In Borsa corsa ai sondaggi di Ugo Bertone

Il tam-tam parte anche da Londra. I due poli ai «raggi X» Il tam-tam parte anche da Londra. I due poli ai «raggi X» In Borsa corsa ai sondaggi A Piazza Affari si scommette sul voto IL BUSINESS PELLE URNE LMILANO A prima folgore in arrivo da Londra cade sulla Milano degli affari nel primo pomeriggio di mercoledì 10. Un sondaggio, si ripetono gli operatori, dà l'Ulivo in vantaggio sia alla Camera che al Senato. Sarà vero? Nel dubbio, gli operatori sono corsi ai ripari, dopo settimane di paralisi e, magari, di vendite sui derivati: tutti a comprare, perciò, contratti sul Fib-30 per garantirsi contro una partenza a razzo del mercato. Altre folgori seguiranno, di qui al 21 aprile, perché tutti i grandi investitori, soprattutto gli stranieri, hanno deciso di ordinare sondaggi sempre più raffinati ed agguerriti. Sondaggi, riservati, come vuole la legge italiana, sondaggi sempre più cari, come vuole la legge di mercato: almeno 100 milioni a indagine contro i 15-20 di pochi mesi fa. Il vero affare, insomma, l'hanno fatto finora le varie Swg, Datamedia, Abacus o Cirm mentre l'Eurisko si dichiara fuori dalla mischia. Ma perché la Borsa, all'improvviso, dovrebbe fare il tifo per il centro-sinistra? In parte, rispondono gli esperti, perché quel che temono i mercati è un pareggio senza sbocco. Oppure, dicono altri, perché questo Ulivo, da Dini a Prodi, è più che affidabile. Oppure, sostengono i più, il giudizio politico non c'entra nulla né è poi così certo. La prova? Venerdì è stato un tam tam di segno inverso a dar tono al mercato: un nuovo sondaggio, sempre da Londra, dava di nuovo i due Poli testa a testa con una situazione di assoluta incertezza in almeno 30 collegi. Eppure la Borsa ha chiuso in bellezza una settimana, finalmente, positiva. Perché? «Perché, innanzitutto, la gente si è convinta che nei prezzi della Borsa tengono già conto di ogni possibile situazione di incertezza. Ma ci sono altre ragioni...», replica Alessandro Fugnoli. Lui, di mestiere, fa lo «strategist», l'uomo degli scenari, per la Caboto Sim, una delle società a più stretto contatto con la City. La società, tra l'altro, che si sarebbe assicurata i sondaggi della Directa di Giorgio Calò (la Deutsche Bank - Morgan. Gren- fell, altro colosso, si affida invece a Renato Mannheimer). Ma perché la Borsa riparte, insomma, alla vigilia del voto? «Le ragioni di mercato - conclude Fugnoli - sono tante. Ma si fa strada l'ipotesi che alla fine emerga un governo di tregua, una grande coalizione che possa fare le riforme. Un'ipotesi del genere era piaciuta all'epoca del tentativo Maccanico. Perché non deve piacere adesso, ad inizio legislatura...». Anche Riccardo Barbieri dal quartier generale londinese della Morgan Stanley la vede in maniera simile: «Gli analisti internazionali - ha detto - sono ottimisti perché prevedono lo stallo, una soluzione considerata accettabile perché comunque un governo si dovrà fare...». Ma per capire i sentimenti del mercato merita forse leggere un libriccino del Credito Italiano sulle «prospettive post-elettorali» distribuito ai grandi investitori, italiani e stranieri. Certo, la Borsa preferisce agire sulle certezze di una vittoria, ma non di una vittoria qualsiasi. Sì, quindi, al successo di uno dei due Poh «purché seguito da un governo credibile» su quattro punti: finanza pubblica, privatizzazioni, moneta unica e leggi a favore delle imprese (come la Tremon ti). Altrimenti? «In caso di affermazione - si legge - grazie alle estreme, il gradò di credibilità sarebbe ovviamente minore». E il pareggio? «In caso di formazione di un governo di tregua nel giro di due-tre mesi la reazione dei mercati sarà negativa nel breve, positiva nel lungo». Questo sce nario, secondo gli «strategist» della banca, ha il 25% di probabi lità di realizzarsi. E, tutto sommato, incontra consensi, anche se i Poli, ovviamente, cercano ancora la vittoria anche nel pie colo quadrato della City milanese. L'ultimo appello? Nino Andreatta e Michele Salvati per l'Ulivo e Pietro Armani per An, tra martedì e mercoledì, parleranno al museo dei Navigli davanti agli operatori radunati dall'Interino biliare Sim. Chissà se le parole varranno più dei sondaggi- Ugo Bertone

Luoghi citati: Londra, Milano