubbi? «Guardi, l'agente che è stato arrestato era una "mela marcia". Può succedere. Ma non andiamo oltre con le ipotesi e i sospetti, non dimentichiamo chi è morto per mio fratello, con mio fratello quel terribile pomeriggio a Capaci. Erano uomini che hanno versato il loro sangue, che hanno vissuto giorno per giorno con Giovanni. Che lo accompagnavano notte e giorno. Erano i suoi angeli». Ma sulla macchina, sulla Croma blindata che accom- pagnava suo fratello, c'era anche un uomo pronto a tradire, un diavolo. Che cosa prova? «Dolore. E' una ferita, per me, sapere che accanto a Giovanni ci fosse qualcuno che lo tradiva, che era pronto forse anche a voltargli le spalle. Ma di più, mi creda, non posso dire. Anche perché, lo ripeto, ho fiducia nella magistratura, negli uomini che lavorano e lottano per sconfiggere la mafia». Un ruolo importante, signora Falcone, in questa vicenda, l'ha avuto ancora una volta un pentito. Che cosa ne pensa? «Ecco, questa è la soddisfazione più grande. E' una gioia sapere quanto siano importanti i pentiti. Una gioia sapere che le intuizioni di Giovanni siano state in questi anni un'arma vincente contro la mafia. E' stato Giovanni a portare i collaboratori di giustizia in primo piano, a chiedere, a lottare perché fosse approvata la legge sui pentiti. E' questa la strada da seguire, quella che ci sta portando a lottare con maggiore forza contro la mafia. I pentiti stanno alzando tanti veli su Cosa Nostra, su tante stagioni di sospetti, di corvi e di inquinamenti nelle istituzioni. Credo che Giovanni possa essere contento di questo. Ma per favore, non generalizziamo: degli uomùii della scorta ricordiamo quelli che hanno sofferto, hanno pagato con la vita. Non questa unica, isolata, "mela marcia"». Luigi Sugiiano Un pentito lo accusa «Svelò alla mafia il nome di un drogato che collaborava con gli inquirenti» L'uomo fu torturato e ucciso e il corpo venne gettato in un cassonetto «Non posso dimenticare gli agenti che sono morti con Giovanni Erano i suoi angeli» «Quando ci fu l'attentato alla sua villa mi disse "Qualcuno ha tradito"» ERA COMPOSTA DA SEI UOMINI. ERANO VESTITI IN BORGHESE, INDOSSAVANO IL GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE. QUANDO FALCONE SI RECAVA A CASA DUE UOMINI SALIVANO CON LUI IN ASCENSORE, ALTRI DUE SALIVANO PER LE SCALE. UNO ENTRAVA PER PRIMO IN CASA PER EVITARE ATTENTATI 0 SCOPRIRE ESPLOSIVI. QUANDO FALCONE DORMIVA, GLI AGENTI STAZIONAVANO SUL PIANEROTTOLO 1A SCORTA DI FALCONE SOSPETTE. FALCONE CAMBIAVA PERCORSO OGNI GIORNO; LO SCI EG LI EVA ALL'ULTIMO MINUTO E RSO MO A fianco, Michele Condiparo. In alto, l'agente arrestato (di spalle) quando faceva parte della scorta del giudice Falcone A sinistra, Totò Riina. In basso (Raffaele Ganci

Persone citate: Del Giudice, Falcone, Giovanni Erano, La Sorella, Maria Falcone, Michele Condiparo, Raffaele Ganci, Totò Riina

Luoghi citati: Capaci, Falcone, Palermo