Dini, ira europea

Pini, ira europea Pini, ira europea An: visita opportunista Il premier: chiacchiere STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO Lamberto Dini si è presentato ieri al Parlamento europeo vantando i risultati del vertice di Torino, ma dichiarandosi insoddisfatto della lotta alla disoccupazione. L'una e l'altra cosa hanno fatto piacere ai deputati, e Dini ha raccolto ringraziamenti quasi da tutti, anche perché è all'Italia che l'Europarlamento deve la sua degna rappresentanza alla Conferenza partita a Torino. Così, nella risoluzione votata anche da Forza Italia, il Parlamento «si felicita con la presidenza italiana per aver ben condotto le fasi preparatorie della Conferenza intergovernativa, e di aver così permesso al Consiglio europeo di conferire un mandato sufficientemente largo per permettere un progresso significativo dell'Unione europea». Un idillio, praticamente, iniziato con il discorso del presidente della Commissione europea Jacques Santer, proseguito con le dichiarazioni del belga Wilfried Martens, che si è felicitato con Dini a nome del gruppo popolare. E proseguito con Luigi Colajanni (pds), che parlando a nome del Partito socialista europeo, ha polemizzato col governo di Silvio Berlusconi, dicendo che con Dini «è stata ricostruita la funzione dell'Italia come Paese europeista, impegnato nella costruzione dell'Unione europea, funzione che sembrava dispersa, anzi perduta». E qui però l'idillio è finito, ed anzi è scoppiata una gazzarra con tanto di guance arrossate e dichiarazioni di fuoco, perché Cristiana Muscardini, rappresentante di Alleanza nazionale, ha sparato a mitraglia contro il presidente del Consiglio, chiamandolo ostentatamente «dottore», ed accogliendolo con queste parole: «Presentarsi al Parlamento europeo a soli quattro giorni dalle elezioni in Italia è, da parte del dottor Dini, un'ulteriore prova di cinismo, spregiudicatezza politica e mancanza di rispetto per un'assemblea che solo oggi è "degnata" della sua presenza». La Muscardini ha ricordato che, alla vigilia della Conferenza di Torino, è stato il ministro Susanna Agnelli a rappresentare l'Italia davanti al Parlamento europeo, e non, come è d'uso, il capo del governo, impegnato peraltro dal vertice anti-terrorismo a Sharm-elSheik. «Solo oggi - ha detto la Muscardini - a inizio di Conferenza avvenuto e passato anche il vertice di Verona sulle sorti della moneta unica, il dottor Dini ci viene a raccontare delle cose che tutti sappiamo per averle lette sui giornali». E giù la mazzata: «Ribadiamo perciò nei suoi confronti il nostro giudizio di opportunismo politico e di scortesia istituzionale». Anzi, «neppure il bollettino dei due vertici può considerarsi vittorioso per l'Unione europea», divisa ormai in Paesi di serie A e di serie B. «Il dottor Dini è stato inoltre un pessimo rappresentante degli interessi italiani, poiché ha supinamente accettato il diktat di Germania e Francia, relegando l'Italia nel purgatorio finanziario dell'Unione europea». L'aula «vuota», ha concluso la Muscardini, «è la migliore risposta al disinteresse, al disprezzo che lei ha mostrato verso quest'assemblea» Dini, che aveva appena assicurato la continuità della politica europea dell'Italia, anche dopo le elezioni di domenica, ha prima cercato di ignorare l'attacco. Poi, provocato, è esploso in una delle sue repliche «toscane», mettendo assieme Muscardini e Berlusconi, colpevole di aver criticato l'esito del vertice di Verona. «Non bisogna confondere la sguaiata dialettica elettorale di alcuni con i propositi che emergeranno nel nuovo Parlamento italiano dopo il 21 aprile: il rito delle chiacchiere elettoralistiche spirerà dopo il 21 aprile». Quanto a Berlusconi, «non sapeva di cosa si parlasse a Verona. Era stato male informato». Fabio Squillante