COSTITUZIONE La democrazia della qualità

LA STAMPA Il saggio di Jemolo che immaginò l'anima del nuovo Stato riaccende il dibattito sulla crisi della nostra Repubblica COSTITUZIONE La democrazia della qualità EA coscienza del popolo: ecco il cuore della Costituzione italiana, ecco che cosa la mantiene viva. Questa è la convinzione che animava un opuscolo scritto cinquant'anni fa da Arturo Carlo Jemolo: Che cos'è la Costituzione? L'editore Donzelli lo ha ripescato negli archivi e ne ha fatto un libretto di sessanta pagine, metà occupate da una Introduzione di Gustavo Zagrebelsky, metà dedicate allo scritto didattico di Jemolo (ne pubblichiamo qui sotto due brani). Il prodotto finale è un felice intervento nel dibattito di cui oggi la nostra Carta costituzionale è oggetto. L'opuscolo risale all'inizio del 1946, prima che la Costituente iniziasse i lavori. In quel periodo, Jemolo teneva la cattedra di Diritto ecclesiastico a Roma. Il varo della nostra Carta costituzionale era circondato da una atmosfera di indifferenza. «Nella carenza di elaborazione scientifica e di fronte all'impreparazione dello spirito pubblico - scrive Zagrebelsky, giudice costituzionale -, molti si impegnarono in un'opera di pedagogia». Che cos'è la Costituzione era il primo numero delle «Guide alla Costituente» promosse dal ministero per la Costituente. Il testo non è una proposta né un'opinione, ma è un «serio quadro» di ciò che una Costituzione deve essere e di alcuni te¬ mi chiave, vista la situazione italiana. «I problemi sono esposti per lo più - osserva Zagrebelsky - in forma interrogativa»: ciò che sta a cuore a Jemolo non è stabilire le scelte, ma favorire la consapevolezza. Uno stile ispirato alla lealtà verso i cittadini, mille miglia lontano dal tono fazioso dell'attuale dibattito sulla riforma istituzionale. L'ultimo paragrafo s'intitola «Pensare, studiare, avere idee chiare». Vi si legge: «Aver fiducia negli uomini che saranno eletti a far parte della Costituente è bene; ma non sarebbe saggio rimettersi completamente al loro valore, senza aver prima considerato e studiato ogni singolo problema; ogni legislatore dev'essere guidato, sorretto, confortato dalla coscienza del suo popolo», [a. p.] Uscì nel '46: era il primo numero delle «Guide alla Costituente» per spiegare lo spirito dei lavori e spezzare l'atmosfera di indifferenza Ora Donzelli lo ripropone con introduzione di Zagrebelsky: una lezione di lealtà verso i cittadini e un modello di equilibrio per le riforme odierne «Chi è insofferente verso compromessi e vaghezze della Carta mette in discussione lo stesso pluralismo» Arturo Carlo Jemolo sopra, Gustavo Zagrebelsky nella foto grande, Terracini consegna la Costituzione a De Nicola

Persone citate: Arturo Carlo Jemolo, De Nicola, Gustavo Zagrebelsky, Terracini, Zagrebelsky

Luoghi citati: Roma