Addio al papà dei cioccolatini

Addio al papà dei cioccolatini Morto a 89 anni «monsù Giacomo», rese famoso nel mondo il suo laboratorio Addio al papà dei cioccolatini Con Peyrano se ne va un pezzo della Torino d'antan Lunedì sera si è spento dolcemente «papà Peyrano» ed è come se un'ombra, per un attimo, incrinasse la tradizione e i ricordi dell'intera città. Aveva 89 anni, monsù Giacomo. Legatissimo all'insegna di famiglia che, in corso Moncalieri, tiene alto il pedigree dello storico cioccolato subalpino, è mancato nella «sua» Crimea, circondato da tutti i suoi. Accanto a lui i figli Giorgio e Giuseppe con le rispettive mogli, Bruna e Giuba, che insieme portano avanti il «mestiere». Si commuove Bruna: «Negli ultimi tempi, ormai piegato dall'età, ha sempre continuato a cedere il passo all'infermiera e scappellarsi di fronte ai conoscenti, nelle brevi passeggiate che ancora si concedeva. E' stato un gran torinese, un gran signore». Emblematica la sua fine: «Ha richiamato il medico indietro, per salutarlo e dirgli grazie. Sono state le sue ultime parole». Giacomo Peyrano, a 16 anni, aveva ereditato ricette e laboratorio da suo zio Antonio, che aveva fondato la società nel 1915. Al suo fianco, dal 1932, l'amata moglie Angiola che, lo scorso agosto, lo ha preceduto nel cimitero di Cavoretto dove Monsù Giacomo riposerà da oggi, dopo il funerale in programma alle 11,45 a Sant'Agnese. Nel passato di entrambi, una storia di famiglia che ha il garbo di una stampa antica. A cornice, le tante e inconfondibih «specia¬ lità della casa»: diablottini, chioccioletts e «alpùii» contesi, tra tanti altri, dalla regina di Spagna e il conte Treccani, segretari di Corte, politici, intellettuali. E sullo sfondo, la Torino che fu. Con la vivacità delle lavandaie sul fiume, la pace delle ville nel verde della collina e il doppio richiamo dell'antica periferia «di Crimea»: in alto le mete della villeggiatura, lungo le rive i laboratori artigiani e le prime fabbriche della città. Compreso il laboratorio Peyrano dove Giacomo e Angiola hanno lavorato ogni giorno fianco a fianco per oltre sessant'anni, orgogliosi di non aver mai ottenuto il titolo di «fornitori della Real Casa» a causa del loro opificio «troppo piccolo». Sognava di scrivere un romanzo, la signora Angiola. Chissà se adesso, di nuovo accanto al suo Giacomo, capirà che lo hanno scritto insieme. [1. r.J Giacomo Peyrano aveva lavorato 60 anni a fianco della moglie Angiola, che si è spenta nell'agosto scorso

Luoghi citati: Crimea, Spagna