La riedizione del «Fonografo italiano» enciclopedia sonora a cura di Gregoretti

La riedizione del «Fonografo italiano», enciclopedia sonora La riedizione del «Fonografo italiano», enciclopedia sonora a cura di Gregoretti Ma cos'è m mm 1 SE nel 2060 qualcuno avrà la bizzarra idea di mettere insieme un'antologia musicale italiana dei suoi ultimi cento anni, avrà davanti a sé il mare sterminato di milioni di documenti sonori dai quali dovrà scegliere. Meno faticoso fu il percorso di Paquito Del Bosco, quando organizzò dopo anni di ricerca, sotto la direzione di Ugo Gregoretti, i materiali che costituiscono la colonna sonora degli anni che vanno dal 1890 al 1940 per il «Fonografo Italiano»: opera comunque titanica, ma facilitata dal fatto che fino all'inizio di questo secolo in Italia il fonografo, bisnonno del nostro lettore di ed, era considerato quasi un giocattolo per adulti. Prima nacquero «orologi fonografici a ripetizione» che risvegliavano la gente urlando: «Svegliati fannullone, su, che è tempo!». Poi, si capì che si poteva anche fare sul serio: negh Stati Uniti già alla fine dell'Ottocento avevano aperto migliaia di sale con fonografi automatici - antenati dei juke box - e la produzione e commercializzazione ebbe inizio anche da noi. Il «FONOGRAFO» IN VENTI CD. Antologia unica nel suo genere, il «Fonografo Italiano» raccoglie la breve storia delle canzoni incise da quei primordi fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale: la notizia è che l'opera omnia è stata appena ripubblicata dalla Fonit Cetra in venti ed. E' un'autentica enciclopedia sonora, con quel gusto di malinconia leggera e impalpabile che dà sempre la musica della nostra memoria. «Un deposito di materiali substorici che giace nel sottosuolo documentario di quel cinquantennio, e che nessuno pri- ma di noi aveva provato ad estrarre con un minimo di sistematicità e di rispetto», così Gregoretti definiva il progetto nella presentazione del primo volume in uscita, quando la serie fu pubblicata in vinile. PASQUARIELLO E I BIS A COTTIMO. Il primo volume era dedicato a Gennaro Pasquariello, napoletano morto nel '58, protagonista fra sentimentalità e manierismo dell'intero cinquantennio preso in esame. Secondo il curatore Del Bosco, «Marechiare» nell'interpretazione di Pasquariello costituisce addirittura la nascita della canzone moderna. Le cronache d'epoca lo definiscono un personaggio scaltramente parsimonioso: chiedeva una somma notevole ad ogni bis concesso, e sapeva scatenare le platee così da esser «costretto» a molti bis. I venti ed del «Fonografo» seguono senza cambiare una virgola gli originali in vinile, stampati in cinque sezioni dedicate a grandi interpreti, autori cantanti (non era ancora stato coniato il termine «cantautore»), generi musicali, pagine della storia, e momenti di costume. Sono anche da leggere, accompagnati da un libretto illustrato che inquadra storicamente temi e tempi: ecco per esempio Cantalamessa, re della risata in musica; anche lui napoletano, morto nel 1917 a Buenos Ayres durante una tournée. Primo cantautore della discografia italiana, il suo è forse il materiale più malandato, ma il fruscio lontano della sua voce restituisce una deliziosa polverosa sensazione: all'avvento della discografia italiana, venne immediatamente scrittura- to per il successo di «A risa», tradotta in «La risata». RIA ROSA, NONNA DEL FEMMINISMO. Le curiosità sono molte. Uno dei ed è per esempio dedicato a Ria Rosa; napoletana pure lei e occasionalmente cantautrice, viene considerata una nonna del femminismo: nel 1915, a 16 anni, cantava a Piedigrotta e dal '22 si trasferì negli Slati Uniti dove teneva concerti per gli emigranti declamando: «La donna oggi/ E' inutile negarlo/ Non ò più la vile ancella/ Oggi abolisce in pieno la gonnella». Aveva una voce popolana, aggressiva: niente a che vedere con le vocette d'epoca. Ben tre volumi sono dedicati al cantautore Rodolfo De Angelis, interprete della sarcastica «Cos'è questa crisi» ancora oggi conosciuta. Un cantore dell'uomo medio nella classe media, negli anni appunto della grande crisi e dell'apogeo del fascismo: un polemista che piacerebbe a Elio e le Storie Tese; già allora denunciava la scopiazzatura nelle canzoni in un brano intitolato «Ho rubato un motivo»; un osservatore del costume con vaste citazioni musicali che ben si sposavano con i testi. Modernissimo, ma nessuno lo ha mai ripreso: le sue canzoni, spesso intelligenti e divertenti, valgono un testo di storia per i continui riferimenti all'attualità. E ancora, c'è Daniele Serra, argentmo, che intorno al '27 canta «Creola» o Gigolò» ed è uno dei più gettonati nei dischi d'epoca. I PILASTRI DEL MEZZO SECOLO. Fra i pilastri, Ettore Petrolini, il più famoso nome del teatro leggero italiano. L'uomo del pluriimitato «Gastone», di grande vis comica, parodista, protagonista di mille aneddoti, modernissimo. E più avanti nel tempo Odoardo Spadaro, con un repertorio scelto accortamente fra i brani meno frequentati. E ancora, Vittorio De Sica, anch'egli in un'amplia scelta che pesca fra le canzoni meno conosciute. Ma l'antologia va sfogliata tutta, lentamente, con i suoi fruscii lontani e i suoi rimandi d'una attualità perfino sconcertante: c'è tanto tempo di ieri, nel nostro difficile presente di oggi, e davvero, cos'è questa crisi? Marinella Venegoni Colonna sonora dal 1890 al 1940: fra i pilastri Ettore Petrolini, De Angelis e Ria Rosa, nonna del femminismo m mm 1 C utore ore à... ... a cura di GregColondal 18fra i pEttorDe Ane Ria del fed'epoca. Ben dicati al canAngelis, interca «Cos'è queconosciuta. Umedio nella anni appuntodell'apogeo dmista che piStorie Tese; gla scopiazzatun brano intimotivo»; un stume con vali che ben si sModernissimmai ripreso: lintelligenti eun testo di stoferimenti allc'è Daniele Sintorno al '27golò» ed è unodischi d'epoca La monumentale storia della canzone italiana ha fra i suoi pilastri Vittorio De Sica, con un'ampia scelta di brani poco conosciuti Qui accanto Ettore Petrolini, il più famoso nome del teatro leggero italiano. L'uomo di «Gastone», di grande forza comica

Luoghi citati: Buenos Ayres, Italia, Slati Uniti, Stati Uniti