Il rabbino: sul carcere posso aver sbaglialo

Il rabbino: sul carcere posso aver sbaglialo Il rabbino: sul carcere posso aver sbaglialo ROMA. Elio Toaff, 82 anni, capo rabbino di Roma, è molto seccato col suo gregge. «Le mie parole sono state male interpretate, veramente male». Quale era il senso della sua dichiarazione? «Quello che io volevo dire era, in buona sostanza, questo: che Priebke è un delinquente, che ha ucciso con le proprie mani delle persone, e quindi noi chiediamo che venga giudicato da un Tribunale italiano e condannato». Ma ha parlato anche di una forma di clemenza verso una persona di ottant'anni... «Quello che volevo dire, è che poi come lui deve scontare la sua pena non è una cosa che riguarda noi. Riguarda lo Stato, è lo Stato che deve dire se lo tiene come fa attualmente in due camere con bagno e con tutte le cose nel carcere militare, oppure se lo fa stare come fa stare tutti gli altri carcerati». Quindi per lei il punto principale di interesse è la sentenza, non il dopo? «Ho detto che a me non interessa se lo mettono a casa, da una parte piuttosto che da un'altra: questo riguarda la giustizia italiana. Quello che a me importa è che questo individuo venga condannato. Poi come sconterà la pena se la vedrà la giustizia italiana, il governo. Gli arresti domiciliari? Posso aver sbagliato ma non ho nessun motivo per tirarmi indietro». Ma se questo era il senso, perchè le polemiche? «Non riesco a rendermi conto di come la gente voglia speculare su avvenimenti di questo genere, facendomi dire cose che non ho mai detto. La mia posizione su questo caso, come su altri analoghi, è sempre stata netta e precisa». Nel libro-intervista con Alain Elkann, «Essere ebreo», Toaff in effetti non da l'impressione della clemenza. Alla domanda: «Si può perdonare la Shoah?», risponde: «Bisogna intendersi sul significato di perdono. Il perdono non può venire che dalla parte lesa: dovrebbero essere le vittime delle violenze naziste a perdonare gli aguzzini». Però oggi, sotto casa sua, davanti alla Sinagoga, c'è stata una manifestazione di gente del «Ghetto» che protestava... «Sono alcuni elementi violenti della comunità, facinorosi. Hanno approfittato della cosa per poter fare una dimostrazione violenta. Che però è abortita sul nascere». Dunque ci sono ebrei romani che ce l'hanno con lei? «Con me non possono avere niente. Si sono attaccati all'affare Priebke per mettere su una scenata: questo gruppetto di persone sono gli elementi più violenti della comunità». Elio Toaff abita da 46 anni a Roma, da quando è stato chiamato a guidare spiritualmente la più grande comunità israelitica in Italia. Prenderà dei provvedimenti nei confronti dei «facinorosi»? «Beh, sì, bisognerà...sarà il Consiglio della Comunità che prenderà i provvedimenti. Io me ne tengo fuori». Non è eccezionale che persone della comunità esprimano affermazioni pesanti sul rabbino capo? «Non è mai successo, non è mai successo». E ride, di gusto. Marco Tosarti

Persone citate: Alain Elkann, Elio Toaff, Priebke, Toaff

Luoghi citati: Italia, Roma