Eta, finito il sequestro più lungo

Decine di casi di cannibalismo con organi crudi o cucinati Si crede in questo modo di acquisire poteri magici SPAGNA Titolare di un'azienda di trasporti. La famiglia ha pagato 1500 milioni IH finito il sequestro più lungo Imprenditore basco liberato dopo 341 giorni MADRID NOSTRO SERVIZIO Allegria e felicità dei famigliari, parole di circostanza del governo in funzione per addolcire lo smacco, profonda preoccupazione dei Paesi Baschi per il sinistro avvertimento mafioso, grande successo politico-economico-militare per l'organizzazione indipendentista basca Età. Sono le prime reazioni al rilascio dell'imprenditore basco José Maria Aldaya, sequestrato nel maggio scorso, pistole alla mano, da un commando mentre ritornava a casa, nei pressi di Fuenta Rrabfa, liberato nelle prima ore di ieri dopo il più lungo rapimento finora effettuato dai terroristi «etarras», 341 giorni (e, pare, dopo aver pagato un miliardo e mezzo di lire). Aldaya, 54 anni, sposato e padre di tre figli, proprietario di una florida azienda di trasporti che aveva messo in piedi da solo dopo aver lavorato sodo fin dai 16 an¬ ni, aveva commesso uno «sgarro» che nei Paesi Baschi spagnoli, purtroppo, costituisce da 26 anni una minaccia così reale da costringere decine di industriali a cambiare aria e a scoraggiare importanti investimenti di multinazionali: non pagare il pizzo ad Età, la tristemente nota «imposta rivoluzionaria», l'ossigeno indispensabile per far funzionare la sua macchina di morte. L'imprenditore è la 75a vittima sequestrata da Età. La fine dell'incubo di Aldaya, per la cui liberazione si erano mobilitati quasi quotidianamente tutti i partiti democratici e una buona parte dai cittadini dei Paesi Baschi, è avvenuta all'1,30 del mattino nei pressi del valico di Azkarate, nella regione di Guipuzcoa, la culla e la roccaforte di Età. I terroristi, secondo il ministero degli Interni, un commando specializzato in sequestri, completamente indipendente dai «gruppi di fuoco» e di cui non si hanno tracce, lo hanno rilasciato nei pressi di un distributore di benzina dopo avergli somministrato un tranquillante. Dopo due ore ha potuto finalmente riabbracciare i suoi cari, scoprendo che nel frattempo era diventato nonno. Fisicamente sta bene, anche se ha perso ben 22 chili. La macchina dell'estorsione «etarra» ha funzionato, anche questa volta, perfettamente. A nulla sono valse le ricerche di un gruppo speciale dell'antiterrorismo, sia basco, sia di Madrid, coadiuvato da aerei militari ed elicotteri muniti di speciali sensori che riescono a localizzare persone nascoste tra le impervie montagne di Euzkadi, grazie al calore che emanano i loro corpi. I sequestratori rimangono i padroni del «loro» territorio. José Buiz Urchegui, presidente della Confìndustria di Guipuzcoa, manifestava amaramente: «Voghamo sottolineare la nostra preoccupazione. Tutti sappiamo che Aldaya è stato liberato perché ha pagato. Automaticamente, e logicamente, ciò significa un aumento della disoccupazione per la mancanza di investimenti futuri». Età, finora, solo con i sequestri, ha incassato più di 50 miliardi. Centinaia con la «imposta rivoluzionaria». Pizzi che rovinano sempre di più la obsoleta economia basca, in via di riconversione, che invano cerca di attirare capitani d'industria, spagnoli e esteri, con sgravi fiscali. Gian Antonio Grighi

Persone citate: Gian Antonio, José Maria

Luoghi citati: Età, Madrid, Paesi Baschi, Spagna