I principi da salvare Magistrati indipendenti dal governo e garanzie per i diritti degli umili di Arturo Carlo Jemolo
I principi da salvare I principi da salvare Magistrati indipendenti dal governo e garanzie per i diritti degli umili MAGISTRATURA. La Costituzione avrà certo anche alcuni articoli dedicati alla funzione giudiziaria. Riaffermerà, probabilmente, ilprinci \pio dell'indipendenza della magistratura; il principio cioè che il magistrato nell'esercizio delle sue funzioni non possa subire alcuna pressione da parte del governo. Ma sarà forse bene, per garantire maggiormente quest'indipendenza, evitare anche che il giudice dipenda troppo dai suoi superiori e in definitiva dal ministro per tutto ciò che riguarda la sua carriera e la sua residenza. Si potrebbe anche considerare l'eventualità di ricorrere, per la scelta dei magistrati di un certo grado, alle elezioni popolari, come già avviene nei Paesi anglosassoni; e sarebbe anche possibile, entro certi limiti, far dipendere la carriera dei magistrati dalle elezioni dei colleghi, con una moderata partecipazione delle assemblee degli avvocati, affidando così questa scelta a chi è meglio in grado di distinguere il giudice valoroso dal giudice inetto. Ma, sempre per garantire l'indipendenza del magistrato, sarà soprattutto utile stabilire che egli non possa mai lasciare il suo ufficio di giudice per andare a sedere ad un tavolo di ministero, né mai divenire capo di gabinetto, né segretario particolare di un ministro. Vi sono poi da sistemare tutte le giurisdizioni speciali, che sono moltissime, da quelle tributarie a quelle in materia di economia. Il problema dei giudici specializzati, che sono necessari per giudicare di certe materie, può risolversi inquadrando esperti e tecnici nel potere giudiziario in tribunali con competenza speciale, ma sempre a giurisdizione ordinaria. LA PROTEZIONE DEGLI UMILI. E vi sono nuove garanzie che le vecchie costituzioni non contenevano e su cui non pare che una costitu¬ zione possa tacere. La protezione del lavoro, la necessità di togliere ogni possibile asprezza alle lotte tra capitale e lavoro, la libertà di sciopero (estesa anche allo sciopero dei pubblici servizi ?) e quella di serrata; le forme di previdenza sociale, la distribuzione dei relativi oneri, lapaitecipazione dei lavoratori al governo dei relativi istituti od almeno al controllo su di essi; la garanzia che il povero ed il malato non saranno abbandonati; il diritto all'istruzione, che deve spingersi anche all'istruzione media e superiore, per il ragazzo povero, ma di valore, ma di buona volontà: sono tutti punti su cui la Costituzione dovrà dire qualche cosa nel modo più concreto possibile, stabilendo magari dei veri e propri diritti tutelabili davanti al giudice. Se poi la Costituzione non muterà le basi della nostra struttura economica, bisognerà pure occuparsi delle coalizioni industriali e dei sindacati di società, e delle altre forme di organizzazione economica, riconoscendo che si tratta di poteri di fatto che lo Stato non può ignorare. Già le vecchie costituzioni garantivano la libertà di stampa. Oggi il problema è divenuto meno semplice, proprio in relazione al grande potere acquistato dalla stampa e ai mezzi economici che la finanziano: oggi il problema consiste specialmente nel far conoscere al pubblico chi siano i finanziatori dei vari giornali, e quali forze si nascondano realmente sotto le loro facciate. Problema che è facile porre e difficile risolvere. La tutela della libertà individuale, la libertà di associazione, quella di stampa, quella di diffondere le proprie idee, costituiscono le libertà fondamentali, quelle la cui mancanza contrassegna la tirannide. Arturo Carlo Jemolo
Persone citate: Magistrati
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