Collegno, fallita la Mandelli di Walter Mandelli
Collegno, fallita la Mandelli Decisione del Tribunale; qualche speranza per lo stabilimento di Cafasse Collegno, fallita la Mandelli Allevatori salvano il Macello di None Le Fonderie Acciaierie Giovanni Mandelli sono fallite. Lo ha deciso ieri mattina la sezione fallimentare del tribunale relativamente allo stabilimento di Collegno dove sono occupati quasi 200 dipendenti. Si conclude così una lunga agonia iniziatasi cinque anni or sono e culminata ai primi di marzo con la dichiarazione di resa da parte di Walter Mandelli. Allora l'anziano imprenditore aveva annunciato al sindacato l'intenzione di portare i libri in tribunale. Malgrado la buona posizione sul mercato, il nutrito pacchettoordini, l'impennata del fatturato (passato in tre anni da 18 a 36 miliardi) l'azienda era gravata da una pesantissima esposizione debitoria. Ieri mattina i lavoratori hanno manifestato di fronte al tribunale e consegnato al presidente della sezione, dottor Marco Quaini, una lettera. Si legge: «Dopo anni di crisi, sopportata con pesanti sacrifici dei dipendenti, l'azienda non è riuscita a raggiungere l'obiettivo della riunificazioiie dei due stabilimenti in un'unica unità produttiva a Cafasse. Non c'è stata la disponibilità del credito pubblico tramite la Gepi». Aggiungono i lavoratori: «Non voghamo rassegnarci al fallimento come unica via di uscita, sperando nell'intervento di qualche speculatore industriale. Se poi non si troverà alcun acquirente 300 lavoratori, in gran parte monoreddito, saranno disoccupati con scarsissime possibilità di ricollocarsi sul mercato del lavoro». I dipendenti (che intanto proseguono un presidio a Collegno) e la Fiom chiederanno un incontro al curatore fallimentare per sollecitarlo a consentire la prosecuzione delle lavorazioni residue. L'avvocato dell'azienda, Guido Canale, nella riunione a Roma di lunedì e ieri ha annunciato che per le Acciaierie Riunite di Cafasse (il secondo stabilimento di Mandelli) potrebbe prefigurarsi una soluzione: un imprenditore ha dimostrato la disponibilità di anodizzare i conti dell'azienda. La Gepi ha sempre fatto presente di non poter intervenire in assenza di un partner privato al 51% (è proprio la mancanza di un imprenditore che ha condotto al fallimento di Collegno); questo interessamento potrebbe condurre al salvataggio almeno di Cafasse. Schiarita per il Macello di None. La Regione ha ribadito l'intenzione di far intervenire la Finpiemonte e anche la Gapi ha dimostrato disponibilità a valutare la situazione dell'azienda, modernissima e con buone quote di mercato, ma gravata da debiti consistenti. Il partner privato sarebbe disponibile: si tratta di una cordata di allevatori che trasformerebbero crediti in partecipazioni al macello. Domani ci sarà una nuova riunione in Regione con le banche creditrici compresa la Banca regionale europea di Cuneo che aveva presentato istanza di ipoteca giudiziaria e che è stata più volte sollecitata da Regione e sindacato a ritirarla, [m. cas.] Walter Mandelli titolare delle omonime acciaierie. Sono ducento i dipendenti dello stabilimento di Collegno rimasti senza lavoro
Persone citate: Giovanni Mandelli, Guido Canale, Mandelli, Marco Quaini, Walter Mandelli
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