Strage di turisti alle Piramidi

Strage di turisti alle Piramidi Le vittime, tutti anziani greci, stavano partendo per una gita Strage di turisti alle Piramidi Commando assalta un hotel. 18 morti IL CAIRO. E' stata una carneficina, quella che un commando di terroristi, quasi certamente integralisti musulmani, ha compiuto ieri mattina davanti ad un albergo del Cairo, riuscendo a dileguarsi dopo aver ucciso 18 turisti greci, 14 donne e uomini, tutti oltre i 60 anni, e ferito altri 14. Sulla strage pesa anche l'ombra dell'attentato cóntro Israele, dell'Hezbollah libanese o del movimento palestinese Hamas: secondo alcune fonti, gli attentatori potrebbero aver voluto colpire obiettivi ebraici visto che l'hotel Europa ospita molto spesso gruppi di turisti provenienti dallo Stato ebraico. Sul terreno, tra le pozze di sangue, sono stati trovati 66 bossoli, sparati dai kalashnikov del commando di tre uomini tra i 20 e i 30 anni che ha portato a termine l'attentato più sanguinoso mai avvenuto in Egitto contro i turisti, dove sette stranieri sono morti tra l'ottobre '92 e l'ottobre '94 nell'ondata di violenza integralista contro il regime. Le vittime erano anziane, arrivate al Cairo lunedi da Israele in uno di quei viaggi per la terza età con destinazione i luoghi santi del Medioriente. Avevano appena finito di fare colazione e stavano uscendo dall'hotel Europa, sulla strada per le piramidi di Giza, assieme ad un centinaio di connazionali, per accingersi a salire su un autobus che li avrebbe condotti ad Alessandria d'Egitto, quando il commando è saltato fuori da un pulmino. I tre uomini hanno aperto il fuoco sparando all'impazzata, un quarto ha fatto da palo, mentre le vittime, secondo un testimone, «cadevano come mosche». Alcuni si sono salvati accucciandosi dietro il pullman, altri hanno cercato di rifugiarsi all'interno, ma i terroristi hanno continuato a mirare contro di loro e a sparare. I testimoni hanno descritto scene raccapriccianti, parlando degli attentatori come «freddi esecuto- ri» che si sono accaniti sulle vittime, «continuando a sparare anche se erano già state ferite». Il tutto si è svolto tra le urla di chi si trovava sul balcone della propria stanza ed è rimasto impetrito ad assistere alla carneficina, durata almeno 5 minuti. Per terra, nella hall, sono rimasti brandelli di vestiti, bottiglie d'acqua rovesciate, e tanto sangue, sui divani, le poltrone, il banco della reception. Per assicurarsi la fuga i terroristi hanno sparato agli pneumatici di un taxi parcheggiato di fronte all'albergo e quando l'autista di un autobus, rischiando la vita, ha cercato di bloccare il pulmino con i fuggiaschi, l'hanno minacciato con le armi, per poi sparire nelle stradine di un quartiere popolare. L'attentato non è stato finora rivendicato, ma la pista più probabile sembra quella dei gruppi integralisti armati egiziani, in particolare quella della «Jamaa Islamiya» che ha firmato i precèdenti attentati contro i turisti e che ha più volte, l'ultima in novembre, ammonito i turisti a non venire in Egitto «per salvarsi l'anima». In un comunicato del 1° gennaio scorso, la «Jamaa» aveva affermato che il 1996 sarebbe stato quello della «gloriosa vittoria» contro il regime di Hosni Mubarak, che invano militanti dell'organizzazione avevano tentato di assassinare ad Addis Abeba, il 26 giugno 1995. Va sottolineato però che il gruppo armato ha sempre sostenuto di non voler uccidere gli stranieri, ma soltanto indurli a non venire in Egitto, al fine di mettere in ginocchio la già traballante economia egiziana. La «Jamaa», se di tale gruppo si tratta, avrebbe perciò deciso di assestare un colpo ancor più letale all'industria turistica che stava riprendendo fiato e tornando ai livelli di prima, e di dimostrare con questa strage la sua vitalità, puntualmente smentita dalle autorità egiziane. Proprio l'altro ieri il ministro degli In- tenti Hassan El Alfy aveva detto che la situazione «è totalmente sotto controllo» e che in Egitto «non ci sono più terroristi». El Alfy aveva anche messo in causa i «fratelli musulmani», che si proclamano «moderati» e si sono sempre dissociati dai gruppi armati e dalla violenza. Anche ieri, hanno condannato la strage dell'hotel Europa, definendola «una vergogna per l'umanità». Ma sull'attentato grava anche il sospetto di una matrice antiisraeliana. L'albergo era frequentato da turisti israeliani (al momento della strage ve n'erano 25), e la polizia, secondo il ministero degli Interni, sta esaminando tale ipotesi, «alla luce di quel che sta succedendo in Libano, e del notorio antisionismo degli integralisti musulmani di tutte le nazionalità». Ipotesi definita «fantasiosa» dall'ambasciata israeliana al Cairo, ma che certamente converrebbe al governo egiziano, rilevano gli osservatori, insinuando che mformazioni in tal senso potrebbero essere diramate «ad hoc» per salvare il turismo. Parecchi degli egiziani interrogati per la strada pensano invece che si tratti di un'operazione del «Mossad» israeliano «per coprire i fatti del Libano». [Ansa-Agi] L'albergo ospita spesso comitive israeliane Forse erano loro il vero bersaglio i e i o e i a - AGGUATO ALLE PIRAMIDI Un agente della sicurezza egiziana davanti a un autobus crivellato dai colpi sparati dal commando terrorista che ieri mattina ha assaltato un gruppo di anziani turisti greci davanti all'hotel Europa (a destra) uccidendone 18 e ferendone 14

Persone citate: Hassan El Alfy, Hosni Mubarak