« Buco sotto i 10 mila miliardi »

Dirti: i conti tornano. L Tmi, avanti coi tagli Washington richiama l'Italia. Il premier da Sofìa: i mercati sono con noi « Buco sotto i 10 mila miliardi » Dirti: i conti tornano. L Tmi, avanti coi tagli ROMA. «Lo sfondamento del fabbisogno per il '96 sarà inferiore ai 10 mila miliardi» assicura Dini da Sofia, dove è giunto ieri sera per la conferenza della Bers, dopo aver incontrato prima della partenza da Roma il Ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio. E ottenuta quest'anticipazione sulle nuove stime, Dini ha aggiunto, per smorzare le polemiche pre-elettorali sul ritardo di queste cifre: «Appena sarà definita nei dettagli la relazione trimestrale, sarà mia premura presentarla in Parlamento». Dini ha colto quindi l'occasione non per parlare della necessaria «manovrina» correttiva quanto per proclamare la solidità della nostra economia, a vanto dell'azione del suo governo. Ha sostenuto infatti: «La finanza pubblica è ben impostata e l'inflazione scenderà. L'export continua ad andare bene, la bilancia dei pagamenti rimane in forte attivo. La nostra economia è solida e questo è uno dei motivi che favorisce la buona prestazione della lira». Un messaggio rassicurante, accompagnato da altre considerazioni dello stesso tono: i mercati stanno traendo le loro deduzioni o fanno i loro pronostici sull'esito delle elezioni; la lira ha pagato per l'instabilità di chi (ossia il Polo berlusconiano) ha reclamato ripetutamente elezioni anticipate, «ma ora la situazione è piuttosto solida e stimola gli investitori stranieri a puntare sui titoli italiani a questi tassi di cambio». Insomma, tutto sta andando per il meglio. Ma dopo le elezioni cosa ci attende, oltre alla manovra per neutralizzare il buco di quasi 10 mila miliardi? La risposta arriva dal Fmi: chiunque vinca, qualunque sia il governo che uscirà dalle urne il 21 aprile «avrà di fronte a sé ancora molta strada da fare e dovrà varare altre importanti riforme, soprattutto nella prospettiva dell'Unione monetaria europea e di un rientro della lira nello Sme». Questo è il messaggio inviato dal Fmi all'Italia, all'indomani della conferenza di Verona che ha fissato i paletti per la nuova Europa delle monete, in forma volutamente generica e rigorosamente anonima perché, affer ma l'oscurato dirigente del Fondo monetario, «non intendo entrare nel dibattito politico Italia no, sarebbe inopportuno». Ma qualche giudizio, non inedito, arriva comunque a certificare «i rilevanti e indispensabili sforzi di risanamento del bilan ciò, ottenendo significativi ri sultati» che il Belpaese ha com piuto nel '94 e nel '95. E tanto basterà a far gridare vittoria sia al passato governo berlusconiano sia all'ultimo Gabinetto gui dato da Lambertow Dini, ex di rigente del Fondo che a Washin gton gode di convinti estimatori. Comunque, l'anonimo esponente del Fmi presentando a Washington l'agenda delle pros sime riunioni e il rapporto se mestrale di previsione sull'economia mondiale che sarà diffuso mercoledì, esprime la convin zione che «il nuovo governo rafforzerà il processo di rientro dei conti pubblici». Sempreché, specifica prudente, «le elezioni producano una maggioranza sufficiente a sostenere le necessarie riforme». E oltre i progressi già compiuti, una riforma viene citata espressamente: la sanità. «Anche in considerazione delle prospettive a lungo termine della sua popolazione - spiega infatti l'Italia deve introdurre altre misure importanti sul fronte del bilancio, come ad esempio nel settore sanitario». Dunque lotta agli sprechi, alle inefficienze del pianeta Malasanità e anzi adozione di una politica di risanamento. Tantopiù necessaria, prosegue il Fmi, nella prospettiva della futura Unione monetaria europea, che rende più urgenti altre azioni da parte italiana: «Sono fiducioso, comunque, che il cammino dell'Italia verso la convergenza con i partners europei proseguirà». Perché, al di là del dibattito sull'Urne e sul nuovo Sme, «anche se non esistessero requisiti di convergenza come quelli definiti da Maastricht, l'Italia ed altri Paesi dovrebbero comunque fare uno sforzo di risanamento dei bilanci, non solo in nome dell'unione monetaria ma per il loro bene, perché si tratta del sentiero più sicuro per creare le condizioni di una crescita economica sana». E se ne avvertirà presto il bisogno. Perché esaurita la spinta propulsiva del '95, quest'anno sarà più gramo. Le previsioni del Fmi sono state riviste al ribasso di almeno un punto rispetto alle stime precedenti di una crescita del 2,8 per cento nell'Unione europea. La frenata sarà accentuata in Francia e Germania, mentre in Italia e Inghilterra l'espansione resterà superiore al 2% ma inferiore al 2,8-2,9 stimato pochi mesi fa. Attenzione, dunque, al nuovo governo, perché un recupero (2,5%) è atteso solo l'anno prossimo. Paolo Patruno Il Fondo all'Italia «Per stare in Europa risanate i conti a partire dalla sanità» LE TAPPI DELLO SME 2 GENNAIO '96 Decisione formale sullo Sme 2 PRIMAVERA '98 Decisione sui Paesi «in» e i Paesi «out», quelli dentro fin dall'inizio e quelli che parteciperanno successivamente 1° GENNAIO '99 Parte la moneta unica tra i Paesi «in». Parità fisse. Nasce la Banca Centrale europea. Entra in vigore il nuovo Sme 1999-2902 Progressivo ingresso dei Paesi «out» nella moneta unica 2002 Messa in circolazione di banconote e monete Euro

Persone citate: Andrea Monorchio, Bers, Dini, Paolo Patruno