Aglìè apre la cappella di S. Massimo di Maurizio Lupo

Una sorpresa che dal 2 maggio arricchirà le visite ai Castelli del Canavese, aperti al pubblico fino al 31 luglio Una sorpresa che dal 2 maggio arricchirà le visite ai Castelli del Canavese, aperti al pubblico fino al 31 luglio Aglìè apre la cappella di S. Massimo Un gioiello del Castellamonte finora mai visto Dal 2 maggio il Castello di Agliè, diretto dall'architetto Daniela Biancohm, aprirà alla visita un altro dei suoi tesori: la secentesca «Cappella di San Massimo», finora mai aperta al pubblico. La notizia verrà annunciata ufficialmente questa mattina al teatrino della residenza, alla presenza dell'assessore regionale al Turismo Antonello Angeleri e di Vincenzo Musso, commissario dell'Azienda di Promozione Turistica del Canavese. Approfitteranno dell'accasione per presentare la nuova stagione di visite ai Castelli canavesani, prevista dal 2 maggio al 31 luglio. In questo periodo, dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, grazie alle guide della Cooperativa «Conte Verde», il pubblico potrà ammirare come nel 1995 i castelli di Borgomasino, Ivrea, Masino, Mazze, Parella, Rivara, RivaroIo, San Giorgio e Agliè, ai quali si affiancano ora u castello di Moncrivello e i complessi abaziali di Valperga e Montanaro. In più Aglio offre la sorpresa della Cappella di San Massimo. Aggiunge un altro anello al «percorso totale di visita» che Daniela Biancohm sta realizzando con encomiabile determinazione. Nel 1994 è riuscita a riaprire le grandi Serre della Reggia. Nel 1995 è stata la volta dell'«Appartamento del Re», proposto nell'allestimento di primo Ottocento voluto da Carlo Febee. La Cappella, di cui si hanno notizie dal 1646, è attribuita per tradizione all'opera di Amedeo di Castellamonte, ma il cantiere ebbe inizio nel 1642 e proseguì ininterrottamente anche dopo il 1657, con ingenti spese. La storica dell'arte Maria Grazia Vinardi ricorda in più che la relazione del «Borgo, Castello e Genealogia», inserita nel manoscritto predisposto nel settembre 1667 per essere inviato ad Amsterdam, dove i Savoia facevano stampare le incisioni del «Theatrum Sabaudiae», nel descrivere il castello di Agliè ricordava anche la presenza di due cappelle preesistenti. Erano dedicate a San Massimo e a San Michele. Furono distrutte dal conte Filippo San Martino d'Agbe per riedificarle più grandi. Ma la cappella di San Michele non venne mai eretta. Quella di San Massimo è uno dei pochi ambienti della residenza che conservano l'impianto decorativo dell'epoca di Castellamonte, con pareti e volta arricchite da stucchi, attribuiti a maestranze luganesi. Vi si accede dal «Cortile di San Massimo», attraverso una porticina nella «Galleria Verde». L'altare, sovrastato da una cupola ottagonale, è caratterizzato da un crocefisso in avorio, sormontato da una statua di San Paolo, eretta su una colonna. Proviene dalla basilica romana di «San Paolo fuori le mura». Fu donata a Carlo Febee quale ringraziamento del suo contributo alla ricostruzione della chiesa, dopo l'incendio del 1823. La Cappella ci è giunta in condizioni ottimali. Non ha avuto bisogno di restauri, ma solo di piccoli «raccomodi» e di una revisione dell'impianto elettrico. La sua magnificenza presto verrà descritta da una guidina, allineata con le pubbbeazioni già dedicata alle Serre e ^'«Appartamento del Re». Si avvarrà degb studi di Daniela Biancohm, Andreina Griseri, Maria Grazia Vinardi, Elena Ragusa e Cesare Enrico Bertana. Maurizio Lupo Gli splendidi stucchi della volta della Cappella di San Massimo, attribuiti a maestranze luganesi, attive all'epoca anche al Castello del Valentino e alla Reggia di Venaria Reale