Uccide la zia per l'eredità contesa
Cronache Giovane di Schio Uccide la zia per l'eredità contesa VICENZA. Ci sono volute dieci coltellate mortali e un tentato suicidio per mettere fine ad anni di lite sull'eredità contesa. Anche se qualche mese fa l'accordo sembrava trovato. Un accordo che però a Massimo Visonà, 27 anni, di Schio in provincia di Vicenza, magazziniere della Lanerossi, non era andato giù. Così ieri alle 7,40 è salito in casa della zia Gianfranca Menaldo, 60 anni, e l'ha uccisa. Poi ha bevuto del topicida e si è steso sul divano dove 10 hanno trovato i carabinieri. Adesso Visonà, «ripulito» da una lavanda gastrica, è in carcere a Vicenza. Ma se grossi dubbi su come sono andate le cose ieri mattina non ce ne sono, restano gii interrogativi sul perché. Dietro a tutto sembra esserci quel distributore di benzina con annesso garage di uno palazzina che Giovanni e Renzo Visonà, padre e zio del giovane omicida, morti a un anno di distanza l'uno dall'altro, avevano lasciato alla famiglia cinque anni fa. Infatti le discussioni tra Massimo Visonà e la zia si erano iniziate subiLo. Ed erano proseguite per tutto questo tempo. Perfino il parroco era intervenuto come mediatore, per cercare una soluzione che mettesse fine alla guerra in casa. Alla fine, pochi mesi fa, l'accordo davanti agli avvocati: la pompa di benzina a Gianfranca Menaldo e l'autorimessa al ragazzo. Che lascia però la gestione alla madre mentre lui continua a fare il magazziniere. Ma è una pace che Massimo Visonà firma a denti stretti, crede di essere stato in qualche modo raggirato. Alla diffidenza per la questione dell'eredità si aggiungono anche i problemi psicologici: fin da bambino infatti Massimo è considerato un ragazzo difficile, più avanti finirà anche in cura per una forma di depressione. Comunque sia, a scatenare la decisione di uccidere sarebbe stato l'ennesimo scontro con la zia. Tempo fa il giovane aveva fatto un piccolo lavoro nel garage, sembra l'installazione di una sbarra di ferro. E per quel lavoro voleva essere pagato da Gianfranca Menaldo. Nuova discussione, forse il rifiuto. E la rabbia di Massimo Visonà ha rotto gli argini. Ieri mattina presto è andato a casa della zia che viveva nella palazzina sopra il distributore e l'ha colpita dieci volte con un coltello. Non un raptus improvviso, secondo i carabinieri, ma una decisione meditata. Certo che dopo, la confusione nella testo del giovane è tanta, visto che ingoia della polvere topicida e si stende sul divano. L'allarme viene dato da un dipendente della pompa di benzina che sente le urla, sale a vedere cosa succede e chiama aiuto. Quando arrivano i carabinieri Massimo Visonà guarda l'orologio: una, due, tre volte. Gli chiedono perché. Lui sospira: «Aspetto che faccia effetto 11 topicida...». Alessandro Mognon
Persone citate: Alessandro Mognon, Menaldo, Renzo Visonà
Luoghi citati: Gianfranca Menaldo, Schio, Vicenza
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