«Piume di struzzo? E' il mio vizietto»

Robin Williams, parla a Roma del suo nuovo film Robin Williams, parla a Roma del suo nuovo film «Piume di struzzo? E' il mio vizietto» ROMA. Un bambino imprigionato dentro il corpo di un uomo? «No, direi piuttosto un uomo imprigionato dentro il corpo di un orangutango». A Robin Willimas basta poco. Anzi niente: un microfono, una tazzina di caffè, una semplice domanda con relativa traduzione simultanea diventano nelle sue mani oggetti di comicità travolgente, motori di irrefrenabili risate. Mitico professore nelT«Attimo fuggente», inarrestabile deejay di «Good morning Vietnam», padre eccezionalmente amoroso in «Mrs Doubtfire», Robin Williams, maglietta nera con maniche corte che lasciano scoperte le braccia muscolose, è a Roma per presentare «Piume di struzzo», rifacimento americano del «Vizietto». Ma il film è solo il punto di partenza per ima chiacchierata sulla vita: con Williams nessun argomenlo è tabù. Compresi i suoi vecchi problemi di droga, la politica, le quotazioni al box-office e perfino il Papa. A chi gli chiede se gli piacerebbe incontrarlo risponde, facendo il rumore del motore, che «la cosa più bella sarebbe portarlo a fare un giro in Ferrari». Imitazioni improvvisate, frasi in italiano, e una speciale tormentone dedicato ai due «super-machi» hollywoodiani Stallone e Banderas condiscono la conversazione con uno degli attori più amati del momento. E' vero che la comunità gay americana ha accolto con molto favore «Piume di struzzo»? «Sì, la loro risposta è stata positiva perché l'immagine che io e Nathan Lane abbiamo portato sullo schermo è quella di una coppia nonnaie, felice e appagata». Che cosa pensa della legaliz¬ zazione delle unioni fra gay? «Sono assolutamente favorevole e spero che 0 film possa anche servire a far capire alla gente che gli omosessuali hanno diritto, come gli altri, a matrimoni regolari. Insomma, se proprio lo vogliono, possono anche loro tentare di diventare tranquillamente infelici». In questo momento lei è sulla cresta dell'onda, ogni film che fa è un successo: come è quantificabile il suo valore al box-office? «Diecimila lire? Non so, credo che questo genere di classifiche faccia pensare ai tempi in cui esisteva il mercato degli schiavi». Le sue scelte professionali mostrano una preferenza spiccata per il genere della commedia. Perché? «Prima la mia vita era tumultuosa, adesso è felice e io mi sento più in sintonia con le atmosfere allegre delle commedie. E poi sono attirato da personaggi eccentrici: Einstein in un musical, oppure "Re Lear"» Quali sono stati i suoi problemi in passato? «Beh, avevo un piccolissimo problema di droga, insomma, mica tanto piccolo, tiravo cocaina. Ho cominciato in un periodo in cui la mia carriera andava male, pensavo, sbagliando, che la droga potesse essermi d'aiuto. D'al¬ tra parte basta andare a Hollywood e guardare il modo in cui si vive per capire come mai tanta gente cada nella stessa trappola: tutti sono super-agitati, non si fermano mai e spesso la loro esistenza dipende dagli incassi dell'ultimo film girato. Se sono bassi, può capitare anche che nessuno ti rivolga più la parola... E la droga diventa l'unico mezzo per tenersi su. Io ho chiu- so l'argomento 14 anni fa, oggi parlare con me di droga equivale a fare un giro del Louvre con Ray Charles». Può parlarci della sua amicizia con Christopher Reeve? «La sua grandezza d'animo mi lascia senza parole: lui è esattamente lo stesso uomo che, prima dell'incidente, amava volare da solo sull'oceano a bordo di un minuscolo aereo. E adesso è riuscito ad affrontare un evento così tremendo traendone insegnamenti positivi. La sua forza brilla come un raggio laser e al confronto tutte le nostre preoccupazioni, se un film va bene oppure no, se un film è giusto o meno, appaiono delle semplici stronzate. Christopher ci insegna che. la vita è veramente una cosa meravigliosa, un tesoro che tutti noi dobbiamo preservare». Che impressione le ha fatto l'apparizione di Reeve durante la Notte degli Oscar? «E' stato un momento molto commovente. Ho pensato a quello che lui dice spesso scherzando: la sedia a rotelle è azionata dal suo respiro, perciò nel caso di uno starnuto potrebbe essere scaraventato per aria». Quali sono i suoi prossimi impegni di lavoro? «Fra una decina di mesi interpreterò il ruolo di Sancho Pancia nel "Don Chisciotte' diretto dal regista Fred Schepisi. John Cleese sarà l'altro membro della coppia. Dovrò ingrassare, quindi mangiare tanta pasta!». Fulvia Caprera Robin Williams: il protagonista deH'«Attimo fuggente» vorrebbe interpretare Einstein in un musical oppure Re Lear

Luoghi citati: Hollywood, Roma, Vietnam