la bella vandeana e Obelix di Massimo Gramellini

Il leghista duro: un canale per isolare il Nord. La moderata: via da Roma Il leghista duro: un canale per isolare il Nord. La moderata: via da Roma la bella vandeana e Obelix Safari elettorale per Pivetti e Boso DAL NOSTRO INVIATO Ci sono alcuni milioni di italiani che un anno fa volevano impalare la Lega per alto tradimento ma domenica la voteranno e non sanno ancora bene perché. Il loro numero, diavolo d'un Bossi, è in costante aumento, e per accorgersene non servono i sondaggi: basta guardare i cavalcavia delle strade, pieni di inni sciolti in calce fresca alla mitica Nord Nazione, di poetici «Nord ti amo» e ribaldi «Abbasso i Poli de Roma». Basta entrare nelle loro sedi, con le telefoniste che rispondono «Pronto, Repubblica del Nord» e le foto di gruppo sui muri, cosparse di bollini blu, uno sopra ogni faccia di chi è passato con Berlusconi. Basta ascoltare i discorsi dei militanti «se si votava dopo il ribaltone per noi era la fine, ci evitavano come se avessimo l'Aids» e fare con loro la prova del parcheggio: «Metti 2000 volantini siù parabrezza, torni la notte e per terra ce ne sono solo trentatrè». Infine, andare in visita alle due soubrettes del movimento: l'estremista Boso che per smoccolare usa solo «Dio arabo!» e la moderata Pivetti. «Uè, Santa Donna», le ha ordinato Bossi davanti ai segretari provinciali, «ti mando in Liguria a prendere i voti di quelli che vanno in chiesa come te». «Al tuo servizio, Umberto, come sempre». Sistemati ad arco, una in Riviera di Ponente e l'altro in Trentino, Pivetti e Boso presidiano l'Ovest e l'Est, due fra i pochi confini che la Lega non metta in discussione, perché per quanto riguarda il Sud dobbiamo subito trasferirci in un ristorante di Borgo Valsugana. Qui, vicino a quel che può restare di un baccalà alla vicentina dopo il passaggio di Boso, c'è una cartina geografica stesa sul tavolo e un'un- ghiona piazzata sopra l'Emilia, mentre l'altra mano copre il resto dello stivale: «Che bello, il Nord: sembra un fagiolo. Mi ricorda quei bei minestroni di mio nonno, così pieni di roba che il cucchiaio ci rimaneva in piedi. Purtroppo Bossi non è d'accordo». E con un sospiro abbassa l'unghia fin sotto l'Umbria: «Il Capo dice di aver trovato componenti celtiche anche qui». Componenti celtiche. «Mah. L'importante è che si faccia il Canale...». L'unghia risale arzilla verso la To¬ scana. «L'ingegner Negrelli, quello di Suez, ne progettò uno da Livorno a Ravenna, larghezza 65 metri, per ossigenare le acque dei due mari. Un confine acquatico: il Canale della Libertà. Avremmo più pesci e ci staccheremmo dai meridionali. I pesci, comunque, li lasceremmo a loro». «Che faccio, scendo? Dai, Carla, scendi tu. Vai a vedere quanta gente c'è intorno a questa statua da inaugurare. Io non ho nulla contro padre Pio, figurati, sono anche una devota. Però siamo in campagna e bisogna saltare da una liana all'altra. La gente vuole vedermi, toccarmi: è l'effetto-Pivetti, no?» La presidente della Camera è quella un po' sbattuta, con la faccia lattea e 0 broncetto, che sta seduta in fondo a una delle sette macchine del corteo che intasa il centro di Alassio. Carla - efficientissima assistente di studio - scende, controlla e dà il via libera. Il pubblico c'è, ottimo e abbondante. Santa Donna rinserra gli occhioni cerchiati dall'insonnia, respira forte e si dice: «Andiamo». Il miracolo si ripete, come sempre: quella che esce dalla macchina di Stato non è più una ragazza né un'Autorità, ma un'attrice. Cammina aggressiva, stringe mani stritolandole, distribuisce le sue foto senza nome né simbolo, autenticandole con centinaia di autografi e molta pazienza, e sempre spandendo sorrisi luminosi. .Accecati dalla visione, i fedeli di padre Pio, quasi tutti anziani, non fanno che ripetere «è più bella che in tv», «ma molto più bella», «chi, la Parietti?», «sei cieco o sordo? Pi-vet-ti». Anche Boso, nel suo piccolo. Lo spot elettorale in onda sulla Rai trentina è un miniserial dell'orrore che si svolge in una baita: vicino al focolare ci sono Boso, mamma Bosa e il nipotino Emanuel che chiede: «Zio, sono stufo di avere dei professori te-ro-ni». Boso, magnanimo, guardando in camera: «Che disi, Emanuel? Son persone che vegnono dal meridion». Ma la degna progenie insiste: «Sarà, zio. Per me i è teroni». E Boso, compiaciuto: «Te ghe rason». Sarà per la vicinanza della statua di Padre Pio, ma la Santa Donna perdona Boso: «Sui meridionali dice baggianate, però è un buono. Con la fissa degli zoccoloni e delle camicie a scacchi, ma non farebbe mai quello che dice. Mica come quel laido di Borghezio. Anch'io non mi accontento del federalismo fiscale, voglio che il Nord possa scriversi le sue leggi, compreso il codice civile». Parla del suo pubblico come Meryl Streep al ritiro dell'Oscar: «Mi amano perché io li amo. Di notte sogno le loro mani che mi toccano». Il fatto è che succede davvero. Albenga, Alassio, Cervo, Diano Marina, Imperia. Dovunque i liguri si accalcano per il rito dell'autografo. Qualcuno arriva a prometterle un caffè. Gridano: «Quanto sei bella!» e ognitanto «Qui c'eravamo prima noi dei Romani!», forse per farla contenta. Lei salta su palchi improvvisati, a glorificare il Nord che «attraverso il federalismo vuole l'indipendenza», e il Sud si adeguerà, mentre «i problemi più grossi li avrà Roma». Nella Nord Nazione non si è mai abbastanza a Nord per stare tranquilli. «Non è che spariti i romani comanderanno i veneti?», si informano le massaie della Valsugana, che girano per il mercato di prima mattina divorando cartocci di patate fritte. Boso per calmarle cita la carta dell'Orni. Invece, per calmare noi, promette che terrà a bada le teste calde che minacciano attentati dimostrativi «alla catalana», sui tralicci. «Se Bossi fa un fischio brilla tutto il Nord, ma non vogliamo la Bosnia». Passa ad illustrare la strategia del Capo: «In autunno lanceremo la grande offensiva, invitando i leghisti a portare i Bot e Cct all'incasso. Si tornerà a votare nel marasma economico e la Lega avrà la maggioranza assoluta al Nord. A quel punto...». Gli occhi già gli brillano: «...il Nord se ne va». Dove, signora Pivetti? «In Italia. Ma lontano da Roma». Massimo Gramellini La Presidente della Camera incanta i fedeli di Padre Pio: «Guardate, è più bella che in tv» p Il leghisla bSafaIrene PivErminio capo dei leindipendedetto O Irene Pivetti e Erminio Boso, capo dei leghisti indipendentisti, detto Obelix