Colombo insegue la Freccia

L'Italbici fra le polemiche (e senza Bartoli) sulle Ardenne L'Italbici fra le polemiche (e senza Bartoli) sulle Ardenne Colombo insegue la Freccia «Corsa dura, ma ho fretta di vincere» SPA DAL NOSTRO INVIATO Dall'arcaica Parigi-Roubaix, il cui centenario non poteva risultare più tambureggiato grazie al Trio Mapei e alla regia che l'ha privato di quella lotta che nel ciclismo è tutto (ma siamo forse degli illusi? Ovunque si espandono accordi e manfrine e vorremmo che nello sport vincitori e vinti uscissero da un'onesta, reale competizione?), dalla vecchia e polemizzata Roubaix, dicevamo, passiamo alle classiche delle Ardenne. E ci passiamo con una notizia non certo incoraggiante: il pezzo più pregiato della nostra nuova collezione ciclistica, Bartoli, non parte, sta male, la dissenteria gli ha rovinato la notte e i programmi. Cancellato dunque il vincitore del Giro delle Fiandre, oggi si corre la Freccia Vallone che molte gioie ci ha dato, le ultime con Argentin (tre volte) e Fondriest, e domenica va in strada la LiegiBastogne-Liegi, altro spasso di Argentin (quattro volte). Si ritrovano al via della Freccia campioni di ieri e di oggi. Colombo, stella della Milano-Sanremo, e Casagrande, primo alla Tirreno-Adriatico e dominatore nei Paesi Baschi, sfidano Bugno, Chiappucci e Fondriest che proprio qui vogliono dirci che abitano ancora il centro del ciclismo, non sono da trasferire ai giardinetti. Li aspettiamo, avendo per l'onda grigia (se si è grigi a trent'anni) non minor simpatia che' per l'onda verde. I giovani non temono gli anziani; agli anziani non passa neppure per la mente di stendere lo strascico. La sfida è aperta. Non ci sarà Jalabert che, con i guai che ha passato, non se la sente di mettersi in caccia se la caccia è grossa; non ci saranno Indurami e Rominger, ma quei due chi li vede mai alle classiche, vivono comodi in una cassa di risparmio dalla quale emergono signorilmente all'ora del Tour. Appartengono, si dice, alla categoria dei fuoriclasse moderni. La gradite? Noi no. Dispiace di più non vedere all'opera il giovane Vandenbroucke, belga francofono (ci tiene alla precisazione) che alla francofona Freccia e alla LiegiBastogne-Liegi s'era scrupolosamente preparato: l'ha messo a terra una bronchite. Bartoli possiede molte delle doti di Argentin e proprio nelle Ardenne Argentin ha illustrato la sua preziosa carriera. La salita di Huy, rampa di lancio della Freccia, era un'offerta per le doti di virtuoso dello scatto del vincitore delle Fiandre. E' nero: «Visto che non credo ai miracoli, escludo di guarire in poche ore. Se poi i miracoli avvengono, allora vedrete me, o la mia ombra, al via. Ahi, che dolori. Starò bene per la Liegi-Bastogne-Liegi? Mah». Restiamo, tanto per dare un'idea, ai paragoni. Se con lo stomaco in ordùie Bartoli ricorda Argentin, Colombo s'apparenta a Bugno (alludiamo all'atleta) e volendo ubicarlo nel terreno che più gli si addice, diremmo che una Liegi-Bastogne-Liegi gli sta meglio di una Freccia Vallone che comunque è in grado di indossare benisshno. «La Freccia la conosco, l'altra è una novità e le novità mi attirano. Ma non significa che pedalerò pensando a domeni¬ ca. Non mi va di aspettare, di perdere tempo, ho fretta. Le difficoltà le vedrò in corsa. Il muro di Huy è duro, ma siccome da quando vado in bicicletta di morbido non ho incontrato mai nulla, non mi preoccupo eccessivamente». Ha fretta anche Casagrande: «Facciamo i conti. Ho vinto la Tirreno-Adriatico e il Giro dei Paesi Baschi. Bene. A marzo ho detto che il ciclismo italiano non si era fermato a Bugno e a Chiappucci, c'è sangue fresco in circolazione, e ho detto che non basta un successo per definirsi campioni. A me non bastano la Tirreno-Adriatico e il Giro dei Paesi Baschi, se sono veramente bravo devo farne ancora di strada. Gli anziani li guardi negli occhi quando hai dimostrato di valerli. A parole non è difficile, ci riescono in molti. Freccia e Liegi sono un tratto della strada che ho davanti». Casagrande, nostra punta alle corse a tappe, non ha le misure ideali per la Freccia, ma in Spagna volava in salita e il muro di Huy, alla terza volta che te lo senti sotto le ruote, equivale a una montagna. Chiappucci non è l'affranto retroguardista della Sanremo, ma la forma buona arriverà più tardi: «Qui c'è un'aria che mi esalta e non si viene al Nord per guardare». Bugno ha un chiodo nelle testa, la Iiegi-Bastogne-Liegi, la insegue da sempre, l'ha sfiorata l'altr'anno, non ci ha rinunciato. Azzardare pronostici su Bugno? Non scherziamo. «Penso di potermi battere e mi basta. Se riesco a vincere tanto meglio, ne ho bisogno». Fondriest è di vedute più larghe: «Ai Paesi Baschi è stata dura nelle prime tappe, poi è andata meglio, ho concluso all'insù, sono a posto». Colombo, Casagrande, Fondriest, Bugno, e infiliamoci anche Zanini e 2 mezzo sì e mezzo no Chiappucci, sono gli invasori italiani da respingere. Tra gli avversari alzano la mano Berzin, gli svizzeri Gianetti e Richard, il francese Brochard e un giovane belga che si chiama Merckx e su cui puntano in tanti, compreso suo padre. Gianni Ranieri La Reid ^_^VAywaille Hamoir»/2=Al Vrlavelanae FILOT BARVAUX DURBUY MUR DEHUY AMAY 6- MUR DEHUY 7- PAILHE 8 • BOHISSAU 9- AHIN 10- MUR DE HUY FRECCIA VAILONE 17 aprile 1996 205,5 km

Luoghi citati: Ardenne, Milano, Paesi Baschi, Parigi, Sanremo, Spagna