Gatto randagio senza eredi di Marco Accossato
LA NOVITÀ' LA NOVITÀ' SONO TROPPI L'IGIENE A RISCHIO TiliZZì Gatto randagio senza eredi La cattura affidata Settanta veterinari agli animalisti opereranno gratis IL Comune dice stop alla proliferazione dei gatti randagi. Non avranno eredi. A Torino nascono gli «accalappiagatti» e un piano di sterilizzazione collettiva: i circa 50 mila mici vagabondi che assediano cortili e cantine di case, ospedali, scuole, ma anche piazze, giardini e strade cittadine, saranno catturati, sterilizzati e riportati nel loro habitat naturale. «E' l'unica soluzione per non trovarci presto sommersi di gatti», spiega Gianni Vernetti, assessore all'Ambiente. Per non essere sommersi e per evitare che accada come a Nichelino, dove qualche giorno fa un killer spietato ha ucciso a mattonate in testa cinque micini di dieci giorni «adottati» da un'anziana, nel cortile della Cri. «Già ora, a Torino - calcola Vernetti - c'è un gatto quasi ogni 20 abitanti: i cittadini protestano; sono colonie a rischio per l'igiene pubblica». Il numero della squadra-catture è il 442.3618, ufficio municipale Tutela animali. Si comincia subito: le telefonate vengono annotate e dirottate alle sedi della Lega difesa del gatto, della Lega antivivisezione, di Legambiente, e della Protezione animali che provvederanno materialmente alla caccia. «L'iniziativa - precisa l'assessore Vernetti - non è nuova in Italia: è già stata sperimentata con successo a Roma, Venezia, Savona, La Spezia e in altri Comuni minori». La novità torinese sta nello staff: oltre a Comune e associazioni animaliste, collaboreranno 70 veterinari che opereranno gratis gatti e gatte, «per accelerare i tempi e non intasare il servizio veterinario pubblico». «L'intervento di ovariectomia, ovarioisterectomia, o di orchiectomia - spiega il dottor Pierpaolo Bertaglia, vicepresidente dell'Ordine dei medici veterinari - viene compiuto in anestesia totale, dopo una visita di controllo. In caso di problemi clinici, l'operazione è rimandata». Poi cinque o seigiorni di degenza nelle sedi delle associazioni volontarie, e gli animali tornano liberi: randagi come prima, ma non più prolifici. «Un gatto per amico», dice lo slogan dell'iniziativa, reclamizzata su poster affissi in città. Il «testimonial» è un micione sorridente, pancia all'aria. «Nel '96 - calcolano in Municipio - prevediamo di sterilizzare in tutto 400 animali. Cominceremo dai cortili degli ospedali, degli asili e delle scuole». Precisazioni d'obbligo. Uno: «L'intervento di sterilizzazione è riservato ai randagi, e non ai gatti custoditi in casa», puntualizza Mariangela Aloi, della Lega difesa del gatto. Due: «Non siamo una squadra di pronto intervento - aggiungono Cristina Gerarca e Carla Nepote, della Lega antivivisezione e di Legambiente -: la cattura e le operazioni verranno programmate per zone. E' possibile che s'in- tervenga anche qualche giorno dopo la segnalazione telefonica al 442.3618». Come dire: «Non tempestateci di telefonate se non corriamo subito». Niente più figli, dunque in città, per i gatti di nessuno. E niente più miagolii, ciotole abbandonate e inconvenienti dei mici in calore. Sotto i ferri finiranno pure le gatte incinte: «Entro il 32° giorno di gravidanza le faremo abortire». L'obiettivo è bloccare le nascite, in un modo o nell'altro. «Dopo la sterilizzazione chiurgica, per riconoscere l'animale operato - dice la delibera di giunta - il gatto sarà sottoposto all'amputazione della punta dell'orecchio destro se maschio, sinistro se femmina». Un taglietto in punta, s'affretta a precisare il dottor Bertaglia: «Niente di doloroso; non richiede neppure punti di sutura». Marco Accossato In città si stima che ci sia un gatto ogni venti abitanti
Persone citate: Bertaglia, Carla Nepote, Gianni Vernetti, Mariangela Aloi, Pierpaolo Bertaglia, Vernetti
Luoghi citati: Italia, La Spezia, Nichelino, Roma, Savona, Torino, Venezia
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