Sbruffoni anche in tribunale di F. Gri.
Sbruffoni anche in tribunale L'ULTIMA SFIDA Sbruffoni anche in tribunale Scarcerati i baby terroristi del treno ROMA. «Noi siamo minorenni e non ci potete fare niente. Avete sbagliato ad arrestarci». Dialetto napoletano stretto e aria sfrontata, il ragazzo ha improvvisato una breve lezione di procedura penale allo stupefatto gip minorile Maria Teresa Spagnoletto. Udienza preliminare per i quattro minori che domenica sera hanno sfondato mezzo treno e terrorizzato i passeggeri che andavano da Napoli a Milano. E' finita con una denuncia a piede libero, scarcerazione e affidamento alle famiglie. Sono così usciti dal tribunale tra gestacci e sberleffi. In fondo, avevano ragione loro. «Se dovessi fare una battuta - ammette l'avvocato Andrea Gatto, difensore di due ragazzi direi che conoscono il codice minorile meglio di noi. Sanno che il furto li porta in carcere, il vanda- lismo no». I quattro erano entrati in aula preceduti da una fama di gran teppisti: hanno fatto resistenza all'arresto, hanno tenuto testa alla polizia in commissariato, hanno aggredito il personale di sorveglianza del centro di accoglienza, hanno avuto persino un atteggiamento di sfida con i carabinieri di scorta. Il tribunale minorile è stato costretto a organizzare un servizio di ordine d'aula. Dentro, dopo una maretta iniziale, c'era chi urlava: «C'avete arrestati e mo' ci dovete mettere le manette!» - è iniziato il momento delle spiegazioni. I quattro hanno risposto alle domande del gip con esiti di umorismo involontario Dove andavate? «A Milano». E che volevate fare? «Rimorchiare le ragazze». Perché, a Napoli non ci sono abbastanza ragazze? «Sono brutte». Se però il capo del gruppo ha conservato la sua aria impudente, gli altri hanno cambiato atteggiamento. Hanno chiesto scusa per il «casino» che avevano combinato. Hanno spiegato che tutto è nato per scappare dal bigliettaio. Non avevano il biglietto e quando è arrivato il controllore, loro hanno cominciato ad arretrare lungo il convoglio. A sentire le relazioni del ferroviere, di un finanziere che si trovava sul treno e degli agenti della polfer che li hanno arrestati, non è andata proprio così. Di qui una sfilza di contestazioni del pm Simonetta Matone, che vanno dall'associazione a delinquere, le lesioni, il danneggiamento, la resistenza a pubblico ufficiale, fino all'interruzione di pubblico servizio. «Ma guardi che qui si esagera - avverte l'avvocato Gatto perché il danneggiamento, alla fine, consiste in un vetro rotto. Secondo i ragazzi, era già rotto. Naturalmente è stata una bravata deprecabile. Ma dovete anche considerare che sono ragazzi sbandati, che vengono dall'hinterland napoletano, da Nola, e che sono semi-analfabeti. Questo non li giustifica. Però fa capire meglio le personalità». L'avvocato la butta sul lacrimevole, insomma. Uno dei minori è orfano. Gli altri hanno famiglie sfasciate. Fanno piccoli lavori saltuari, per lo più in officine d'auto. Vivono in strada. Qualcuno ha già accumulato varie denunce, piccole condanne, i primi perdoni giudiziali. Domenica sono saliti sul treno, senza bagaglio né biglietto. La fuga è finita in commissariato. [f. gri.]
Persone citate: Andrea Gatto, Maria Teresa Spagnoletto, Simonetta Matone
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