Rapì Farouk Vent'anni a Matteo Boe

Verdetto a Nuoro Verdetto a Nuoro Rapì Farouk Venfanni a Matteo Boe CAGLIARI. La condanna a vent'anni di reclusione per il sequestro del piccolo Farouk Kassam non gli ha, almeno apparentemente, procurato alcuna emozione; l'ha invece irritato la domanda di un cronista: «Ha tagliato lei l'orecchio del bambino?». Matteo Boe, l'ex Primula Rossa del banditismo sardo, si è irrigidito: «Non sono stato io», ha sibilato, scuotendo la testa e voltando le spalle ai giornalisti. Così si è concluso il dialogo appena avviato dall'ex latitante di Lula (Nuoro) che si era rifiutato di parlare davanti ai microfoni accesi: «Non vorrei che la registrazione della mia voce venisse utilizzata contro di me in qualche altro processo», aveva detto. Di lì a poco è sceso il sipario sul nuovo capitolo della tormentata inchiesta legata al rapimento ( 15 gennaio 1992) del piccolo ismailita che crudeli fuorilegge tennero prigioniero per poco meno di sei mesi. La sentenza del giudice dell'udienza preliminare Michel Jacono era in larga parte scontata e pone a carico di Boe un risarcimento di 250 milioni, in attesa che una causa civile stabilisca l'esatto ammontare dei danni subiti dal padre del sequestrato, Fateh Kassam, dalla madre Marion Bleriot e dalla sorellina Nour Marie, oltreché dal diretto interessato (la parte civile aveva sollecitato una cifra ben più consistente, 1 miliardo e 700 milioni). Il dott. Jacono ha fatto proprie le richieste formulate dal sostituto procuratore Mauro Mura che aveva sollecitato per l'ex bandito il massimo della pena, trent'anni, con l'obbligatorio «sconto» di un terzo della pena legato al rito abbreviato. Il p.m. si era battuto perché all'imputato, nonostante una confessione giudicata di comodo, fatta in un memoriale con il quale si ritagliava il ruolo di custode dell'ostaggio e scagionava due presunti complici, venisse negata qualsiasi attenuante. E così è stato: alle 10,30, in un'aula off-limits per motivi di sicurezza ai non addetti ai lavori, il giudice ha letto il verdetto che non concede ulteriori premi all'accusato. «Boe non ha tradito alcuna emozione, era molto tranquillo, evidentemente se l'aspettava», ha raccontato l'aw. Bernardo Aste. Il legale ha aggiunto che, quando sarà resa nota la motivazione della decisione, la difesa deciderà se presentare appello, proponendo una diminuzione della condanna legata appunto alla confessione e al particolare, non secondario, che Farouk venne, ufficialmente, rilasciato senza il pagamento di un riscatto. Rientrato nei giorni scorsi in Sardegna (da tempo si è trasferito in Francia con i famigliari), Fateh Kassam ha disertato ieri il Palazzo di Giustizia. E' mancato quindi un suo commento in presa diretta, esplicito tuttavia in quanto egli aveva detto 48 ore prima: «Ogni mattina, quando mi sveglio, mi dico: "Matteo Boe è in galera, quindi anche oggi è una buona giornata". Godo pensando agli anni di galera che dovrà scontare». Anche il p.m. Mura non ha rilasciato dichiarazioni. Si è limitato a ricordare che l'inchiesta sul rapimento del bambino non è chiusa: ha spiegato che mancano ancora all'appello sei o sette criminali tra quelli coinvolti nel rapimento. Corrado Grandesso

Luoghi citati: Cagliari, Francia, Nuoro, Sardegna