Non lottate per andare in pensione; le contraddizioni dell'Europa

Non lottate per andare in pensione; le contraddizioni dell'Europa LETTERE AL GIORNALE Non lottate per andare in pensione; le contraddizioni dell'Europa LA LETTERA DI O.d.B. Michelangelo dipinse il Giudizio a 60 anni Gli Alberi, le Aziende, gli Uomini, si temprano nelle tempeste, nei momenti difficili e di turbolenza. Gli Alberi che sono curati, concimati e annaffiati in continuazione crescono bene sin troppo bene, ma ai primi freddi, venti o tempeste non resistono sicuramente. Gli Uomini e le Aziende che sono nate, cresciute e vissute in clima di calma, di benessere sociale, di protezione monopolista, non riescono a sopravvivere, anche se grandi, all'attacco e all'aggressività delle piccole aziende che crescono in un libero mercato, alla turbolenza e al riequilibrio politico e sociale. Un uomo orfano di padre, morto in Belgio nel 1949, che lo lasciò all'età di 4 anni in compagnia di 2 sorelle di 6 e 10 anni più di lui, affidati ad una madre invalida e analfabeta che per sostenerli cominciò a lavorare nelle campagne altrui, con un'infanzia trascorsa tra istituti e vicoli, oggi cinquantenne, a gennaio 1996 con una ristrutturazione aziendale viene trasferito a Palermo. Lo si trasferisce poiché ha 30 anni di anzianità pensionabile: dal punto di vista aziendale vicino alla pensione, dal punto di vista personale 5 anni sono molti. Davanti ha queste alternative mentali: 1) E' grande, è anziano, l'Azienda lo trasferisce poiché per lei è un peso e lo considera quindi obsoleto e improduttivo. 2) Michelangelo, però, aveva più di 60 anni quando ha dipinto il Giudizio Universale. Verdi, a sua volta, ne aveva più di 75 quando ha scritto l'Otello. Ed oggi l'amministratore delegato Francesco Chirighigno, della più grande Azienda di Telecomunicazioni Italiana, non ha forse quasi 60 anni? 3) Quindi a 50 anni non è vecchio, è nella piena maturità, quando i frutti vengono raccolti poiché sono più gustosi e pro¬ fumati, ed è il momento che si raccolgono gli utili e i risultati del trascorso. 4) La variazione sia di lavoro che di sede territoriale gli dà nuovo slancio, verso nuove conoscenze sia umane che tecniche. Quindi la conclusione a cui è arrivato è che è sbagliato lottare per andare presto in pensione. Nunzio Santoro, Messina Maastricht, una seria revisione del Trattato Venerdì 29 marzo si era inaugurata a Torino la Conferenza intergovernativa per la revisione del Trattato di Maastricht. Con essa si dovevavano porre le basi per la costruzione dell'Europa del XXI secolo. Al tavolo delle trattative sedevano i Capi di Stato e di Governo dei 15 Paesi dell'Unione assieme ai rappresentanti della Commissione mentre il Parlamento viene relegato in un ruolo di secondo piano. Da una parte si afferma di voler avvicinare i cittadini alla costruzione europea dall'altra non si accetta che il Parlamento Europeo unico organo eletto a suffragio universale diretto entri nel merito della discussione riguardante il futuro dell'Unione Europea. Questa è una delle tante contraddizioni del processo di integrazione europea in corso. Da semplice cittadino vorrei chiedere ai nostri deputati europei che cosa stanno facendo per dare dignità all'assemblea di Strasburgo attribuendo il ruolo che le spetta e che è già stato rivendicato dai cittadini italiani nel referendum del 1989 con il quale si attribuisce al Parlamento Europeo il mandato costituente. Non è accettabile che decisioni così importanti per il nostro futuro vengano prese a porte chiuse e senza un ade- guato dibattito presso la società civile. Sarebbe ora che i nostri rappresentanti a Strasburgo diano una sferzata vigorosa a un Parlamento «atipico» (è l'unico Parlamento al mondo senza pieni poteri legislativi) che altrimenti rischia di diventare inutile. Non si capisce perché si deve eleggere un'Assemblea che poi non ha i poteri per decidere alcunché, visto che il Consiglio europeo detiene per sé (altra anomalia) i poteri legislativo ed esecutivo, oltre a conservare il diritto di veto nelle decisioni più importanti. Si pensi a cosa succederà in una Europa con più di 20 Stati nella quale le decisioni vengono prese all'unanimità: il blocco totale delle istituzioni. Ogni seria revisione del Trattato di Maastricht non può prescindere dalla separazione dei poteri fondamentali (legislativo, esecutivo e giudiziario). Solo su queste basi uno Stato demo¬ cratico può garantire la libertà dei cittadini e i diritti dell'individuo. Nicola Vallinoto, Genova Vicepresidente della Gioventù Federalista Europea Riconoscete gli sforzi dei docenti-volontari Un consistente gruppo di docenti della provincia di Varese si è fatto promotore della richiesta del riconoscimento, ai fini della progressione economica, di tutte le attività di formazione e aggiornamento, antecedenti l'I-91995. Si stanno inviando le firme raccolte ai sindacati di categoria, al ministro Lombardi, all'Aran, che in queste settimane sono in procinto di delineare il nuovo contratto di lavoro. Vogliamo una equa valutazione dell'impegno profuso e degli sforzi compiuti - a titolo pressoché volontario - da moltissimi docenti che hanno aderito o sono stati coinvolti nei progetti, nelle innovazioni e nelle sperimentazioni che in tutti questi anni hanno contribuito a migliorare l'offerta formativa. Invitiamo pertanto i colleghi a inoltrare al ministro, ai sindacati e all'Aran la propria adesione a tale richiesta e a diffondere l'iniziativa. M. T. Cupaiolo, P. Tagliabue Somma Lombardo (Va) Una terapia che non funziona Ero un vero tossicodipendente, un «tossico marcio» come ci chiama qualcuno. Un po' lo sono ancora, purtroppo, ma anche per il metadone che in qualche posto danno proprio alla selvaggia. In un ospedale della cintura di mala voglia i medici danno tutto il metadone che si vuole. Si fa finta di mandarlo giù. Il medico fa finta di non vedere. Lo si sputa via, per rivenderlo ad alto prezzo., per un po' di eroina in più. E' una presa in giro targata Usi: questo dev'essere detto chiaro. Così fanno finta di curarci e noi siamo sempre da capo. In carcere ho fatto un vero «scalare» in quindici giorni, e ne sono stato fuori per un buon anno. Ma non con il sistema di metadone a base 100, 130 al giorno all'anno: ci scassa del tutto il fegato, i reni. Sarebbe molto meglio un po' di eroina pulita, sotto controllo medico. Spero che questa lettera serva a qualche compagno di sventura, che capisca la truffa del metadone di certi SERT. C.C., Torino Bambini, baby-sitter e film-farsa «... l'episodio più divertente e riuscito» (sono parole di Lietta Tornabuoni, il critico cinematografico ufficiale di un quotidiano che avrebbe pretese legittime di godere di importanza internazionale) dell'ultimo film Four rooms di vari registi, fra cui Tarantino, e con svariati attori, fra cui Madonna e simile beata compagnia, è il seguente: quello in cui due genitori «... non si fidano di lasciare i loro due bambini alle baby sitter («Sono tutte pedofile») e li affidano al fattorino, il filo conduttore di tutto il film; in una ilare fatale catastrofe, i bambini subito si scatenano, si sbronzano di champagne e Pernod, fumano, guardano le donne nude alla tv, giocano a freccette con una siringa, scoprono il cadavere maleodorante d'una prostituta sotto il letto, danno fuoco alla stanza...». (La Stampa del 13 aprile). E poi ci domandi ano come mai i nostri giovani vengano su tanto privi di valori morali e civili. Ing. Massino Desderi, Torino Risponde Lietta Tornabuoni: Se andrà a vedere il film, anziché parlarne senza averlo visto, si accorgerà che si tratta di una farsa. Se non ba il senso della comicità e dell'umorismo, mi dispiace per lei. GENTILE Signor Sarto, questa sua lettera è una sorta di lezione di «resistenza umana», e penso che potrebbe essere utile a tutti quelli di una certa età confrontarsi con la condotta adottata da sua moglie e da lei: «Tempo libero», lei dice, «da tickets, da tasse, da doveri che non sentiamo ns. perché non figli di ns. diritti (sibillino questo passo, ma sapesse quanto giusto, quanto equo!). La ns. attività principale è lo sfuggire ad un sacco di cose che oggi la maggioranza fa. All'arrivo di certificati elettorali subito buttati nella pattumiera con il rincrescimento di non poterci buttare anche chi sta lì ad aspettare... di farci del bene. Indi sfuggire alle Tribune politiche (assai arduo il riuscire), ai festival canori, alle vendite promozionali, alle telenovelas ecc. ecc. A volte, potremmo sfidare 1' "eroico" Tomba tanto A lezdi resium ione stenza ana facciamo slalom nei vari canali. «Tuttavia, quasi sempre prevale il tasto dello spegnimento. Allora, si legge e anche qui ci vuole una notevole capacità di scelta nei quotidiani, ma le prime 4 pagine, specie di questi tempi e settimanali e rotocalchi con notizie pattume vanno evitati, libri costosi, ma quasi sempre carenti della materia prima, 1' "autore, lo scrittore buono o decente". Gite, allora, passeggiate con l'occhio agli scioperi dei trasporti, meglio l'auto, anche se ci sconsigliano i benpensanti. Insomma, noi ce la caviamo bene, sembriamo a volte esseri in visita da un altro pianeta. E' difficile, però, non essere un miliardario e cercare come lui, il bello dell'elite, la solitudine, con il pacchetto della frittata, difficile, ma non impossibile. Noi ci tentiamo e ne siamo soddisfatti. Si conservi in salute!...». Mi complimento con sua moglie e lei, gentile Signor Sarto, per la forza di volontà e la sicurezza dell'impegno. Il vostro esempio può insegnare qualcosa a tutti, ma penso che non tutti siano in grado di seguire un simile insegnamento. Non vuol dire, infatti, sentirsi mobilitati sino all'ultimo, senza concedersi una tregua? Oreste del Buono Gentile Signor Del Buono, mia moglie e io, pensionati da qualche anno, abbiamo messo in pratica una forma di difesa passiva consistente nello sfuggire ad ogni richiamo di sirena fasulla e pacchiana. Ecco come. Premesso che abbiamo sistemati figli e cosette varie, facciamo un po' di lavoro impiegatizio (poco, però) per non atrofizzare la mente e per arrotondare le ns. pensioni che «distratti» ns. datori di lavoro cominciarono ad alimentare dopo anni di ns. anzianità lavorativa. Poi, ecco: il tempo libero... Enzo Sarto, Genova A lezione di resistenza umana